Comedia di Dante degli Allagherii, Volume 1; Volume 38Tipografia Regia, 1866 - 588 pages |
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acciò aduce alcuna Alichino Anfiarao anime appare nel testo appellato Archiginnasio di Bologna Atamante avea avea nome Benvenuto da Imola bolgia bolognese Capaneo capitolo ch'è ch'elli ch'io chè chiosa ciascuno cielo Codice colla colui com'è detto Comedia Commento consequens Cortonese costui cotali Dante demonii Di-Bagno dire disseno ditto elli ello erano errore eziandio facea fece figliuolo funno furono gente giuso imagine imperquello inferno innanzi l'altro l'anima l'autore l'uno Lana Land laneo Laur luogo Maestro Malacoda Maometto messer mondo Mordret morte overo parlare peccato peccatori pena persona piè poema mostrando poeti Poscia possanza predetto punisce quæ quod ragione Riccardiano s'elli santo sapere Segue lo poema sichè sicome sicome appare sicome dice signoria simile soggiunge sovra suso Tebe terra tratto umana uomo vedere veggendo verso vide Vind Vindelina Virgilio vizio vuole Witte
Popular passages
Page 119 - Per me si va nella città dolente; Per me si va nell'eterno dolore; Per me si va tra la perduta gente. Giustizia mosse il mio alto Fattore : Fecemi la divina Potestate, La somma Sapienza e il primo Amore. Dinanzi a me non fur cose create Se non eterne, ed io eterno duro: Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate ! Queste parole di colore oscuro Vid'io scritte al sommo d'una porta; Perch'io: Maestro, il senso lor m
Page 382 - Lo villanello, a cui la roba manca, Si leva, e guarda, e vede la campagna Biancheggiar tutta, ond' ei si batte l'anca ; Ritorna a casa, e qua e là si lagna.
Page 105 - Risposi lui con vergognosa fronte. O degli altri poeti onore e lume, Vagliami il lungo studio e il grande amore, Che m' ha fatto cercar lo tuo volume. Tu se...
Page 145 - La bufera infernal, che mai non resta, Mena gli spirti con la sua rapina ; Voltando e percotendo li molesta. Quando giungon davanti alla ruina, Quivi le strida, il compianto e il lamento ; Bestemmian quivi la virtù Divina.
Page 493 - Come un poco di raggio si fu messo Nel doloroso carcere, ed io scorsi Per quattro visi il mio aspetto stesso; Ambo le mani per clolor mi morsi. E quei, pensando ch...
Page 150 - O animai grazioso e benigno, Che visitando vai per l'aer perso Noi che tignemmo il mondo di sanguigno; Se fosse amico il re dell' universo, Noi pregheremmo lui per la tua pace, Poi c'hai pietà del nostro mal perverso.
Page 326 - Puttaneggiar co' Regi a lui fu vista ; Quella , che con le sette teste nacque , E dalle diece corna ebbe argomento , Fin che virtute al suo marito piacque. Fatto v'avete Dio d'oro e d'argento : E che altro è da voi ali' idolatre , Se non ch
Page 108 - Ond' io per lo tuo me' penso e discerno, Che tu mi segui, ed io sarò tua guida, E trarrotti di qui per luogo eterno...
Page 274 - Se ben m' accorsi nella vita bella. E s' io non fossi sì per tempo morto, Veggendo il Cielo a te così benigno, Dato t' avrei ali' opera conforto. Ma quelF ingrato popolo maligno, Che discese di Fiesole ab antico, E tiene ancor del monte e del macigno, Ti si farà, per tuo ben far, nimico. Ed è ragion ; che tra li lazzi sorbi Si disconvien fruttare il dolce fico. Vecchia fama nel mondo li chiama orbi ; Gente avara, invidiosa e superba : Da' lor costumi fa che tu ti forbì.
Page 152 - Quella lettura, e scolorocci il viso : Ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro, e chi lo scrisse : Quel giorno più non vi leggemmo avante. Mentre che F uno spirto questo disse, L' altro piangeva sì, che di pietade Io venni men, così com' io morisse, E caddi come corpo morto cade.