La divina commedia, Volume 2Remondini, 1850 |
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Adunque altra amore andar anime avarizia Beatrice bella Boccaccio Boezio buon caggia Cantica canto carro Castelvetro Catone ch'è ch'io chè chiama cielo colla colui comentatori corpo cotal credo d'ogni Dante desiderio destra detto dietro diletto dimanda dimostra divina dolce donna dritto Duca ellissi Eunoè fece figliuolo Filippo il Bello forza gente giro gran grido grifone guarda immagine inferno intende l'altro l'anima l'ombra l'uno l'uomo lascia Lombardi lume luogo maggior maraviglia mente mezzo mondo monte morte mostra Nidob notte nuovo occhi ovra parlare parole passo peccato perciocchè perocchè Petrarca piangere poco Poeta poscia prego pria purga purgatorio quivi quod raggi ragione riguardo Roberto il Forte salire sentimento sino Sordello spiega spirito Stazio stelle stra suono suppl terra tosto vede veder veggio venir Venturi vero verso vidi Virgilio virtù vista vivo volge volsi vuol dire
Popular passages
Page 391 - Perchè sia colpa e duol d' una misura. Non pur per ovra delle ruote magne, Che drizzan ciascun seme ad alcun fine. Secondo che le stelle son compagne ; Ma per larghezza di grazie divine (Che. sì alti vapori hanno a lor piova, Che nostre viste là non van vicine) Questi fu tal nella sua vita nuova Virtualmente, ch'ogni abito destro Fatto averebbe in lui mirabil pruova. Ma tanto più maligno e più silvestro Si fa 'l terren col mal seme, e non colto. Quant' egli ha più di buon vigor terrestro.
Page 203 - Esce di mano a Lui che la vagheggia, Prima che sia, a guisa di fanciulla Che piangendo e ridendo pargoleggia, L'anima semplicetta che sa nulla, Salvo che, mossa da lieto Fattore, Volentier torna a ciò che la trastulla.
Page 351 - Quel dolce Pome, che per tanti rami Cercando va la cura de' mortali, Oggi porrà in pace le tue fami : Virgilio inverso me queste cotali Parole usò, e mai non furo strenuo Che fosser di piacere a queste iguali.
Page xiii - Io vidi già nel cominciar del giorno La parte orientai tutta rosata, E l'altro ciel di bel sereno adorno, E la faccia del Sol nascere ombrata, Sì che per temperanza di vapori L'occhio la sostenea lunga fiata...
Page 354 - Un' aura dolce, senza mutamento Avere in sé, mi feria per la fronte Non di più colpo che soave vento : Per cui le fronde, tremolando pronte, Tutte quante piegavano alla parte U...
Page xii - Non v'accorgete voi, che noi siam vermi Nati a formar l'angelica farfalla, Che vola alla giustizia senza schermi...
Page 210 - Ti colse nebbia per la qual vedessi Non altrimenti che per pelle talpe ' , Come, quando i vapori umidi e spessi A diradar cominciansi, la spera Del sol debilemente entra per essi : E fia la tua imagine leggiera In giugnere a veder , com' io rividi Lo sole in pria che già nel corcare era. Sì pareggiando i miei co' passi fidi Del mio maestro usci' fuor di tal nube Ai raggi morti già nei bassi lidi.
Page 257 - Tempo vegg' io, non molto dopo ancoi, Che tragge un altro Carlo fuor di Francia, Per far conoscer meglio e sé ei suoi. Senz
Page 50 - L'ossa del corpo mio sarieno ancora In co' del ponte presso a Benevento, Sotto la guardia della grave mora. Or le bagna la pioggia e move il vento Di fuor dal regno, quasi lungo il Verde, Ove le trasmutò a lume spento.
Page 95 - Dall' erba e dalli fior dentro a quel seno Posti, ciascun saria di color vinto, Come dal suo maggiore è vinto il meno. Non avea pur natura ivi dipinto, Ma di soavità di mille odori Vi facea un incognito e indistinto. Salve, Regina, in sul verde e in su...