Il processo cosmomorfico nel Divino Poema

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G. Dessi, 1901 - 143 pages
 

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Page 134 - Vergine madre, figlia del tuo figlio, Umile ed alta più che creatura, Termine fisso d'eterno consiglio, Tu se' colei, che l'umana natura Nobilitasti sì che il suo Fattore Non disdegnò di farsi sua fattura.
Page 132 - Come la fronda, che flette la cima Nel transito del vento, e poi si leva, Per la propria virtù, che la sublima: Fec' io in tanto , in quanto ella diceva , Stupendo , e poi mi rifece sicuro Un disio di parlare, ond...
Page 27 - Lo pane altrui, e com' è duro calle Lo scendere, e 'l salir per l' altrui scale. E quel, che più ti graverà le spalle, Sarà la compagnia malvagia e scempia, Con la qual tu cadrai in questa valle : Che tutta ingrata, tutta matta ed empia Si farà contra te : ma poco appresso Ella, non tu, n
Page 125 - Posato al nido de' suoi dolci nati La notte che le cose ci nasconde, Che, per veder gli aspetti desiati...
Page 135 - Ma quello ingrato popolo maligno Che discese di Fiesole ab antico, E tiene ancor del monte e del macigno, Ti si farà per tuo ben far nimico : Ed è ragion , che tra li lazzi sorbi Si disconvien fruttare al dolce fico. Vecchia fama nel mondo li chiama orbi ; Gente avara invidiosa e superba : Da' lor costumi fa che tu ti forbì.
Page 128 - 1 buon mondo feo, due soli aver, che l'una e l'altra strada facean vedere, e del mondo e di Deo.
Page 57 - Da lui, né dall' amor che a lor s' intrea, Per sua bontate il suo raggiare aduna. Quasi specchiato, in nove sussistenze, Eternalmente rimanendosi una. Quindi discende all' ultime potenze Giù d' atto in atto tanto divenendo, Che più non fa che brevi contingenze ; E queste contingenze essere intendo Le cose generate, che produce Con seme, e senza seme il ciel movendo. La cera di costoro, e chi la duce, Non sta d...
Page 124 - Ver non lo illustra, Di fuor dal qual nessun vero si spazia. Posasi in esso come fera in lustra, Tosto che giunto 1' ha : e giugner puollo, Se non, ciascun disio sarebbe frustra: Nasce per quello a guisa di rampollo Appiè del vero il dubbio : ed è natura, Ch' al sommo pinge noi di collo in collo.
Page 21 - Se vuoi campar d' esto loco selvaggio : Chè questa bestia, per la qual tu gride, Non lascia altrui passar per la sua via, Ma tanto lo impedisce, che 1' uccide : Ed ha natura sì malvagia e ria, Che mai non empie la bramosa voglia, E dopo il pasto ha più fame che pria. Molti son gli animali, a cui s' ammoglia, E più saranno ancora, infin che il veltro Verrà, che la farà morir con doglia.
Page 129 - Io vidi già nel cominciar del giorno La parte orientai tutta rosata, E l'altro ciel di bel sereno adorno, E la faccia del Sol nascere ombrata, Sì che per temperanza di vapori...

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