La divina commedia, Volume 1G. Silvestri, 1829 |
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Adunque alcun Alfieri Alichino anime assai Barbariccia bella Boccaccio Boezio bolgia Calcabrina Canto Centauro Cerbero ch'è ch'egli ch'ei ch'io chè chiama cielo colle colui comentatori corpo Costruzione costui cotal credo Crusca cuore d'ogni Dante detto diavoli dice dicesi dimostra dipinge divina Divina Commedia dolore Duca ellissi Eneide essendo fece Fialte fiamma fiera Flegetonte Flegias forza fosso gente Gerione gran grido inferno intendere l'altro l'anima l'un l'uomo lagrime lascia legge lettore lingua Lombardi Lucifero luogo Maestro maggior Malacoda maraviglia mente mezzo Michel Zanche mondo monte morte mostra Nidob nuova occhi parlare parole passo paura pensiero perciocchè Petrarca piè piedi piglia poco Poeta poscia puniti puote quivi ragione ripa s'ha scoglio seguente selva sentimento serpente significa similitudine sottintendi sovra spiega spirito stra suono Tebe terra testa tosto trista vece veder vedere Venturi verbo verso vidi Virgilio vizj vuol dire
Popular passages
Page 332 - Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre, Non la tua conversion, ma quella dote Che da te prese il primo ricco patre!
Page 47 - Acheronte. Allor con gli occhi vergognosi e bassi, Temendo no 'l mio dir gli fusse grave , 80 Infino al fiume di parlar mi trassi. Ed ecco verso noi venir per nave Un vecchio bianco per antico pelo , Gridando: Guai a voi anime prave: Non isperate mai veder lo cielo. 85 I' vegno per menarvi all' altra riva , Nelle tenebre eterne, in caldo e in gelo: E tu che se' costì, anima viva, Partiti da cotesti che son morti.
Page 9 - Tal mi fece la bestia senza pace , Che, venendomi incontro, a poco a poco Mi ripingeva là, dove il Sol tace.
Page 16 - Alle qua' poi se tu vorrai salire , Anima fia a ciò di me più degna: Con lei ti lascerò nel mio partire ; Che quell' iinperator , che lassù regna , Perch' io fui ribellante alla sua legge, Non vuoi che 'n sua città per me si vegna. In tutte parti impera, e quivi regge: Quivi è la sua cittade, e l'alto seggio: O felice colui , cu' ivi elegge ! Ed io a lui : Poeta, i...
Page 158 - E non fe' motto a noi; ma fé sembiante D'uomo, cui altra cura stringa e morda, Che quella di colui che gli è davante: E noi movemmo i piedi in ver la terra, Sicuri appresso le parole sante. Dentro v'entrammo senza alcuna guerra: Ed io, ch...
Page 224 - Come l'altre, verrem per nostre spoglie, Ma non però ch'alcuna sen rivesta ; Chè non è giusto aver ciò ch'uom si toglie. Qui le strascineremo, e per la mesta Selva saranno i nostri corpi appesi, Ciascuno al prun dell'ombra sua molesta.
Page 532 - ... d'Achille e del suo padre esser cagione prima di trista e poi di buona mancia.
Page 284 - Che passa i monti, e rompe mura ed armi; Ecco colei che tutto il mondo appuzza. SI cominciò lo mio Duca a parlarmi; Ed accennolle che venisse a proda, Vicino al fin de
Page 567 - Che per l' effetto de' suo' ma' pensieri, Fidandomi di lui, io fossi preso E poscia morto, dir non è mestieri. Però quel che non puoi avere inteso, Ciò è come la morte mia fu cruda, Udirai, e saprai se m
Page 43 - Questi non hanno speranza di morte, e la lor cieca vita è tanto bassa, che invidiosi son d' ogni altra sorte. Fama di loro il mondo esser non lassa, misericordia e giustizia gli sdegna: non ragioniam di lor, ma guarda e passa." Ed io, che riguardai, vidi una insegna, che girando correva tanto ratta, che d' ogni posa mi pareva indegna; e dietro le venia si lunga tratta di gente, eh' io non avrei mai creduto, che morte tanta n