Opere poetiche di Dante Alighieri: La Divina Commedia: Purgatorio. Paradiso

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Presso Baudry, 1836
 

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Page 304 - Berlinghieri; e ciò li fece Romeo persona umile e peregrina : E poi il mosser le parole biece A dimandar ragione a questo giusto, Che gli assegnò sette e cinque per diece ' . Indi partissi povero e vetusto: E se '1 mondo sapesse '1 cuor ch' egli ebbe Mendicando sua vita a frusto a frusto, Assai lo loda, e più lo loderebbe.
Page 469 - Se quanto infino a qui di lei si dice Fosse conchiuso tutto in una loda, Poco sarebbe a fornir questa vice. La bellezza ch'io vidi si trasmoda Non pur di là da noi, ma certo io credo, Che solo il suo Fattor tutta la goda.
Page 68 - Nell' ora che comincia i tristi lai La rondinella , presso alla mattina , Forse a memoria de' suoi primi guai ; E che la mente nostra , pellegrina Più dalla carne e men da...
Page 285 - Così parlar conviensi al vostro ingegno, però che solo da sensato apprende ciò che fa poscia d'intelletto degno. Per questo la Scrittura condiscende a vostra facultate, e piedi e mano attribuisce a Dio, ed altro intende ; e Santa Chiesa con aspetto umano Gabriel e Michel vi rappresenta, e l'altro che Tobia rifece sano.
Page 265 - Nell' ordine ch' io dico sono accline Tutte nature per diverse sorti, Più al principio loro e men vicine; Onde si muovono a diversi porti Per lo gran mar dell' essere, e ciascuna Con istinto a lei dato che la porti.
Page 321 - Un corollario voglio che t' ammanti. Sempre natura, se fortuna trova Discorde a sè, come ogni altra semente Fuor di sua region, fa mala prova. E, se il mondo laggiù ponesse mente Al fondamento che natura pone, Seguendo lui, avria buona la gente. Ma voi torcete alla religione Tal che fia nato a cingersi la spada, E fate re di tal ch' è da sermone ; Onde la traccia vostra è fuor di strada.
Page 494 - Ma non eran da ciò le proprie penne ; Se non che la mia mente fu percossa Da un fulgore in che sua voglia venne. AH...
Page 233 - Sì tosto come in su la soglia fui di mia seconda etade, e mutai vita, questi si tolse a me. e diessi altrui. Quando di carne a spirto era salita, e bellezza e virtù cresciuta m'era, fu...
Page 491 - Dai concetti mortali, alla mia mente « Ripresta un poco di quel, che parevi ; « E fa la lingua mia tanto possente, « Ch' una favilla sol della tua Gloria « Possa lasciare alla futura gente; « Che, per tornare alquanto a mia memoria, « E, per sonare un poco in questi versi, « Più si conceperà di tua vittoria. « Io credo per l'acume, ch'io soffersi « Del vivo raggio, ch'io sarei smarrito, « Se gli occhi miei da Lui fossero aversi. « E mi ricorda, eh' io fui più ardito « Per questo a...
Page 215 - Ti scaldi, s' i' vo' credere a' sembianti, Che soglion esser testimon del cuore, Vegnati voglia di trarreti avanti, Diss' io a lei, verso questa riviera, Tanto ch' io possa intender che tu canti. Tu mi fai rimembrar, dove e qual era Proserpina nel tempo, che perdette La madre lei, ed ella primavera. Come si volge, con le piante strette A terra ed intra se, donna che balli, E piede innanzi piede a pena mette, Volsesi in su

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