La divina commedia |
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alcun amore anime antichi avea beati Beatrice bella bene Benv Bocc buon Buti canto capo caso cerchio chè chiama Chiesa cielo città colla color colpa confr conte Conv corpo credo Cristo dannati Dante desiderio dice dire divina dolore donna Enea erano essendo fece figlio Fior Firenze forma furono gente giro gran guarda Guido intendono l'altro l'anima l'uno Land lascia legge Lips luce luna lungo luogo maggior male mano mare mente mezzo mondo monte morte natura nome nuovo occhi opera Ovid padre pare parlare parole passo peccato pena poco Poeta porta posto poteva proprio pure Purg Purgatorio quei quod ragione salire santa sapere segno senso sente spiriti stelle terra theol Thom trova umana uomo vedere Vell venire Vent vero verso vidi Virg Virgilio virtù vivo volte vuol XXII
Popular passages
Page 49 - Soli eravamo e senza alcun sospetto. Per più fiate gli occhi ci sospinse Quella lettura, e scolorocci il viso; Ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: Quel giorno più non vi leggemmo avante.
Page 670 - Ma per larghezza di grazie divine. Che si alti vapori hanno a lor piova, Che nostre viste là non van vicine; Questi fu tal nella sua vita nova Virtualmente, ch'ogni abito destro Fatto averebbe in lui mirabil prova.
Page 169 - Così ancor su per la strema testa Di quel settimo cerchio tutto solo Andai, ove sedea la gente mesta. Per gli occhi fuori scoppiava lor duolo: Di qua, di là soccorrien con le mani, Quando a' vapori, e quando al caldo suolo.
Page 644 - Diss' io a lei, verso questa riviera, Tanto ch' io possa intender che tu canti. Tu mi fai rimembrar, dove e qual era Proserpina nel tempo, che perdette La madre lei, ed ella primavera.
Page 421 - Italia tutte piene Son di tiranni, ed un Marcel diventa Ogni villan che parteggiando viene. Fiorenza mia, ben puoi esser contenta Di questa digression che non ti tocca, Mercé del popol tuo che sì argomenta. Molti han giustizia in cor, ma tardi scocca Per non venir senza consiglio ali' arco; Ma il popol tuo 1' ha in sommo della bocca. Molti rifiutan lo comune incarco; Ma il popol tuo sollecito risponde Senza chiamare, e grida: I
Page 676 - Piacer, quanto le belle membra in ch' io Rinchiusa fui, e sono in terra sparte : E se il sommo piacer sì ti fallio Per la mia morte, qual cosa mortale Dovea poi trarre te nel suo disio ? Ben ti dovevi, per lo primo strale Delle cose fallaci, levar suso Diretro a me che non era più tale.
Page 523 - Ben puoi veder che la mala Condotta È la cagion che il mondo ha fatto reo, E non natura che in voi sia corrotta.
Page 55 - Vedrai quando saranno Più presso a noi; e tu allor li prega Per quell' amor che i mena, e quei verranno. Sì tosto come il vento a noi li piega, Mossi la voce: O anime affannate, Venite a noi parlar, s
Page 689 - Le sette ninfe, con quei lumi in mano Che son sicuri d' Aquilone e d' Austro. Qui sarai tu poco tempo silvano, E sarai meco, senza fine, cive Di quella Roma onde Cristo è Romano; Però, in pro del mondo che mal vive, Al carro tieni or gli occhi, e quel che vedi, Ritornato di là, fa che tu scrive. Così Beatrice ; ed io, che tutto ai piedi De' suoi comandamenti era devoto, La mente e gli occhi, ov
Page 521 - Lume v' è dato a bene ed a malizia, E libero voler, che, se fatica Nelle prime battaglie col Ciel dura, Poi vince tutto se ben si nutrica.