Opere volgari di Giovanni Boccaccio: cor, su i testi a penna, Volumes 16-17

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Per il Magheri, 1834
 

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Popular passages

Page 103 - L'alta mia fantasia pronta e sicura passò il tartareo e poi '1 celeste regno, e '1 nobil mio volume feci degno di temporale e spiritai lettura. Fiorenza gloriosa ebbi per madre, anzi matrigna a me pietoso figlio, colpa di lingue scellerate e ladre. Ravenna fummi albergo nel mio esiglio; ed ella ha il corpo, e l'alma il sommo Padre, presso cui invidia non vince consiglio.
Page 87 - Se a' miseri alcuna fede si dee , io vi giuro per la dolente anima mia , che non altrimenti alla cartaginese Didone la partita del Troiano Enea fu grave , che fosse a me la vostra...
Page 44 - ... ea me marcidi e rappresi umori sputare. E non è maraviglia : mezzi vestiti, quasi tutti di sottilissimi e manicati pannicelli, presso al ginocchio nudi, e disorrevoli e tremanti, scostumati, affamati, a guisa di fiere trangugiavano le vivande poste loro innanzi.
Page 35 - In iscambio de' solleciti avvolgimenti e continui de' cittadini, veggio campi, colli e alberi -di verdi fronde e di fiori varii rivestiti, cose semplicemente dalla natura prodotte, dove ne...
Page 52 - Intorn'ad una fonte, in un pratello di verdi erbette pieno e di bei fiori, sedean tre angiolette, i loro amori forse narrando, ed a ciascuna '1 bello viso adombrava un verde ramicello ch'i capei d'or cingea, al qual di fuori e dentro insieme i dua vaghi colori avvolgeva un suave venticello.
Page 167 - Quali per vetri trasparenti e tersi, O ver per acque nitide e tranquille, Non sì profonde che i fondi sien persi, Tornan de' nostri visi le postille Debili sì, che perla in bianca fronte Non vien men tosto alle nostre pupille; Tali vid...
Page 62 - ... una angioletta. Io che seguendo lei vedeva farsi da tutte parti incontro a rimirarla gente, vedea come miracol nuovo. Ogni spirito [mio] in me destarsi sentiva, e con amor di commendarla sazio non vedea mai il ben ch'io provo.
Page 95 - Dio a quell'eletta, nel suo partir di questo mondo rio; or se' colà, dove spesso il desio ti tirò già per veder Lauretta; or sei dove la mia bella Fiammetta siede con lei nel cospetto di Dio. Or con Sennuccio e con Cino e con Dante vivi, sicuro d'etterno riposo, mirando cose da noi non intese.
Page 13 - DANTE , mo ( acciocché io taccia per meno vergogna di noi, i ghiottoni, i tavernieri , e gli altri di simile lordura disonesti uomini) assai, i quali, quale con continenza gravissima, quale con non dir mai parola ; e chi...
Page 48 - Baia, e il loco: boschi selvaggi le tue piagge sieno, e le tua fonti diventin veneno, né vi si bagni alcun molto né poco: in pianto si converta ogni tuo gioco, e suspetto diventi el tuo bel seno a...

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