Opere volgari di Giovanni Boccaccio: cor, su i testi a penna, Volumes 16-17Per il Magheri, 1834 |
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acciocchè adunque Affrico alcuna Alimena alquanto altra amico Amor animo ANTONIO PUCCI appresso assai Atalante avea avea nome avesse bella Blandizio Boccaccio cacciato canzone Certaldo ch'io chè chiace ciascun ciel colei colla colui contento costei credo Dante dardo Decamerone decti Diana dice diletto dimora disio doglia dolce dolente dolore donna Fiesol figliuolo fortuna fuggir giammai giorno giovane GIOVANNI BOCCACCIO Giraffon gran grandissimo imperadore ingegno lagrime lasciata levato lieto Lucrezia madre maraviglia Mecenate meco medesimo Mensola mente messer Minturno mirando misera monte morte mostra Mugnon Niccola Acciaiuoli ninfe niuna occhi oimè omai onore padre parole pensier perocchè Petrarca petto piangendo pietosa pigliare poco poeta possa prego quivi quod ragione rime saette seguitare sento signore Sinedecchia sonetto sospiri spero suto Teseide tosto trovato uomo Urbano vede vedea veggio venuto vide viso voglia volte voluto ZANOBI DA STRADA
Popular passages
Page 103 - L'alta mia fantasia pronta e sicura passò il tartareo e poi '1 celeste regno, e '1 nobil mio volume feci degno di temporale e spiritai lettura. Fiorenza gloriosa ebbi per madre, anzi matrigna a me pietoso figlio, colpa di lingue scellerate e ladre. Ravenna fummi albergo nel mio esiglio; ed ella ha il corpo, e l'alma il sommo Padre, presso cui invidia non vince consiglio.
Page 87 - Se a' miseri alcuna fede si dee , io vi giuro per la dolente anima mia , che non altrimenti alla cartaginese Didone la partita del Troiano Enea fu grave , che fosse a me la vostra...
Page 44 - ... ea me marcidi e rappresi umori sputare. E non è maraviglia : mezzi vestiti, quasi tutti di sottilissimi e manicati pannicelli, presso al ginocchio nudi, e disorrevoli e tremanti, scostumati, affamati, a guisa di fiere trangugiavano le vivande poste loro innanzi.
Page 35 - In iscambio de' solleciti avvolgimenti e continui de' cittadini, veggio campi, colli e alberi -di verdi fronde e di fiori varii rivestiti, cose semplicemente dalla natura prodotte, dove ne...
Page 52 - Intorn'ad una fonte, in un pratello di verdi erbette pieno e di bei fiori, sedean tre angiolette, i loro amori forse narrando, ed a ciascuna '1 bello viso adombrava un verde ramicello ch'i capei d'or cingea, al qual di fuori e dentro insieme i dua vaghi colori avvolgeva un suave venticello.
Page 167 - Quali per vetri trasparenti e tersi, O ver per acque nitide e tranquille, Non sì profonde che i fondi sien persi, Tornan de' nostri visi le postille Debili sì, che perla in bianca fronte Non vien men tosto alle nostre pupille; Tali vid...
Page 62 - ... una angioletta. Io che seguendo lei vedeva farsi da tutte parti incontro a rimirarla gente, vedea come miracol nuovo. Ogni spirito [mio] in me destarsi sentiva, e con amor di commendarla sazio non vedea mai il ben ch'io provo.
Page 95 - Dio a quell'eletta, nel suo partir di questo mondo rio; or se' colà, dove spesso il desio ti tirò già per veder Lauretta; or sei dove la mia bella Fiammetta siede con lei nel cospetto di Dio. Or con Sennuccio e con Cino e con Dante vivi, sicuro d'etterno riposo, mirando cose da noi non intese.
Page 13 - DANTE , mo ( acciocché io taccia per meno vergogna di noi, i ghiottoni, i tavernieri , e gli altri di simile lordura disonesti uomini) assai, i quali, quale con continenza gravissima, quale con non dir mai parola ; e chi...
Page 48 - Baia, e il loco: boschi selvaggi le tue piagge sieno, e le tua fonti diventin veneno, né vi si bagni alcun molto né poco: in pianto si converta ogni tuo gioco, e suspetto diventi el tuo bel seno a...