Due commedie e una novella del Segretario fiorentinoPer G. Vande-Water., 1733 - 198 pages |
Other editions - View all
Common terms and phrases
affai afpettate ajuti aveffe avete Baftiti Belfagor Arcidiavolo bifogna briga buon cafa Callimaco caſa ch'io chè che'l Chiefa ciaſcuno Cleandro Clizia cofa alcuna coftei coftui configli conofco cotefto credo Damone defiderio dice diffe dire donna Dottore effere Euft Euftachio faccia faceffe fanciulla fante fapete fappia farai fare feguito fempre fento fenza fervi fieno figliuola fimili Firenze foffe folo fono fopra forfe fotto fperanza Frate ftare ftato fubito fuffe Hoimè I'ho Inferno infieme Lafciamo Ligurio limaco Lucrezia madre Maeftro Mandragola Matteo Meffa Meffer Nicia moftri moglie mogliema Nicomaco noftro Onefta paffò pare penfato perfona pigliare Pirro poffa poffibile prefe quà quefta cofa queſta quì refta Roderigo SCENA SCENA SCENA TERZA Siro Sofr Sofronia Soft Softrata ſtato t'ho TIMOTEO torna trovare ufcire uomo vedere veggo voftra vuoi
Popular passages
Page 195 - Io voglio mostrare a te ed a ciascuno, come io so dare e torre ogni cosa a mia posta ; e innanzi che tu ti parta di qui, io ti farò impiccare in ogni modo. Donde che Gio : Matteo non veggendo per allora rimedio, pensò di tentare la sua fortuna per un' altra via, e fatto andar via la spiritata, disse al Re : Sire, come v
Page 10 - ... non importa che tu lo intenda mille una, come io avevo dieci anni quando da e mia tutori, sendo mio padre e mia madre morti, io fui mandato a Parigi, dove io sono stato venti anni. E perché in capo di dieci cominciorno, per la passata del re Carlo, le guerre in Italia, le quale ruinorno quella provincia, deliberai di vivermi a Parigi e non mi ripatriare mai, giudicando potere in quel luogo vivere più sicuro che qui.
Page 70 - E' dicono el vero quelli che dicono che le cattive compagnie conducono gli uomini alle forche; e molte volte uno capita male, così per essere troppo facile e troppo buono, come per essere troppo tristo. Dio sa che io non pensavo ad iniuriare persona, stavomi nella mia cella, dicevo el mio uffizio, intrattenevo e...
Page 58 - Può egli essere che io non rivegga Ligurio ? E non che le ventitré, le sono ventiquattro ore! In quanta angustia d'animo sono io stato e sto! Ed è vero che la fortuna e la natura tiene el conto per bilancio; la non ti fa mai un bene che all'incontro non surga un male.
Page 85 - ... venga da una celeste disposizione che abbi voluto così, e non sono sufficiente " a recusare quello che '1 ciclo vuole che io accetti. Però io ti prendo per signore, padrone, guida: tu mio padre, tu mio defensore, e tu voglio che sia ogni mio bene; e quello che '1 mio marito ha voluto per una sera, voglio ch'egli abbia sempre.
Page 198 - ... sottoporsi al giogo matrimoniale. E così Belfagor tornato in inferno, fece fede de' mali che conduce in una casa la moglie ; e Gio.
Page 193 - Detto questo, s' uscì d' addosso a colei con piacere ed ammirazione di tutta Firenze , Non passò dopo molto tempo, che per tutta Italia si sparse l'accidente venuto alla figliuola' del Re Carlo , né trovandosi il rimedio dei Frati valevole , avuta il Re notizia di Gio. Matteo, mandò a Firenze per lui, il qual arrivato a Napoli , dopo qualche finta ceremonia , la guarì . Ma Roderigo prima che partisse , disse : Tu vedi , Gio.
Page 19 - ... concorrenti la faccino più dura, o che, dimesticandosi, la si volga ad un altro, e non a te. CALLIMACO Io conosco che tu di' el vero. Ma come ho a fare? Che partito ho a pigliare? Dove mi ho a volgere? A me bisogna tentare qualche cosa, sia grande, sia periculosa, sia dannosa, sia infame.
Page 70 - Dio sa, ch' io non pensava a ingiuriare persona, itavami nella mia cella , diceva il mio officio, intratteneva i miei devoti ; capitomjni innanzi questo diavolo di Ligurio, che mi fece intignere il dito in un errore, donde io vi ho messo il braccio, e tutta la persona, e non so ancora dove io m'abbia a capitare. Pure mi conforto, che quando una cosa importa a molti, molti ne hanno aver cura . Ma ecco Ligurio , e quel ser, ehe tornano.
Page 197 - Matteo, e pregandolo che dovesse uscire, gli disse: Oh! tu hai fatto il bel pensiero. Che credi tu fare con questi tuoi apparati? Credi tu fuggir per questo la potenza mia e l'ira del Re ? Villano, ribaldo, io ti farò impiccare in ogni modo. E così ripregandolo quello, e quell' altro dicendogli villania, non parve a Gio. Matteo di perder più tempo; e fatto il cenno col cappello, tutti quelli, ch...