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COMMEDIA

DI

DANTE ALLIGHIERI

COMMEDIA

DI

DANTE ALLIGHIERI

CON RAGIONAMENTI E NOTE

DI

NICCOLÒ TOMMASÉO

MILANO
PER GIUSEPPE REJNA
1854

COI TIPI DI G. BERNARDONI.

PERODA 1421

PROEMIO

Molto fu scritto intorno al secolo e al poema di Dante, molte nuove bel

lezze nel suo canto scoperte, molte preziose notizie ad illustrarlo raccolte; onde pare che nulla o poco rimanga a sapere più oltre di lui, del suo libro, dell' età nella quale egli visse. Ma cosiffatta è la natura delle cose grandi, che di quanta più luce si rischiarano intorno, più complicate appariscono, più nuove, più arcane, laddove i piccoli oggetti le tenebre e il dubbio giovano a rinvolgerli di maestà. Più studiasi l'anima di Dante, e più varia e quindi più mirabile riesce l'armonia de' quasi contrari elementi che ne costituiscono la grandezza : più studiasi quel secolo, irradiato da tanta luce di storia, di tradizioni, di poesia; e cresce il desiderio di penetrarvi più addentro, di riguardarlo da' lati men luminosi, che non sono i meno importanti, di cercare le occasioni di sì singolari effetti e gli effetti di sì memorande cagioni. Quando l' erudizione e la scienza hanno investigato, meditato, allora sorgono, quasi rampolli appiè del vero, altri dubbi più gravi. Non è del nostro intendimento penetrare quanto ha di più recondito la natura d'uomo e di secolo sì fecondi: ma non saranno qui forse inutili alcuni cenni ad indicare con quale avvertenza e disposizione convenga leggere i libri di Dante. Nè le dichiarazioni storiche, nè le estetiche considerazioni, nè le note diligentissime basteranno a dare a conoscere l'anima dell'Allighieri, che è l'anima che agitava il suo secolo, se il lettore con la propria meditazione non se ne crea a poco a poco un concetto, e non sa collocarsi nel vero punto a contemplare il gran quadro dell'uomo interprete de' dolori di un popolo.

Chi è egli dunque l'autore che postosi accanto al soglio della giustizia sapientissima, sentenzia buoni e rei, gli uni esalta e beatifica, gli altri aggrava di tormento ed infamia? Chi è egli il guerriero scienziato, l'amante teologo, il magistrato poeta, il giudice delle nazioni e de're? Perchè tante contraddizioni nella sua natura, nelle opere sue tanti toni diversi? Ora giusto come spirito più che umano, ora implacabile quasi demone, or tenero come amante? A conoscere quest'uomo tutti gl'indizii son preziosi: dispersi, accrescono le contraddizioni; raccolti, le conciliano.

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