Dante a Češi: k 600 letému výročí úmrtí největšího křesťanského pěvce

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Družina literární a umělecká, 1921 - 163 pages
 

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Popular passages

Page 42 - PER me si va nella città dolente : Per me si va nell' eterno dolore : Per me si va tra la perduta gente. Giustizia mosse il mio alto Fattore : Fecemi la divina Potestate, La somma Sapienza e il primo Amore. Dinanzi a me non fur cose create, Se non eterne ; ed io eterno duro : Lasciate ogni speranza, voi eh' entrate." Queste parole di colore oscuro Vid' io scritte al sommo d' una porta ; Per eh' io : Maestro, il senso lor m
Page 42 - Parole di dolore, accenti d' ira, Voci alte e fioche, e suon di man con elle. Facevano un tumulto, il qual s' aggira Sempre in quell' aria senza tempo tinta, Come la rena quando il turbo spira.
Page 40 - Nel mezzo del cammin di nostra vita, Mi ritrovai per una selva oscura Che la diritta via era smarrita.
Page 73 - Che fama avrai tu più, se vecchia scindi Da te la carne, che se fossi morto Innanzi che lasciassi il pappo e il dindi, Pria che passin mill...
Page 70 - Ed io vi giuro, s'io di sopra vada, Che vostra gente onrata non si sfregia Del pregio della borsa e della spada.
Page 64 - Ed io, che di mirar mi stava inteso, Vidi genti fangose in quel pantano, Ignude tutte e con sembiante offeso. Questi si percotean, non pur con mano, Ma con la testa, col petto e co' piedi, Troncandosi coi denti a brano a brano.
Page 77 - Dal primo giorno ch' io vidi il suo viso In questa vita, infino a questa vista, Non m' è il seguire al mio cantar preciso : Ma or convien che mio seguir desista Più dietro a sua bellezza poetando, Come all
Page 83 - Tal, ch' io sorrisi del suo vii sembiante ; E quel consiglio per migliore approbo Che l'ha per meno ; e chi ad altro pensa Chiamar si puote veramente probo. Vidi la Figlia di Latona incensa, Senza quell' ombra che mi fu cagione Per che già la credetti rara e densa. L' aspetto del tuo nato, Iperione, Quivi sostenni, e vidi com' si muove Circa e vicino a lui Maia e Dione.
Page 69 - Perch' io a lui : Se ti riduci a mente Qual fosti meco e quale io teco fui, Ancor fia grave il memorar presente. Di quella vita mi volse costui Che mi va innanzi, l' altr' ier, quando tonda Vi si mostro la suora di colui : 121 E il sol mostrai. Costui per la profonda Notte menato m' ha da' veri morti, Con questa vera carne che il seconda.
Page 48 - Come d' autunno si levan le foglie L' una appresso del1' altra, infin che il ramo Vede alla terra tutte le sue spoglie, Similemente il mal seme d' Adamo Gittansi di quel lito ad una ad una, Per cenni, come augel per suo richiamo.

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