La Divina commedia: ridotta a miglior lezione, coll' aiuto di vari testi a penna, Volume 2F. Le Monnie e.compagni, tipografi, 1839 |
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abbiamo Accademici della Crusca alcuni altre antiche edizioni Angelico Antaldino antichi Accademici approvata avea Bartol beatina Beatrice Benvenuto da Imola Biagioli buon Buti CANTO CANTO TRENTESIMO cardiani Caribo Cesari chè ciani Codice Bartoliniano Codice Caetani Codice Poggiali Codice Pucciano Codici Pucciani coi Riccardiani 1004 colla Nidobeatina comento d'Aldo Daniello Dante Antinori detto dice dire Divina Commedia e i Patavini e i Riccardiani Editori Fiorentini Florio Frullani e Poggiali Inferno l'abbiamo l'antica lezione l'edizione Landino lebbre leggono lezione della Crusca lezione della Nidobeatina Lombardi Luca Martini luogo Magl Magliab Magliabechiano margine medesimo meglio mente messa nel testo migliori Monti Nidobea parole Patavini 9 Patavino 316 Patavino 67 piacque Poeta Purgatorio quattro Patavini ragione Riccardiani 1004 Riccardiano 1031 scritto segnato seguente seguita senso stampa Stuardiano sull'autorità terzina toliniano trova Val Camonica variante Vaticano veduti dagli Accademici Vellutello Veneziana del 1491 verso Virgilio Vocabolario zione
Popular passages
Page 159 - Lì si vedrà il duol, che sopra Senna Induce, falseggiando la moneta, Quei che morrà di colpo di cotenna. Lì si vedrà la superbia, ch' asseta, Che fa lo Scotto, e l' Inghilese folle, Sì, che non può soffrir dentro a sua meta.
Page 16 - Sì che m' ha fatto per più anni macro, Vinca la crudeltà, che fuor mi serra Del bello ovil, dov' io dormii agnello Nimico ai lupi, che gli danno guerra ; Con altra voce omai, con altro vello Ritornerò poeta, ed in sul fonte Del mio battesmo prenderò il cappello ; Perocchè nella Fede, che fa conte L' anime a Dio, quivi entra' io, e poi Pietro per lei sì mi girò la fronte.
Page 31 - O Tosco che per la città del foco Vivo ten vai così parlando onesto , Piacciati di restare in questo loco : La tua loquela ti fa manifesto Di quella nobil patria natio Alla qual forse fui troppo molesto. Subitamente questo suono uscio D* una dell' arche ; però m' accostai, Temendo, un poco più al duca mio.
Page 74 - Già cieco a brancolar sovra ciascuno, E due di' li chiamai poi che fur morti : Poscia, più che il dolor, potè il digiuno. 76 Quand'ebbe detto ciò, con gli occhi torti Riprese il teschio misero co' denti, Che furo all'osso, come d'un can, forti.
Page 31 - Volgiti ; che fai ? vedi là Farinata che s'è dritto : dalla cintola in su tutto '1 vedrai.
Page 86 - ve '1 vocabol suo diventa vano, arriva' io forato ne la gola. fuggendo a piede e sanguinando il piano. Quivi perdei la vista e la parola; nel nome di Maria fini', e quivi caddi, e rimase la mia carne sola.
Page 2 - Poi che fu piacere de li cittadini de la bellissima e famosissima figlia di Roma, Fiorenza, di gittarmi fuori del suo dolce seno...
Page 3 - Io aveva una corda intorno cinta , E con essa pensai alcuna volta Prender la lonza alla pelle dipinta. Poscia che l' ebbi tutta da me sciolta , Sì come 'l Duca m' avea comandato , Porsila a lui aggroppata e ravvolta; Ond...
Page viii - Di cuoio e d' osso, e venir dallo specchio La donna sua, senza 'l viso dipinto : E vidi quel de' Nerli, e quel del Vecchio Esser contenti alla pelle scoverta, E le sue donne al fuso, ed al pennecchio. O fortunate ! e ciascuna era certa Della sua sepoltura, ed ancor nulla Era per Francia nel letto deserta. L...
Page 1 - Ed ecco, quasi al cominciar dell' erta, Una lonza leggiera e presta molto, Che di pel maculato era coverta. E non mi si partia dinanzi al volto; Anzi impediva tanto il mio cammino, Ch' io fui per ritornar più volte volto. Tempo era dal principio del mattino; E il Sol montava in su con quelle stelle Ch...