Filippo. Polinice. Antigone. Parere dell'autore sull'arte comica in ItaliaN. Z. Bettoni, 1809 |
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abborre Adrasto Ahi lassa alfin amor anco ANTIGONE Oh ardire Argía Argivi Argo ascolto assai attori brama brando CARLO CARLO CARLO Oh ch'altro ch'ei ch'io chi'l chieggio creder crudo d'Edippo d'ogni deggio degno delitto dimmi dolor dritto ebro Edippo empj Erinni ETEOCLE Eurimedonte figlio figliuol finor forza fratel fratello funesto furor GIOCASTA giuro GOMEZ GUARDIE CREONTE incesto infame infelice iniquo invano ISABELLA Oh l'amo L'odio Lajo lascia madre morir morte nieghi nome ognor Oh ciel Oh vista Oimè omai orribil pace padre parli parricida pegno pensier PEREZ petto pianto piè pietà pietade POLINICE poscia preghi prence pria primiera puoi pur troppo quì ragion reggia regno s'io sacro sangue SCENA QUARTA SCENA TERZA sdegno sento serba sorella sospetto speme spergiuro spero sposa t'amo Tebani Tebe teco tosto tradimento traditor tremo trono veggio vendetta virtude VITTORIO ALFIERI voglio vuoi vuol
Popular passages
Page 104 - E vie più sprezzo? io, che l'ugual non veggio? Sarei pur vil, se allontanar dal soglio Potessi anco il pensiero. Un re, dal trono Cader non debbe , che col trono istesso : Sotto l'alte rovine, ivi sol, trova Morte onorata, ed onorata tomba. CREONTE In te, signor, riviver veggo intero L'alto valor de
Page 8 - Sfuggir così me stessa, come altrui! . . . Misera me! sollievo a me non resta Altro che il pianto; ed il pianto è delitto. — Ma, riportare alle più interne stanze Vo
Page 264 - ... saper parlare e pronunziare la lingua toscana; cosa, senza di cui ogni recita sarà sempre ridicola. E, prescindendo da ogni disputa di primato d'idioma in Italia, è certo che le cose teatrali sono scritte, per quanto sa l'autore, sempre in lingua toscana; onde vogliono essere pronunziate in lingua e accento toscano. E se in Parigi un attore pronunziasse in un teatro una sola parola francese con accento provenzale o d'altra provincia, sarebbe fischiato, e non tollerato, quando an» che fosse...
Page 261 - Per far nascere teatro in Italia vorrebbero esser prima autori tragici e comici, poi attori, poi spettatori. Gli autori sommi possono bensì essere impediti, ma non mai da nessun principe né accademia creati. Quando ci saranno autori sommi, o supposto che ci siano, gli attori, ove non debbano contrastare colla fame, e recitare oggi il Brighella, e domani l'Alessandro, facilmente si formeranno a poco a poco da sé, per semplice forza di natura; e senza verun altro principio della propria...