Scritti per fanciulli: uniti alle Letture di famiglia, Volume 4Tipografia Galilejana., 1853 |
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alcuni allora altre alunni anco animo avea avete Barb bella bisogno buon Carlo Carlo di Valois casa chè chiama chiesa Chiesa del Redentore cielo Cimabue città cittadini colla cometa cometa di Halley conoscere consiglio Corso Donati credere cuore Dagherrotipista Dianora dice DINO COMPAGNI dire educazione ellissi erano Estella famiglia fanciulli fare Faust fece figli figliuoli Fiorentini fiori Firenze forza furono genitori Ghibellini Giano della Bella giardino Giornico giorno Giotto giovinetto gran Guelfi l'Estella lasciò lavoro legge maestro maggior mamma mano medesimo mente Messer mezzo nemici Nicolao nome nuovo opera padre parallasse parlare parole passi patria perielio piante poco popolo possa potuto povero pubblica pure ragione Santa sapere sarà SCENA scuola Sempach sentire signor società stelle storia studj Svizzera terra THOUAR tornare Toscana trova Untervaldo uomini vedere vegetabile venire vero virtù vizj voglio voluto zione
Popular passages
Page 156 - ... viva; se non che una manina bianca a guisa di cera spenzolava da una parte, con una certa inanimata gravezza, e il capo posava sull'omero della madre, con un abbandono più forte del sonno: della madre, che, se anche la somiglianzà de' volti non n'avesse fatto fede, l'avrebbe detto chiaramente quello de' due ch'esprimeva ancora un sentimento.
Page 304 - ... più savi di questa città è stato detto e consigliato, in pubblica e privata adunanza, non doversi intraprendere le cose del Comune, se il concetto non è di farle corrispondenti ad un cuore, che vien fatto grandissimo perché composto dell'animo di più cittadini uniti insieme in un solo volere. » Arnolfo figlio magnanimo della Repubblica intese bene questo linguaggio che, come fu detto, pare de...
Page 156 - Portava essa in collo una bambina di forse nov'anni, morta; ma tutta ben accomodata, co" capelli divisi sulla fronte, con un vestito bianchissimo, come se quelle mani l'avessero adornata per una festa promessa da tanto tempo, e data per premio. Né la teneva a giacere, ma sorretta, a sedere sur un braccio, col petto appoggiato al petto, come se fosse stata viva; se non che una manina bianca a guisa di cera spenzolava da una parte, con una certa inanimata gravezza, e il capo posava...
Page 156 - La sua andatura era affaticata, ma non cascante ; gli occhi non davan lacrime, ma portavan segno d'averne sparse tante ; c'era in quel dolore un non so che di pacato e di profondo, che attestava un'anima tutta consapevole e presente a sentirlo. Ma non era il solo suo aspetto che, tra tante miserie, la indicasse così particolarmente alla pietà, e ravvivasse per lei quel sentimento ormai stracco e ammortito ne
Page 146 - Posato al nido de' suoi dolci nati La notte che le cose ci nasconde, Che, per veder gli aspetti desiati, E per trovar lo cibo onde gli pasca, In che i gravi...
Page 146 - Io vidi già nel cominciar del giorno la parte orientai tutta rosata, e l'altro ciel di bel sereno adorno; e la faccia del sol nascere ombrata, sì che, per temperanza di vapori, l'occhio la sostenea lunga fiata: così dentro una nuvola di fiori che da le mani angeliche saliva e ricadeva in giù dentro e di fori, sovra candido vel cinta d'uliva donna m'apparve, sotto verde manto vestita di color di fiamma viva.
Page 157 - ... lo potè vedere; poi disparve. E che altro potè fare, se non posar sul letto l'unica che le rimaneva, e mettersele accanto per morire insieme? come il fiore già rigoglioso sullo stelo cade insieme col fiorellino ancora in boccia, al passar della falce che pareggia tutte l'erbe del prato.20 — O Signore! — esclamò Renzo: — esauditela! tiratela a voi, lei e la sua creaturina: hanno patito abbastanza! hanno patito abbastanza!
Page 111 - Cerchi con un suo figliuolo cavaliere alla costa di sé. Furono rotti gli Aretini, non per viltà né per poca prodezza, ma per lo soperchio de
Page 150 - Lieta dell'aer tuo veste la Luna di luce limpidissima i tuoi colli per vendemmia festanti, e le convalli popolate di case e d'oliveti mille di fiori al ciel mandano incensi: e tu prima, Firenze, udivi il carme che...
Page 148 - Lo ministro maggior della natura, Che del valor del cielo il mondo imprenta, E col suo lume il tempo ne misura...