La Divina commedia, Volume 1Negli Occhi Santi di Bice, 1820 - 612 pages |
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Albani alcun allor Amor ànno appresso aspecto assai avea avegna Barbariccia Beatrice buon c'al cagion CANTO CANTO DECIMO CANTO OTTAVO CANTO QUARTO CANTO QUINTO CANTO SESTO CANTO SETTIMO CANTO TERZO CANTO TRENTESIMO ch'è ch'i chè chemmi ciascun Ciel colui cominciò convien cotal cotanto d'ogni decto dextra dico dietr dilecto dimanda dinanzi disio diss Divina dolce Donna dricto drizò Duca elli eterno facto fece fiamma Filliuol foco fùmo Gente gira giuso Gratia gridò guarda Indi Iustitia l'altro l'anima l'eterno l'ombra l'un letitia loco Luce lume Maestro maravillia mente mezo Mondo Monte mosse mozo ntellecto occhi omai ovra parea parlar parole pecto pianta piè poco poscia pria puote PURG quei quinci quivi raggio rispose rota Santo sanza sovra spira spirto Stelle suso terra tosto tracto trista veder vedi veggio venir vidi Virgilio virtù viso vista vollia volse ymagine
Popular passages
Page 304 - Però convenne legge per fren porre: Convenne rege aver, che discernesse Della vera cittade almen la torre. Le leggi son ; ma chi pon mano ad esse ? Nullo: però che 'l pastor che precede, Ruminar può, ma non ha l'unghie fesse. Per che la gente , che sua guida vede Pure a quel ben ferire , ond' ella è ghiotta , Di quel si pasce , e più oltre non chiede.
Page 58 - O Tosco, che per la città del foco Vivo ten vai così parlando onesto, Piacciati di ristare in questo loco. La tua loquela ti fa manifesto Di quella nobil patria natio, Alla qual forse fui troppo molesto. Subitamente questo suono uscio D' una dell' arche : però m' accostai, Temendo, un poco più al duca mio.
Page 371 - Quel dolce pome, che per tanti rami Cercando va la cura de' mortali, Oggi porrà in pace le tue fami: Virgilio inverso me queste cotali Parole usò, e mai non furo strenne Che fosser di piacere a queste iguali.
Page 32 - Per più fiate gli occhi ci sospinse Quella lettura, e scolorocci il viso: Ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante: Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: Quel giorno più non vi leggemmo avante.
Page 42 - Ella provvede, giudica e persegue Suo regno, come il loro gli altri Dei. Le sue permutazion non hanno triegue: Necessità la fa esser veloce; Sì spesso vien chi vicenda consegue. Quest' è colei, ch' è tanto posta in croce Pur da color che le dovrian dar lode, Dandole biasmo a torto e mala voce. Ma ella s' è beata, e ciò non ode: Con l'altre prime creature lieta Volve sua spera, e beata si gode.
Page 275 - Che fama avrai tu più, se vecchia scindi Da te la carne, che se fossi morto Innanzi che lasciassi il pappo e il dindi, Pria che passin mill...
Page 525 - Com' occhio per lo mare, entro s' interna ; 60 Che benchè dalla proda veggia il fondo, In pelago nol vede, e nondimeno Egli è, ma cela lui 1' esser profondo. Lume non è, se non vien dal sereno Che non si turba mai, anzi è tenebra, Od ombra della carne, o suo veneno. Assai t' è mo aperta la latebra, Che t...
Page 115 - Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre, Non la tua conversion, ma quella dote Che da te prese il primo ricco patre!
Page 157 - Diretro al sol, del mondo senza gente. Considerate la vostra semenza: Fatti non foste a viver come bruti, Ma per seguir virtute e conoscenza. Li miei compagni fec' io sì acuti, Con questa orazion picciola, al cammino, Che appena poscia gli avrei ritenuti. E volta nostra poppa nel mattino, De' remi facemmo ale al folle volo, Sempre acquistando del lato mancino.
Page 512 - La contingenza, che fuor del quaderno Della vostra materia non si stende, Tutta è dipinta nel cospetto eterno. Necessità però quindi non prende, Se non come dal viso in che si specchia Nave che per torrente giù discende. Da indi, sì come viene ad orecchia Dolce armonia da organo, mi viene A vista il tempo che ti s