Dell'amor patrio di Dante e del suo libro intorno il volgare eloquio: apologiaA spese di Pietro Penna, 1824 - 572 pages |
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Accademici della Crusca alcuna Alighieri amore antichi anzi apocope assai avea Bargagli bella Bembo Boccaccio Bologna Bolognesi buon canto canzone ch'è ch'egli ch'ei chè Cino città cittadini codici colle comune conoscere corte Crusca d'ogni Dante dialetti dice dire donna dottrina ducento erano favella fece filosofo Fiorentini Firenze furono gente gentile Giovanni Villani grammatici gran Greci grida Guittone illustre Imperocchè Italia Italiani latino legge libro lingua lingua Italica lingua Ro lingua Romana loco lode lognesi Lombardi luogo medesimo mente mostra niuno nobili nome Omero onore parlare parole patria Perciocchè Petrarca plebe plebeo poema poeta popolo provenzale pure Purg quan ragione rime romanesca Romani rustico scani scritto scrittori scrivere secolo segue Siciliani Sordello stile stima stra Toscani Toscano trova trovatori uomini uomo veggiamo vero versi Villani virtù vizj vocaboli voci voglia Volgare eloquio
Popular passages
Page 141 - ... è del rimanente non vogliate negar l'esperienza, di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza".
Page 45 - Ahi serva Italia, di dolore ostello, Nave senza nocchiero in gran tempesta, Non donna di provincie, ma bordello! Quell...
Page 19 - Ma quello ingrato popolo maligno, Che discese di Fiesole ab antico ; E tiene ancor del monte e del macigno, Ti si farà, per tuo ben far, nimico : Ed è ragion : chè tra gli lazzi sorbi Si disconvien fruttare al dolce fico. Vecchia fama nel mondo li chiama orbi ; Gente avara, invidiosa, e superba : Da' lor costumi fa che tu ti forbì.
Page 301 - O sacratissimo petto di Catone, chi presumerà di te parlare? Certo maggiormente parlare di te non si può, che tacere e seguitare Jeronimo, quando nel proemio della Bibbia, là dove di Paolo tocca, dice che meglio è tacere che poco dire.
Page 59 - Poiché fu piacere de' cittadini della bellissima e famosissima figlia di Roma, Fiorenza, di gettarmi fuori del suo dolcissimo seno (nel quale nato e nudrito fui fino al colmo della mia vita, e nel quale, con buona pace di quella, desidero con tutto il cuore di riposare l' animo stanco, e terminare il tempo che m...
Page 54 - 1 poema sacro al quale ha posto mano e ciclo e terra, sì che m'ha fatto per più anni macro, vinca la crudeltà che fuor mi serra del bello ovile ov'io dormi...
Page 16 - ... nobile città disfatta, e vituperate le leggi, e barattati gli onori in picciol tempo, i quali i loro antichi con molta fatica e con lunghissimo tempo ànno acquistato; e aspettino la giustizia di Dio, la quale per molti segni promette loro male siccome a colpevoli, i quali erano liberi da non potere esser soggiogati. 25 Dopo molti antichi mali per le discordie de...
Page 62 - Voller che le virtù fussin colonne : Madre di loda e di salute ostello, Con pura unita fede Eri beata, e colle sette donne. Ora ti veggio ignuda di tai gonne : Vestita di dolor, piena di vizii ; Fuori i leai Fabrizii ; Superba, vile, nimica di pace. O disnorata te! specchio di parte, Poichè se...
Page 19 - Ed egli a me: Se tu segui tua stella, Non puoi fallire a glorioso porto, Se ben m
Page 28 - ... numeri e delle rime scendessero per gli orecchi : e in quella nuova soavità rapissero le menti ei cuori di coloro che si vivevano nella pazzia e nel vituperio di tante colpe. Le quali Dante viene poi noverando per molti luoghi fino al termine del suo viaggio; onde si chiarisca bene questo essere il vero ed occulto fine del suo poema. E il dice apertamente nel libro del volgare eloquio : dove discorrendo le materie del volgare illustre, insegna, ch'ellesieno tre.