Rivista enciclopedica italiana, Volumes 1-2

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1854
 

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Page 61 - Venite, qui son presso i gradi, Ed agevolmente ornai si sale. A questo annunzio vengon molto radi: O gente umana, per volar su nata, Perché a poco vento cosi cadi 'i Henocci ove la roccia era tagliata : Quivi mi batteo l'ali per la fronte, Poi mi promise sicura l'andata.
Page 61 - Materia non potea parlarmi chiuso. A noi venia la creatura bella Bianco vestita, e nella faccia quale Par tremolando mattutina stella. Le braccia aperse, ed indi aperse l' ale : Disse : Venite ; qui son presso i gradi, Ed agevolemente omai si sale.
Page 6 - ... conosce non solamente che nascono liberi e non schiavi, ma ch'ei possono mediante la virtù loro diventare principi.12 Veggonvisi le ricchezze multiplicare in maggiore numero, e quelle che vengono dalla cultura e quelle che vengono dalle arti. Perché ciascuno volentieri multiplica in quella cosa e cerca di acquistare quei beni che crede acquistati potersi godere. Onde ne nasce che gli uomini a gara pensono a' privati e publici commodi, e l'uno e l'altro viene maravigliosamente a crescere.
Page 53 - La è oggetto finale, ultimo e perfettissimo, non già in questo stato, dove non possemo veder Dio, se non come in ombra e specchio...
Page 457 - Poema inchiuse; e io non vo' dire che io ne tenga poco conto, che sarebbe sciocchezza: ma io dico bene che io l'ho per serventi di quel Poema, e non per principali, e ammiro il Poeta come Poeta, e non come filosofo o come teologo; se bene mi pare una quasi divinità d'ingegno l'aver saputo e potuto innestarle di sorte che elle servano al bisogno del Poema con grazia e con leggiadria. E se il Cosmico non vide altro nel Poema di Dante che quel che e' dice, e' lo gustò molto poco; e me' faceva di spender...
Page 51 - Però chiamò l'idea uno e molti, stabile e mobile; perché, come specie incorrottibile, è cosa intelligibile ed una; e come si communica alla materia ed è sotto il moto e generazione, è cosa sensibile e molti. In questo secondo modo ha più de non ente che di ente: atteso che sempre è altro ed altro, e corre eterno per la privazione. Nel primo modo è ente e vero. Vedete appresso che gli matematici hanno per conceduto che le vere figure non si trovano ne gli corpi naturali, né vi possono essere...
Page 50 - ... a lui il piacere non è piacere, per aver come presente il suo fine. Parimente la pena non gli è pena, perché con la forza della considerazione ha presente il termine di quella.
Page 457 - ... nell'appropriarle maravigliosamente a proposito, come nell'esprimere felicemente, e secondo la propria natura loro, le immagini brevissimamente, quell'altre più largamente, e non però di soperchio. Quanto poi alla descrizione...
Page 457 - Noi, lasciando le scienzie dove del poeta si parla, ammiriamo l'altezza dell'invenzione atta a comprendere, come era il suo fine, tutte l'azioni degli uomini, ogni sorte di vita, ogni specie d'accidente umano, gli affetti espressi miracolosamente; quegli più gravi, e per dir così più tragici, con somma maestà e grandezza da generare facilissimamente ammirazione e spavento; ma que' più dolci e piacevoli con una umanissima dolcezza.
Page 52 - ... conosce, a cui vorrebbe conformandosi parimente piacere; di sorte che della nobiltà e luce di quello viene ad accendersi ed investirsi de qualitade e condizione per cui appaia illustre e degno. Doviene un dio dal contatto intellettuale di quel nume oggetto; e d'altro non ha pensiero che de cose divine, e mostrasi insensibile...

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