I dialoghi di Torquato Tasso, Volume 2F. Le Monnier, 1858 |
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A. F. Assai A. F. Così stimo Alcibiade alcuna altra amanti anzi Aristotele avenire aviene bellezza benefattiva biltà buona Cambise cavaliero CAVEDONI ch'a ch'è ch'ella ch'io chè chiamati ciascuno città colui concede conosciuta convenevolmente credo d'alcuna debba degno desiderio detto dialogo dice diffinito diffinizione dignità direm donna dubbio effetti Enea Evandro fama fiate figliuolo filosofo fortuna furono giudicio giuoco gloria Gonzaga guisa Iddio istesso l'altra l'amore l'anima l'intelletto l'istessa l'onore l'una l'uomo laonde legge maggior maraviglia medesimo Melicerta mente natura niuna nobiltà nome onore operazion opinione padre Palamede Pallante pare parimente parole Pelope peraventura perciochè perfezione piace picciole Platone Plutarco poeti possa principe prudenza ragione ragionevole republica ricchezze risguardo ritrova s'ella sarà Scipione Gonzaga Senofonte serenissima signora siano signor Annibale signora Margherita Socrate sogliono stirpe Tarquinia Tasso TORQUATO TASSO tosto Tuttavolta uomini valore veggio vero vincere virtù di schiatta virtù morali vittoria zione
Popular passages
Page 244 - Timeo dell' anime argomenta Non è simile a ciò che qui si vede, Però che, come dice, par che senta. Dice che l' alma alla sua stella riede, Credendo quella quindi esser decisa, Quando natura per forma la diede. E forse sua sentenza è d' altra guisa, Che la voce non suona, ed esser puote Con intenzion da non esser derisa. S...
Page 96 - Piacciavi dunque come cortegiano con cortegiano o pur come filosofo con cortegiano di favellare; e se pur mi volete condurre fra' Platonici, non mi ci guidate per altra strada che per le scuole de...
Page 103 - I. lA gloria di Colui che tutto move Per 1' universo penetra, e risplende In una parte più, e meno altrove. 4. Nel ciel che più della sua luce prende Fu' io, e vidi cose che ridire Nè sa, nè può chi di lassù discende ; 7.
Page 93 - Ella era grande di statura, di persona proporzionatissima, bionda e bianca, e tutta piena di sugo e di grazia nel volto e ne' movimenti; ed abbassava gli occhi con sì care e con sì modeste maniere, che non più piaceva per la beltà che per la vergogna, la quale era a lei in vece di quel belletto, onde sì baldanzosamente le nostre donne si dipingon le...
Page 178 - Filiberto, ornato di tutte le virtù morali e di tutte l' arti regie ed imperatorie, e glorioso per vittoria terrestre eguale alla marittima di don Giovanni, la quale acquistata per valore e prudenza sua, gli recuperò i suoi stati, stabili la pace del mondo, accrebbe la riputazion di Filippo, ed iscemò quella di Francia.... Filiberto ha per successore dell'imperio Carlo, legittimo figliuolo, d'altissimo ingegno e di maniere reali, che rinnovellerà senz...
Page 172 - Sovra tanta arte di natura, e spira Spirito nuovo di virtù repleto, Che ciò, che truova attivo quivi, tira In sua sustanzia, e fassi un' alma sola, Che vive, e sente, e sé in sé rigira.
Page 96 - ... prima materia ragionando, dicano cose che non possono esser raccolte entro la nostra capacità: purché parlino o d'amore o d'amicizia o di virtù o di nobiltà, ed in maniera che i lor discorsi sieno accomodati a l'opinione, o almeno a l
Page 222 - 1 dolce aer puro e questa luce chiara, che '1 mondo a gli occhi nostri scopre, traesti tu d'abissi oscuri e misti: e tutto quel che 'n terra o 'n ciel riluce di tenebre era chiuso, e tu l'apristi; e '1 giorno e '1 sol de le tue man sono opre.
Page 94 - ... care e con sì modeste maniere che non più piaceva per la beltà che per la vergogna, la quale era a lei in vece di quel belletto onde sì baldanzosamente le nostre donne si dipingon le guancie; percioché, com'ella fosse d'una bianchezza così pura e così schietta che pendeva al pallido, la vergogna virginale la coloriva e la spargeva d'un grato rossore, il quale or più, or meno s'andava dimostrando secondo ch'ella più o meno s'accorgeva d'esser rimirata.
Page 346 - Laonde in molti di loro è collocata maravigliosa virtù, con la quale soglion esser fatti i miracoli; ma queste cose debbon esser coperte con quel divino silenzio del quale sono a pena interpreti gli angeli.