Il catorcio di Anghiari, Volume 2Tipografia Daddi, 1830 |
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Acciò alcun Alessandro Alessandro Marchetti alfin allor Anghiaresi Anghiari antichi Aretini Arezzo avea battaglia bisogno Borghesi Borgo buon campo capitan Carlo Casentino cavalieri cavallo ch'io Chè Cherubino Alberti chiamato Chiappino Ciancian Cianciano ciel città colla colosso di Rodi corpo d'ogni diavolo dice donna Duca ebbe Eneid faccia famiglia favola fece fere figlio figliuol Filizia Fiorentini folletto gente Ghiron Giano Giove giuoco gran grida Gubbio guerra guerriero guisa inferno infra l'altro l'armi l'uno lascia manda mangiar mano Marte Maurizio mette mezzo Miccion Montedoglio Monterchi morfendo morte nemico nome Ottava pace passa pazzo Perocchè Perseo picca piè Piero pigliar Pisa Plutone poco poeta porta Poscia preso prov Quegli quei rabbia ragione Rege resto Roberto sangue Sebben sezzo soccorso spada star Stiaccia suol suon taglia terra Tevere TITO LUCREZIO CARO tocca Toscana tosto Umbri vanno vede vendetta verso Virgilio voglio volea Volterra vuol Zoroastri
Popular passages
Page 34 - E però l' ale a' piedi mi mantengo, Acciò nel corso mio ciascuno abbagli. Gli sparsi miei capei dinanzi io tengo ; Con essi mi ricopro il petto e 'l volto, Perch' un non mi conosca quando io vengo. Dietro dal capo ogni capel m' è tolto, Onde in van si affatica un, se gli avviene Ch'io l'abbia trapassato, o s'io mi volto.
Page 34 - Perch' un non mi conosca quando io vengo. Dietro dal capo ogni capel m'è tolto, Onde in van si affatica un, se gli avviene Ch'io l'abbia trapassato, o s'io mi volto.' 'Dimmi: chi è colei che teco viene?' 'È Penitenza; e però nota e intendi: Chi non sa prender me, costei ritiene. E tu, mentre parlando il tempo spendi, Occupato da molti pensier vani, Già non t'avvedi, lasso, e non comprendi Com...
Page 34 - E', perch' io tengo un pie sopra una rota. Volar non è che al mio correr s' agguagli, E però l'ale a' piedi mi mantengo. > Acciò nel corso mio ciascuno abbagli. Gli sparsi miei capei dinanzi io tengo ; Con essi mi ricuopro il petto e '1 volto Perch' un non mi conosca quando vengo.
Page 190 - Berzighelli. — Salvati questi e altri pochi, ecco la turba anonima composta per lo più di marinisti: Mille e mille altri un mal pattume fanno del secol vitupero in poesia: e dal Cinelli un dì posti saranno i fogli loro in qualche sua scansia, che per l'Italia volanti ne vanno se dal vento non son portati via, essendo molto leggieri in tal guisa che con un soffio manderiansi a Pisa. A stare in compagnia di quei sonetti, che in feste, in dottorati, in velazioni fansi ogni giorno, e per lo più...
Page 84 - Qua possint eadem rerum simulacra venire : Permultos itaque illa dies eadem obversantur Ante oculos, etiam vigilantes ut videantur Cernere...
Page 190 - ... poesia: e dal Cinelli un dì posti saranno i fogli loro in qualche sua scansia, che per l'Italia volanti ne vanno se dal vento non son portati via, essendo molto leggieri in tal guisa che con un soffio manderiansi a Pisa. A stare in compagnia di quei sonetti, che in feste, in dottorati, in velazioni fansi ogni giorno, e per lo più sì gretti che nemmen per cartocci sarian buoni, onde se al torchio a spremer tu gli metti, non han frase, concetti, né invenzioni, e par che la sostanza si ristringa...
Page 277 - ... (XIV, 60-61). Nei due campi arrivano gli aiuti da altre città, rispettivamente umbre e toscane: e per vederli sopra dei cammini si sale in ogni torre ad ogni altana, in cima ai campanili e su pei tetti, e par che la famiglia il padre aspetti, Quando dopo un viaggio d'oltremare ritorna sulle navi od in galera; e chi qualcosa aspetta da mangiare, e chi un bordato o un'indiana spera, a tal che ogni ora un secolo le pare, ed osserva la fiamma e la bandiera, e quantunque aiutar non possa il legno,...
Page 36 - ... che i combattimenti, che faceano allora contro i Numidi, erano preludii di quelli , che fatti avrebbero contro i Romani, e che la pace e le convenzioni stabilite non eran che nomi posti a quell' indugio, che metteano allora alla guerra per aspettar il tempo opportuno. Com' ebbe ciò detto, raccontasi che ci, scuotendo la toga , si lasciò a bella posta cadere in mezzo al senato de...
Page 271 - Gubbio, e acciò fusse el pano più pulito a caparlo quand'anco era 'n tul subbio, se senescenti *4 tutto abrividito rester duivi e morto senza dubbio? Oh fatighe bugliete *5 oh tempo perso! Tutte le tresche *6 mie vano a traverso: Quando che la matina i te chiamevo per andere a la scola, e tu dicivi, ' ecchime babo ' , e colazion te devo, ma tu senza asagiarla i libri aprivi: per tenerezza alar me sbrisciolevo, ' volete va
Page 184 - ... esperienze di sua mano! mostrando che gli antichi e quei più [dotti o furon troppo buoni o fur merlotti. 93. l'averti rivestito. 94. sbiancato. 95. sprecate. 96. calcoli. 97. qualcosa. 98. Sua fonte — afferma — è stata una « cronichetta »; ma egli vi ha poi aggiunto « cento frottole, acciò la favola crescesse ». Nel e. XV troviamo un significativo ritorno mitologico; il re Giano invoca l'intervento...