La divina commedia, Volume 3dallo Stabilimento Civelli, 1868 |
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abbiamo Adamo allora amore angeli anime appunto avea Avignone beati Beatrice bella Bennassuti Cacciaguida Canto X Canto XXVII carità Carlo Martello Caroberto cattolico cerchio ch'egli ch'io Chè chiama Chiesa cielo empireo colla comincia commentatori concetto credo Dante detto dice dimanda dire Divina Comedia dovea Ecco Empireo equatore esso eterna Eunoè fece fede figlio Gemini Gerusalemme Gesù Cristo Ghibellini giro gloria gradi grazia Inferno inteso invece l'altro l'aquila lode luce lume Luna luogo maggior medesimo mente meridiano mezzo monaci mondo mortali occhi padre papa papa Bonifacio VIII Parad Paradiso parla parole passo peccato pianeta Piccarda Pietro poema poeta principio prova punto Purgatorio quadrante raggi ragione salita san Domenico san Francesco san Tomaso santi sarà sarebbe Saturno segno semidiametri sfera del fuoco similitudine sino spirito stelle teologi terra terzina tropico tropico del Cancro trova veder Vedi veggio vero Verona verso virtù vuol
Popular passages
Page 838 - Là ove terminava quella valle Che m'avea di paura il cor compunto. Guardai in alto e vidi le sue spalle Vestite già de' raggi del pianeta Che mena dritto altrui per ogni calle. Allor fu la paura un poco queta, Che nel lago del cor m'era durata La notte ch'io passai con tanta pièta.
Page 833 - Donna, se' tanto grande, e tanto vali, Che qual vuoi grazia, ea te non ricorre, Sua disianza vuoi volar senz'ali.
Page 833 - Vergine madre, figlia del tuo figlio, Umile e alta più che creatura, Termine fisso d'eterno consiglio, Tu se' colei che l'umana natura Nobilitasti sì che il suo Fattore Non disdegnò di farsi sua fattura.
Page 790 - Poi, come gente stata sotto larve, Che pare altro che prima, se si sveste La sembianza non sua in che disparve ; Così mi si cambiaro in maggior feste Li fiori e le faville, sì ch' io vidi Ambo le corti del ciel manifeste. O isplendor di Dio, per cu' io vidi L' alto trionfo del regno verace, Dammi virtù a dir com
Page 732 - Se vuoi campar d' esto loco selvaggio: Chè questa bestia, per la qual tu gride, Non lascia altrui passar per la sua via, Ma tanto lo impedisce, che l' uccide : Ed ha natura si malvagia e ria, Che mai non empie la bramosa voglia, E dopo il pasto ha più fame che pria. Molti son gli animali, a cui s' ammoglia, E più saranno ancora, infin che il veltro Verrà, che la farà morir con doglia.
Page 407 - Quaggiù dove l' affetto nostro langue, Mirabil cosa non mi sarà mai ; Che là dove appetito non si torce, Dico nel cielo, io me ne gloriai. Ben se...
Page 719 - Tale, balbuziendo ancor, .digiuna, Che poi divora, con la lingua sciolta, Qualunque cibo per qualunque luna; E tal, balbuziendo, ama ed ascolta La madre sua, che, con loquela intera, Disia poi di vederla sepolta.
Page 791 - Sì, soprastando, al lume intorno intorno Vidi specchiarsi in più di mille soglie, Quanto di noi lassù fatto ha ritorno. E se l' infimo grado in sé raccoglie Si grande lume, quant' è la larghezza Di questa rosa nell'estreme foglie? La vista mia nell' ampio e nell' altezza Non si smarriva, ma tutto prendeva II quanto e il quale di quella allegrezza.
Page 838 - E come quei che con lena affannata Uscito fuor del pelago alla riva, Si volge all'acqua perigliosa e guata; Così l'animo mio che ancor fuggiva, Si volse indietro a rimirar lo passo, Che non lasciò giammai persona viva.
Page 30 - Nell'ordine ch'io dico sono accline tutte nature, per diverse sorti, più al principio loro e men vicine; onde si muovono a diversi porti per lo gran mar dell'essere, e ciascuna con istinto a lei dato che la porti. Questi ne porta il foco inver la luna, questi ne' cor mortali è permotore, questi la terra in sé stringe e aduna.