Saggio del Dante in Ravenna: (Rivista bolognese di scienze, lettere, arti e senole.).Fava e Garagnani, 1867 - 19 pages |
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abitò adunque afferma allora altra amico anno atto avrebbe Balbo bella bene Bologna buon canto cardinale casa chiamano chiesa ciascuna Clero colle colui concetto congregazione Conv creature credere crudeltà d'ogni Dante Dante in Ravenna dato dice dire diritto dottrina dura ecco facendo facile fama Fantuzzi fare fermo figliuolo filosofia fiorentini fosse giammai Giovanni gloria gran guelfi Guido Guido Novello guisa immediata intendere interpretare lavoro legati lettere levata libri lungo luogo mani Maria meglio mente morte Muro natura padre Paradiso parla parole patria pensava Pietro Pietro Alighieri poco poema poeta Poggetto Polentano possa posta poter poteva procurazioni propria ragione Ravenna rendere rispetto ritorno Sacro Santa sapere sarà scritte scrivere secoli seguire sentirsi signore simile sino somma soverchia speranza Sperava stabilito Stefano storia TEODORICO LANDONI Testo Trasmutabile trattarono trovare Troya uguale unicamente uomo vecchie vedere vero versi virtù visitazione Zenzanigola
Popular passages
Page 524 - Del bello ovile ov'io dormii agnello Nimico ai lupi che gli danno guerra; Con altra voce ornai, con altro vello Ritornerò poeta, ed in sul fonte Del mio battesmo prenderò il cappello...
Page 524 - ... agnello, nimico ai lupi che gli danno guerra; con altra voce ornai, con altro vello ritornerò poeta; ed in sul fonte del mio battesmo prenderò '1 cappello; però che ne la fede, che fa conte l'anime a Dio, quivi intra' io, e poi Pietro per lei sì mi girò la fronte. Indi si mosse un lume verso noi di quella spera ond'uscì la primizia che lasciò Cristo de...
Page 524 - L'uno al pubblico segno i gigli gialli oppone, e l'altro appropria quello a parte, sì ch'è forte a veder chi più si falli.
Page 530 - Quivi la donna mia vid' io sì lieta, Come nel lume di quel ciel si mise', " . Che più lucente se ne fe' il pianeta. E se la stella si cambiò e rise ; Qual mi fec' io che pur di mia natura Trasmutabile son per tutte guise!
Page 523 - Perocchè conosceva sua bontade, E la sua fantasia; ond'egli appieno Dato gli avea l'albitrio e libertade, Della qual fu più vago, al mio parere, Che di ricchezze o d'altra nobiltade. Provisione avea da cavaliere. Ed era ben servito ed onorato : Andare e star potea al suo piacere. E quel ch...
Page 531 - Vien dietro a me, e lascia dir le genti; Sta, come torre, fermo, che non crolla Giammai la cima per soffiar di venti. li Che sempre l'uomo, in cui pensier rampolla -* Sovra pensier, da sé dilunga il segno, Perché la foga 1* un dell
Page 531 - Dio, si cambiò facendosi oltre 1' usato lucente, si pensi quale mi facessi io, che per la mia qualità di creatura non immediata, sono necessariamente e continuamente trasmutabile a tutte le esteriori impressioni, piacevoli o dolorose ch'elle sieno.
Page 528 - Oh misera , misera patria mia ! quanta pietà mi stringe per te, qual volta leggo, qual volta scrivo cosa che a reggimento civile abbia rispetto!
Page 517 - Pietro Alighieri, chiamato forse per giudice , da Verona era venuto in Ravenna. Quivi abitò la contrada di santa Maria in Zenzanigola e di san Stefano in Muro: e quale abitator n. 4 di essa contrada fu egli richiesto in nome del cardinal del Poggetto nel 4 Gennaio i82i a dare le procurazioni ovvero il vitto all' arcivescovo di Bologna , che visitava la Chiesa vacante di Ravenna.
Page 510 - Saggio del Dante in Ravenna, lavoro diviso in quattro libri che sta tuttora compiendosi, Bologna 1867.