Viaggi di Francesco Petrarca in Francia, in Germania ed in Italia, Volumes 3-4Dalla Società tipografica de classici italiani, 1820 |
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abbia adunque Affrica alcuni amici anco Andrea Dandolo animo anzi avea aver avesse Avignone Azzo da Correggio bentosto Boccaccio brama campidoglio CAPO cardinale Cavaillon chè Chiesa Cicerone cielo città cittadini colla colui conforto conoscere consiglio costumi credere degno dice diletto doge epistola erano età favella fece felice figliuolo fortuna Galeazzo giammai giorno Giovanni gloria gran guerra guisa imperatore infra ingegno inimici istesso Italia l'imperatore lagrime Laura lettera lettere lungo luogo maraviglia Matteo Villani medesimo Mém mente mezzo morte mostra nome nulla nuovo Omero onore pace Padova parole passò patria perciocchè perocchè personaggio Petrarca pontefice popolo posciachè possa potea potuto preghiere principe pure quenza ragione repubblica Rienzo rispose Sade scrisse scrivere sentenza sieno siffatta signore Simonide Socrate spesse stra Sulmona terra trarca Tribuno trovò uomini uomo Valchiusa vedere veggo Viaggi del Petr Villani Virgilio virtù Visconti visitare volgo Zanobi da Strada
Popular passages
Page 138 - A guisa d' un soave e chiaro lume, Cui nutrimento a poco a poco manca; Tenendo al fin il suo usato costume; Pallida no, ma più che neve bianca Che senza vento in un bel colle fiocchi; Parea posar come persona stanca. Quasi un dolce dormir ne' suoi begli occhi, Sendo lo spirto già da lei diviso, Era quel che morir chiaman gli sciocchi.
Page 135 - O quante memorabili schiatte, quante amplissime eredità, quante famose ricchezze si videro senza successor debito rimanere ! Quanti valorosi uomini, quante belle donne,, quanti leggiadri giovani, li quali non che altri, ma...
Page 133 - ... secondo gli appetiti, le cose usavano, e senza rinchiudersi andavano attorno, portando nelle mani chi fiori, chi erbe odorifere, e chi diverse maniere di spezierie, quelle al naso ponendosi spesso, estimando essere ottima cosa il cerebro con cotali odori confortare; con ciò fosse cosa che l'aere tutto paresse dal puzzo de' morti corpi, e delle infermità e delle medicine, compreso e puzzolente.
Page 138 - Ma che per sé niedesma si consume, Se n'andò in pace l'anima contenta ; A guisa d'un soave e chiaro lume Cui nutrimento a poco a poco manca, Tenendo al fin il suo usato costume.
Page 134 - ... petti degli uomini e delle donne, che 1' un fratello l' altro abbandonava, e il zio il nipote, e la sorella il fratello, e spesse volte la donna il suo marito ; e, che maggior cosa é, e quasi non credibile, li padri e le madri i figliuoli, quasi loro non fossero, di visitare e di servire schifavano. Per la qual cosa a coloro, de...
Page 132 - ... appetito che si potesse, e di ciò che avveniva ridersi e beffarsi, essere medicina certissima a tanto male; e così come il dicevano il mettevano in opera a lor potere...
Page 109 - Suoi de' sogni confusi torre il velo; Quando donna sembiante alla stagione, Di gemme orientali incoronata , Mosse ver me da mille altre corone; E quella man già tanto desiata; A me, parlando e sospirando, porse; Ond' eterna dolcezza al cor m
Page 133 - ... che uficio alcuno non potean fare: per la qual cosa era a ciascuno licito quanto a grado gli era d'adoperare.
Page 112 - n te gli occhi allor soavemente, Salvando la tua vita e '1 nostro onore. E se fu passion troppo possente, E la fronte e la voce a salutarti Mossi or timorosa ed or dolente. Questi fur teco mie...
Page 135 - ... lor bisogni, per la paura che aveano i sani, oltre a cento milia creature umane si crede per certo dentro alle mura della città di Firenze essere stati di vita tolti, che forse, anzi...