L'Eneide di Virgilio, Volume 11804 |
Other editions - View all
Common terms and phrases
Acáte Aceste all'aure allor Anchise anco Apollo appena Ascanio aure Austro avrian brando Calcante Cartagine Cartago ch'io ciel cittade Cloanto Creúsa crin crudo d'Enea Danai Daratti Dardani dardi Daréte destra destrier detti Dido doni Ecate eccelsa ecco Enea ENEIDE Entello entro erranti Ettórre Fato favella Febo fero feroce fiamme figlio flutti Giove Giuno Giunone gran Greci grida guerra guerrier immenso indarno indi infra innanzi intanto intorno l'alma l'alta l'armi l'aure l'onde legni lido lieto lungo mare Mnestéo mura navi nembi Nettuno nocchiero notte Numi occhi omai orrido padre Palinuro palma Pelóro petto piè Pirro poppa porto poscia pria Príamo primiero quà quì quivi ratto Regina regno remi rocche sacri sangue scaglia scogli seggio Sibilla sovr'essa sovra speme spiagge suol supplice tace tergo terra tetto Teucri Tirj tosto Troja Trojani usbergo vasto vele venti Virg
Popular passages
Page 66 - di sradicarla; e giù dall'alte Sedi sue la spingiamo : di repente Rovinosa precipita la torre Con gran frastuono, e in ampio spazio schiaccia Le Danae torme : invan ; che Danae torme Sottentran altre ; e sassi e dardi e quante Armi ha il furor, addosso a noi lanciate Piovon pur tutte . Al limitare innanzi, Primo fra'Greci, imbaldanzisce e
Page 20 - Capo d'imperio Punico vedrai, Benché di Libia inospita e guerriera Questo il terreno sia. Dido, sfuggita Alle insidie fraterne, i Tirj suoi Qui trasportati regge. Or lunga e oscura Del suo soffrir fora la storia ; ond' io Breve ti narro e le cagioni e il frutto. •f Era consorte a lei Sichéo, non meno
Page 59 - Tentan le guardie delle Teucre porte Argine farsi alla scorrente piena. Sprone a me son tai detti. Io già, su l'ali Del mio Fato, là corro ove fra l'armi, E fra le fiamme, alto fragor mi appella, Ove mi spinge la mia fera Erinni. Mi si aggiungon per via compagni al fianco, Riconosciuti al
Page 83 - la notte, io al fin raggiungo I miei compagni ; e là gran copia trovo, Con mio stupor, di nuovi Teucri, ad essi Aggiuntisi-, guerrier, fanciulli, donne; Un infelice popolo, adunato Da ogni parte ; e in qualunque estranio lido A navigar con me, di cor, di braccio , Pronti appien tutti. E già,
Page 125 - tel confesso, Amata suora ; da che spento ei giacque Per tradimento del fratel mio crudo, Seppe sol questo Enea giungermi al core, E muover guerra all'animo mal fermo: Ravviso (ahi, sì!) del mio prim'arder l'orme. Ma, pria pur s'apra e m'inghiottisca il suolo, Me precipiti il fulmine di Giove
Page 167 - nel duro cesto , E qual da più saettator si estima, O lanciator; baldi vi assistan tutti, Premio aspettando di dovuta palma. Suonin gli applausi intanto , e il crin di serti Cingete voi, com'io le tempia cingo Or del materno mirto. — Ei tace ; e tosto A norma sua
Page 54 - Cassandra, allor; cui non verace mai Parere ai Teucri fean gli avversi Numi. I templi quindi inghirlandiam, festosi Per la città ( noi miseri ! ) in quel giorno , Ch'esser l'estremo a noi dovea. — Ma, intanto Da tutto il ciel precipita la notte, E le immense ali sue riveston d'ombra Le terre ei mari, e degli Achéi le fraudi. Stanchi i Trojani, intorno intorno ai muri
Page 51 - le mura , ove novelli Augurj in Argo non ricerchin pria, Ove non plachin la furata Diva, Su i legni loro a forza tratta. Or vela Fan ver Micéne, onde improvvisi in breve, Sotto
Page 50 - E balenar tremenda luce gli occhi Della Dea ; per le membra, un sudor salso Trascorrere ; e tre volte ( alto portento!) Balzar dal suolo il simulacro istesso, Brandendo in un l'asta e lo scudo. Tosto Calcante annunzia, che tentar per l'onde
Page 165 - noi, né da gir oltre. Vince il mare; obbediamgli ; ov'ei ne spinge, Voltiam le prore . Né lontane or molto Cred'io da noi le fide amiche spiagge D'Erice , ei porti di Sicilia, ov'io Pur ben ragguagli coi celesti punti Queste da me già dianzi onde solcate. Enea risponde : Io da gran pezza il veggo, Che a noi fan forza i venti, e che