Della Letteratura Italiana Dal Secolo XIV Fino Al Principio Del Secolo XIX, Volume 2Per G. Silvestri, 1820 |
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affetti Agamennone alcuni allora amante amore appresso ARIODANTE assai attori avea Balanzoni Brighella brio carattere caratteri Carlo ch'egli Clitennestra colla comica commedia commedie dell'arte conoscere costumi cotal Creonta cuore d'aver d'essere David delitto dell'Alfieri desimo difetti dipignere Donna di garbo donne dramma drammatica Egisto erano esso Eurinome EURISO fantasia favella fece figlio Filippo Francesi fuorchè genere Giasone GINEVRA gloria Goldoni Gomez Gozzi gran Greci guisa gusto imitazione ingegno iscena Issipile italiana l'Alfieri l'amore l'autore lascia Learco lirica medesimo Megacle melodramma Merope Metastasio mettere mezzo Micol morte musica nazione niuno nuovo occhi oggidì opere padre paese Pantalone passioni personaggi piglia poco poema poesia poesia lirica poeta poetica popolo pure rapita rappresenta romanzesco Rosaura Saul scena secolo XVII sentimenti Sismondi situazioni soggetto spettatori spirito stile teatrale teatro Tieste Toante tragedie tragico tratto troppo trova uomini vede versi vizj zione
Popular passages
Page 33 - ITALIA, Italia, o tu, cui feo la sorte Dono infelice di bellezza, ond' hai Funesta dote d' infiniti guai, Che in fronte scritti per gran doglia porte ; Deh, fossi tu men bella, o almen più forte, Onde assai più ti paventasse, o assai T...
Page 248 - Ah! no: deriva ogni sventura mia Da più terribil fonte... E che? Celarmi L'orror vorresti del mio stato? Ah! s'io Padre non fossi, come il son, pur troppo!
Page 34 - Né te vedrei, del non tuo ferro cinta, Pugnar col braccio di straniere genti , Per servir sempre o vincitrice o vinta.
Page 310 - Le torbide pupille intorno mosse piene di meraviglia e di spavento, e palpitando addimandò chi fosse Lui, che pendeva insanguinato e spento. Come lo seppe, alla rugosa fronte, al crin canuto ed alle guance smorte colla pentita man fé
Page 308 - Inorridirò , e del misfatto atroce Odiar l'autore. Il misero si giacque, Con la squallida prole e con la nuda Consorte a lato , su la via spargendo Al passeggiere inutile lamento : E tu , vergine cuccia , idol placato Da le vittime umane , isti superba.
Page 250 - Da tregua un poco: or l'aura aperta e pura Ti fia ristoro; vieni: alquanto siedi Tra i figli tuoi. SAUL. .... Che mi si dice? MICOL. Ah! padre!... SAUL. Chi sete voi?... Chi d'aura aperta e pura Qui favellò?... Questa? è caligin densa; Tenebre sono; ombra di morte.... Oh! mira; Più mi t'accosta; il vedi? il sol dintorno Cinto ha di sangue ghirlanda funesta.... Odi tu canto di sinistri augelli? Lugubre un pianto sull'aere si spande, Che me percuote, ea lagrimar mi sforza....
Page 16 - I' mi morrò tacendo : Ma grideran per me le piagge ei monti . E questa selva , a cui Sì spesso il tuo bel nome Di risonare insegno : Per me piangendo i fonti , E mormorando i venti Diranno i miei lamenti : Parlerà nel mio volto La pietate e...
Page 248 - Ah! s'io Padre non fossi, come il son, pur troppo! Di cari figli..., or la vittoria e il regno, E la vita vorrei? Precipitoso Già mi sarei fra gl'inimici ferri Scagliato io, da gran tempo: avrei già tronca Cosi la vita orribile ch'io vivo. Quanti anni or son che sul mio labbro il riso Non fu visto spuntare?
Page 300 - Forse per questi ameni colli un giorno Moverà Spirto amico il tardo passo, E chiedendo di me, del mio soggiorno, Sol gli fia mostro senza nome un sasso Sotto quell'elee, a cui sovente or torno Per dar ristoro al fianco errante.
Page 308 - In van novello signor sperò; che le pietose dame inorridirò, e del misfatto atroce odiar l'autore. Il misero si giacque, con la squallida prole e con la nuda consorte a lato su la via spargendo al passeggiere inutile lamento: e tu, vergine cuccia, idol placato da le vittime umane, isti superba.