Commedia di Dante Allighieri, preceduta dalla vita e da studi preparatori illustrativi, esposta e commentata da Antonio Lubin |
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alcun allegorico allora altre amore Angeli anime avea aver Beati Beatrice bella bene buon canto capo Catone celeste cerchio certo chè Chiesa ciascuno Cielo città colla Commedia conoscere contemplazione credere Cristo d'amore Dante dato dice dire disse divina donna dottrine Enea erano esso fare fece fede figlio figura Filosofia Firenze forma furono giorno giustizia grado grazia guida intendere l'altro l'anima l'autor l'uomo lascia legge libro luce Luna luogo Maestro male mano Maria mente mezzo mondo Monte morte natura Nuova occhi opere Ordini padre Paradiso pari parla parole passo peccati pena Pietro Poema Poeta porta possono posto poteva prende prese presente presso principio proprio prova punto pure Purgatorio quei ragione Santi sapere sarà scienza segue senso sente sette Signore spirito Stazio studio Superbia teologi terra terza tratto trova umana vedere venire vero verso vide viene Virgilio virtù vivi volere volte
Popular passages
Page 541 - E come gli stornei ne portan l' ali, Nel freddo tempo, a schiera larga e piena, Cosi quel fiato gli spiriti mali. Di qua, di là, di giù, di su gli mena : Nulla speranza gli conforta mai, Non che di posa, ma di minor pena. E come i gru van cantando lor lai, Facendo in aer di sè lunga riga; Cosi vid...
Page 531 - Per me si va nella città dolente; per me si va nell' eterno dolore; per me si va tra la perduta gente.
Page 524 - O degli altri poeti onore e lume, Vagliami il lungo studio e il grande amore, Che m' han fatto * cercar lo tuo volume. Tu se' lo mio maestro e il mio autore : 85 Tu se' solo colui, da cui io tolsi Lo bello stile, che m
Page 566 - DECIMO-TERZO 1M on era ancor di là Nesso arrivato, Quando noi ci mettemmo per un bosco, Che da nessun sentiero era segnato. Non frondi verdi, ma di color fosco, Non rami schietti, ma nodosi e involti, * Non pomi v
Page 204 - Talibus orabat dictis, arasque tenebat, cum sic orsa loqui vates : ' Sate sanguine divom, 125 Tros Anchisiade, facilis descensus Averno ; noctes atque dies patet atri janua Ditis ; sed revocare gradum superasque evadere ad auras, hoc opus, hie labor est.
Page 459 - Ma nondimen, rimossa ogni menzogna, tutta tua vision fa manifesta; e lascia pur grattar dov'è la rogna. Chè se la voce tua sarà molesta nel primo gusto, vital nutrimento lascerà poi, quando sarà digesta.
Page 557 - Ed io a lui: Da me stesso non vegno: Colui, che attende là, per qui mi mena, Forse cui Guido vostro ebbe a disdegno.
Page 548 - ... general ministra e duce, che permutasse a tempo li ben vani di gente in gente e d'uno in altro sangue...
Page 556 - La gente che per li sepolcri giace Potrebbesi veder? già son levati Tutti i coperchi, e nessun guardia face. Ed egli a me : tutti saran serrati, Quando di losaffà qui torneranno Coi corpi che lassù hanno lasciati. Suo cimitero da questa parte hanno Con Epicuro tutti i suoi seguaci Che l' anima col corpo morta fanno. Però alla dimanda che mi faci Quinc...
Page 543 - Quella lettura, e scolorocci il viso : Ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro, e chi lo scrisse : Quel giorno più non vi leggemmo avante.