Viaggio dantesco

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F. Le Monnier, 1855 - 173 pages
 

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Page 130 - Soli eravamo e senza alcun sospetto. Per più fiate gli occhi ci sospinse Quella lettura, e scolorocci il viso : Ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro, e chi lo scrisse : Quel giorno più non vi leggemmo avante.
Page 84 - Veggio in Alagna entrar lo fiordaliso E nel vicario suo Cristo esser catto.
Page 16 - Quand'ebbe detto ciò, con gli occhi torti riprese il teschio misero co' denti, che furo all'osso, come d'un can, forti. Ahi, Pisa, vituperio delle genti del bel paese là dove il si suona, poi che i vicini a te punir son lenti, muovansi la Capraia e la Gorgona, e faccian siepe ad Arno in su la foce, sì ch'egli annieghi in te ogni persona!
Page 62 - Arno, e sciolse al mio petto la croce, Ch' io fei di me, quando 'l dolor mi vinse : Voltommi per le ripe , e per lo fondo , Poi di sua preda mi coperse , e cinse. Deh quando tu sarai tornato al mondo, E riposato della lunga via, Seguitò 'l terzo spirito al secondo , Ricorditi di me , che son la Pia : Siena mi fe' : disfecemi Maremma : Salsi colui, che 'nnanellata pria, Disposando m
Page 86 - Quegli ch' usurpa in terra il luogo mio, II luogo mio, il luogo mio che vaca Nella presenza del Figliuol di Dio, Fatto ha del cimiterio mio cloaca Del sangue e della puzza, onde 'l perverso Che cadde di quassù laggiù si placa'. Di quel color che per lo sole avverso Nube dipinge da sera e da mane, Vid...
Page 54 - Tra brutti porci, più degni di galle che d'altro cibo fatto in uman uso, dirizza prima il suo povero calle. Botoli trova poi, venendo giuso, ringhiosi più che non chiede lor possa, e da lor disdegnosa torce il muso. Vassi caggendo; e quant'ella più 'ngrossa, tanto più trova di can farsi lupi la maladetta e sventurata fossa.
Page 128 - Cotali uscir della schiera ov' è Dido, A noi venendo per l' aer maligno, Sì forte fu l' affettuoso grido. O animal grazioso e benigno, Che visitando vai per l' aer perso Noi che tignemmo il mondo di sanguigno : Se fosse amico il re dell' universo, Noi pregheremmo lui per la tua pace, Poichè hai pietà del nostro mal perverso.
Page 66 - Di quella costa , là dov' ella frange Più sua rattezza, nacque al mondo un sole Come fa questo tal volta di Gange. Però chi d' esso loco fa parole Non dica Ascesi, che direbbe corto'', Ma oriente se proprio dir vuole.
Page 53 - Per mezza Toscana si spazia un fiumicel che nasce in Falterona, e cento miglia di corso noi sazia. Di sovr' esso rech' io questa persona: dirvi ch'i' sia, saria parlare indarno, che '1 nome mio ancor molto non suona.
Page 129 - Poi mi rivolsi a loro, e parla' io, e cominciai: " Francesca, i tuoi martiri a lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi: al tempo de' dolci sospiri, a che e come concedette Amore, che conosceste i dubbiosi disiri?

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