Lirici dell'età di Dante: con introduzione, osservazioni e noteGuido Zaccagnini G. Barbèra, 1927 - 187 pages |
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adorna allegrezza allora amante Amor cortese Amore angoscia bacio in bocca ballata ballatetta bella donna bellezza beltate bianca canto canzone ch'a ch'Amor ch'è ch'i chè ched chiama ciascun cielo Cino da Pistoia conforto cortesia crudele cuore d'ogni dell'età di Dante desiderio dice diletto dinanzi Dino Compagni DINO FRESCOBALDI disdegno disio disperato dolce dolce stil novo dolcezza dolente dolore donna amata fera fiore Frescobaldi fugge gentil donna Gianni Alfani gioia gioioso gran guarda Guido Cavalcanti GUIDO ZACCAGNINI immagine innamorato l'angoscia l'anima lagrime LAPO GIANNI lasso leggiadria lieta Lirici dell'età loco Madonna manda martiri mente meo cor merzede miri morire morte nova novella Oïmè pene pensando pensiero piacente piacere piangere pianto piena pietà pietosa poesia poeta prego rime salute Sambuca Pistoiese Sarzana selvaggia gente sente Signor soave sonetto sospiri speranza spesso spirito d'amore Tolosa tremare valore veder vedere veggio verso vertù vidi virtù viso vuole ZACCAGNINI
Popular passages
Page 14 - E poco dopo queste parole che lo cuore mi disse con la lingua d'Amore, io vidi venire verso me una gentile donna, la quale era di famosa bieltade, e fue già molto donna di questo primo mio amico. E lo nome di questa donna era Giovanna, salvo che per la sua bieltade, secondo che altri crede, imposto l'era nome Primavera; e 15 così era chiamata.
Page 39 - Fresca rosa novella, piacente Primavera, per prata e per rivera gaiamente cantando, vostro fin pregio mando — a la verdura. Lo vostro pregio fino in gio...
Page 57 - In un boschetto trova' pasturella Più che la stella — bella al mi' parere. Cavelli avea biondetti e ricciutelli E gli occhi pien d'amor, cera rosata; Con sua verghetta pasturav'agnelli, E scalza di rugiada era bagnata; Cantava come fosse 'nnamorata; Er
Page 48 - Veggio negli occhi de la donna mia un lume pien di spiriti d'amore, che porta uno piacer novo nel core, sì che vi desta d'allegrezza vita. Cosa m'aven, quand'i
Page 55 - Parole mie disfatte e paurose, là dove piace a voi di gire andate; ma sempre sospirando e vergognose lo nome de la mia donna chiamate. Io pur rimango in tant'aversitate, 30 che qual mira de fore vede la morte sotto al meo colore. Rimatori del dolce siti nova. Perch'i' no spero di tornar giammai, ballatetta, in Toscana, va tu, leggera e piana, dritt'a la donna mia, 5 che per sua cortesia ti farà molto onore.
Page 37 - n voi li fiori e la verdura, E ciò che luce, od è bello a vedere; Risplende più che Sol vostra figura ; Chi voi non vede, mai non può valere.
Page 126 - Lasso! pensando a la distrutta valle, spesse fiate, del natio mio suole, cotanto me ne 'ncendo e me ne dole, che '1 pianto dal cor fin a gli occhi salle; 5 e rimembrando de le nove talle ch...
Page 52 - Alla dura questione e paurosa la qual mi fece questa foresetta, i' dissi :
Page 11 - Uno giovane gentile, figliuolo di messer Cavalcante Cavalcanti, nobile cavaliere, chiamato Guido, cortese e ardito, ma sdegnoso e solitario e intento allo studio, nimico di messer Corso, avea più volte diliberato offenderlo. Messer Corso forte lo temea, perché lo conoscea di grande animo ; e cercò d'assassinarlo, andando Guido in pellegrinaggio a San lacopo; e non li venne fatto.
Page 53 - Vanne a Tolosa, ballatetta mia, ed entra quetamente a la Dorata: ed ivi chiama che per cortesia d'alcuna bella donna, sia menata dinanzi a quella di cui t'ho pregata, e s'ella ti riceve dille con voce leve: per merzè vegno a vui.