La divina commedia, Volume 2Pei Fratelli Mattiuzzi, 1823 |
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Accademici Accademici della Crusca aguglia alcun amanuensi amor antiche assai avea Beati Beatrice bella Biagioli buon Buondelmonte Cacciaguida canto CAPITOLO Castelvetro ch'è ch'io Chè ciascun ciel codici colla colui comentatori cominciò convien credo Cristo Crusca CXCVIII Dante dice dietro dimanda dire disio divina dolce donna este eterno favilla fece foco gente Giovanni Villani giro grido guarda Indi Inferno l'aere l'anima l'om latino Latona legge lezione comune loco Lombardi luce lume maggior meglio mente mondo monte mortali Nembroth nome occhi omai orifiamma parea parlar parole Perch'io Perocchè poco poeta Poscia prego pria puote quinci quivi raggio ragione rispose rota s'io santa segno seguita senso sentimento Sillogizzar spiega spira spirto Stazio stendali suono suso terra testi tosto Trivulz trova turale variante vede veder veggio verbo verso vidi Vindel Virgilio virtù viso vista vocabolo voglia volsi vuol
Popular passages
Page 245 - Sì tosto come in su la soglia fui Di mia seconda etade, e mutai vita, Questi si tolse a me, e diessi altrui. Quando di carne a spirto era salita, E bellezza e virtù cresciuta m'era, Fu...
Page 228 - Superbir di colui, che tu vedesti Da tutti i pesi del mondo costretto. Quelli, che vedi qui, furon modesti A riconoscer sè dalla bontate, Che gli avea fatti a tanto intender presti ; Per che le viste lor furo esaltate Con grazia illuminante, e con lor merto, Sì ch' hanno piena e ferma volontate.
Page 176 - Posato al nido de' suoi dolci nati La notte che le cose ci nasconde, Che, per veder gli aspetti...
Page 249 - Piacer, quanto le belle membra in ch' io Rinchiusa fui, e sono in terra sparte : E se il sommo piacer sì ti fallio Per la mia morte, qual cosa mortale Dovea poi trarre te nel suo disio ? Ben ti dovevi, per lo primo strale Delle cose fallaci, levar suso Diretro a me che non era più tale.
Page 247 - Sì scoppia' io sott' esso grave carco, Fuori sgorgando lagrime e sospiri, E la voce allentò per lo suo varco. Ond' ella a me : Per entro i miei disiri, Che ti menavano ad amar lo bene, Di là dal qual non è a che si aspiri, Quai fossi attraversati, o quai catene Trovasti, per che del passare innanzi Dovessiti così spogliar la spene?
Page 212 - Ma l' alta provvidenza, che con Scipio Difese a Roma la gloria del mondo, Soccorrà tosto, sì com' io concipio. E tu, figliuol, che per lo mortal pondo Ancor giù tornerai, apri la bocca, E non asconder quel ch
Page 7 - O voi che siete in piccioletta barca, desiderosi d'ascoltar, seguiti dietro al mio legno che cantando varca, tornate a riveder li vostri liti: non vi mettete in pelago, che, forse, perdendo me rimarreste smarriti.
Page 155 - Veggiolo un' altra volta esser deriso ; Veggio rinnovellar l' aceto e il fele, E tra vivi ladroni esser anciso. Veggio il nuovo Pilato sì crudele, Che ciò nol sazia, ma, senza decreto, Porta nel tempio le cupide vele. O Signor mio, quando sarò io lieto A veder la vendetta, che, nascosa, Fa dolce l'ira tua nel tuo segreto? Ciò ch...
Page 7 - Voi altri pochi , che drizzaste il collo Per tempo al pan degli angeli, del quale Vivesi qui , ma non sen vien satollo. Metter potete ben per l' alto sale Vostro navigio, servando mio solco Dinanzi all' acqua che ritorna eguale. Que' gloriosi che passaro a Coleo, Non s' ammiraron , come voi farete , Quando Jason vider fatto bifolco.