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SUL

COMENTO ANALITICO

DELLA

DIVINA COMMEDIA

PUBBLICATO

DAL SIG. GABRIELE ROSSETTI

TRADOTTE DALL' INGLESE

CON LA RISPOSTA DEL SIG. ROSSETTI

CORREDATA DI NOTE IN REPLICA.

FIRENZE

NELLA STAMPERIA DI L. MARCHINI

DA 250.2

1884, May 24. Gift fo

The Dante Society.

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Nel

el 1826 il Sig. Rossetti pubblicò in Londra il primo volume del suo Comento Analitico della Divina Commedia, e quasi contemporaneamente Ugo Foscolo diede alla luce il suo Discorso sul Testo di Dante. Ammirator dell' Alighieri, lessi amendue gli interpreti è ne scrissi una critica, che, accre sciuta oltre i limiti proposti, fu divisa in due parti, di cui la prima, concernente all'opera. di Foscolo soltanto, si stampò nel N. 13 della Rivista di Westminster nell' Ottobre 1826, Quella prima parte conchiudeva come segue. Ci proponiamo d'analizzare il commento su Dante teste pubblicato dal sig. Rossetti, di ,, cui ora non possiamo parlare appieno. Le ,, sue strane fantasie formano un singolar con,, trasto alla dotta critica che abbella le ri cerche del Foscolo.

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Nel secondo volume del suo Comento Analitico, fatto di pubblica ragione nel 1827,

in termini da trivio quelli che, avendo la sorte di non convenir seco lui, non lo attaccavano a fronte aperta ( pag. 553 ). Gli articoli delle Riviste letterarie Inglesi essendo anonimi, mi trovai onorato delle sue ingiurie, lo che m' indusse a pubblicar la seconda parte di quella mia critica. Essa uscì nell'Ottobre 1828, inserita nel num. 3. della Rivista Straniera Foreign Review), anonima come la prima. 165 9.

Il dotto commentator di Dante esce ora in campo con una nuova opera ( nella quale ha ristampato molte pagine ad verbum di quei due volumi di Comento Analitico ) sullo spirito antipapale che produsse la riforma; e non pago d'accusarmi d'ignoranza, qui taccia d' inurbanità e di mala fede. Ristampo tradotta in italiano la mia Critica, qual fu inserita nella Rivista Straniera, ed insiem con essa la Risposta del sig. Rossetti, corredata di brevissime note. GI' Italiani per cui egli scrive potranno così giudicare di lui edi me. Anche quelli che concederanno a lui quanta superiorità di talenti e di dottrina egli modestamente assume, riconosceranno in me quella buona fede, ch' egli mi nega, con più audacia che fondamento. E leggendo gli elogic di cui lo colmai a pag. 30, vedranno

com' egli abbia urbanamente corrisposto alla gentilezza con cui io resi giustizia alla sincerità delle sue opinioni.

Non cercherò difendere le frasi o vivaci o ironiche di cui potessi aver abusato; le scuserò col dire che furon aggiunte dopo che il sig. Rossetti ebbe pubblicato il secondo volume del suo Comento Analitico.

Mi son astenuto dal far parola nelle seguenti pagine, del nuovo libro del sig. Rossetti, parendomi inutile il perder tempo intorno alle sue teorie. Egli pretende che non solo Dante, ma Petrarca, Boccaccio, Chaucer, i Novellieri, Romanzieri, Trovatori, Trovèri, Bardi, tutti in somma al risorger delle lettere, Italiani, Francesi, Inglesi, scrivessero in un linguaggio mistico, allegorico, e intelligibile solo a certi settari che, secondo lui, si lasciavan condurre da questi scrittori. Non contento di ciò, asserisce che nello scorso secolo Swedenborg (matto solenne e notorio dettò le pazze sue carte in questo linguaggio mistico. Egli trova, che il Canzonier del Petrarca non è una raccolta di poesie amorose, ma politiche, e nega che Laura fosse una donna amata dal cantore di lei; scopre nelle lascive novelle d'Alibech, Ferondo, e Frate Puccio, una segreta relazione tra il nobile della severa Divina Commedia, e il co

scopo

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