Raccolta di poesie, tratte dai più celebri autori antichhi e moderni per cura di F. Venosta

Front Cover
Felice Venosta
1858
 

Selected pages

Common terms and phrases

Popular passages

Page 213 - Mentre ch' io rovinava in basso loco, Dinanzi agli occhi mi si fu offerto Chi per lungo silenzio parea fioco. Quando vidi costui nel gran diserto, Miserere di me, gridai a lui, Qual che tu sii, od ombra, od uomo certo.
Page 214 - Oh ! se' tu quel Virgilio e quella fonte, Che spande di parlar sì largo fiume ? Risposi lui con vergognosa fronte. O degli altri poeti onore e lume, Vagliami 'l lungo studio e il grande amore, Che m' han fatto cercar lo tuo volume. Tu se' lo mio maestro e il mio autore ; Tu se' solo colui, da cui io tolsi Lo bello stile che m
Page 221 - Che per l'effetto de' suoi ma' pensieri, Fidandomi di lui, io fossi preso E poscia morto, dir non è mestieri. Però quel che non puoi avere inteso, Cioè come la morte mia fu cruda, Udirai, e saprai se m'ha offeso.
Page 211 - Ahi quanto a dir qual' era è cosa dura Questa selva selvaggia ed aspra e forte , Che nel pensier rinnuova la paura ! Tanto è amara , che poco è più morte : Ma per trattar del ben , ch' i' vi trovai , Dirò dell' altre cose , ch' i' v' ho ' scorte. I' non so ben ridir com' i' v' entrai , Tant' era pien di sonno in su quel punto , Che la verace via abbandonai.
Page 95 - Me non nato a percotere Le dure illustri porte Nudo accorrà, ma libero, Il regno della morte. No, ricchezza né onore Con frode o con viltà II secol venditore Mercar non mi vedrà.
Page 215 - PER me si va nella città dolente, Per me si va nell' eterno dolore, Per me si va tra la perduta gente. Giustizia mosse il mio alto fattore : Fecemi la divina potestate, La somma sapienza e il primo amore. Dinanzi a me non fur cose create, Se non eterne, ed io eterno duro : Lasciate ogni speranza, voi ch' entrate .' Queste parole di colore oscuro Vid' io scritte al sommo d' una porta : Perch' io : Maestro, il senso lor m
Page 214 - Ond' io per lo tuo me' penso e discerno, Che tu mi segui, ed io sarò tua guida, E trarrotti di qui per luogo eterno...
Page 154 - Romani, addio. Siano i congedi estremi degni di noi. Lode agli Dei, vi lascio, e vi lascio Romani. Ah, conservate illibato il gran nome; e voi sarete gli arbitri della terra; e il mondo intero roman diventerà. Numi custodi di quest'almo terren, Dee protettrici della stirpe d'Enea, confido a voi questo popol d'eroi: sian vostra cura questo suol, questi tetti e queste mura.
Page 211 - Tant' era pien di sonno in su quel punto, Che la verace via abbandonai, Ma poi ch' io fui al piè d' un colle giunto, Là ove terminava quella valle, Che m' avea di paura il cor compunto ; Guardai in alto, e vidi le sue spalle Vestite già de' raggi del pianeta, Che mena dritto altrui per ogni calle.
Page 214 - Se vuoi campar d' esto loco selvaggio: Chè questa bestia, per la qual tu gride, Non lascia altrui passar per la sua via, Ma tanto lo impedisce, che l' uccide : Ed ha natura si malvagia e ria, Che mai non empie la bramosa voglia, E dopo il pasto ha più fame che pria. Molti son gli animali, a cui s' ammoglia, E più saranno ancora, infin che il veltro Verrà, che la farà morir con doglia.

Bibliographic information