Illustrazioni cosmografiche della Divina commedia: dialoghi

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Stamperia dell'Iride, 1856 - 168 pages
 

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Popular passages

Page 109 - Nell'ordine ch'io dico sono accline tutte nature, per diverse sorti, più al principio loro e men vicine; onde si muovono a diversi porti per lo gran mar dell'essere, e ciascuna con istinto a lei dato che la porti. Questi ne porta il foco inver la luna, questi ne' cor mortali è permotore, questi la terra in sé stringe e aduna.
Page 140 - Col viso ritornai per tutte quante le sette spere, e vidi questo globo tal, ch'io sorrisi del suo vii sembiante...
Page 29 - Da questa parte cadde giù dal Cielo : E la terra, che pria di qua si sporse, Per paura di lui fé...
Page 8 - Ma poi che fui al piè d' un colle giunto, là dove terminava quella valle, che m' avea di paura il cor compunto, guardai in alto, e vidi le sue spalle vestite già de' raggi del pianeta, che mena dritto altrui per ogni calle.
Page 123 - E se la strada lor non fosse torta, molta virtù nel ciel sarebbe in vano...
Page 49 - 1 sole a l'orizzonte giunto lo cui meridian cerchio coverchia lerusalem col suo più alto punto; e la notte, che opposita a lui cerchia, uscia di Gange fuor con le bilance, che le caggion di man quando soverchia...
Page 107 - E di subito parve giorno a giorno Essere aggiunto, come Quei che puote Avesse il ciel d'un altro Sole adorno. Beatrice tutta nell'eterne ruote Fissa con gli occhi stava; ed io in lei Le luci fissi di lassù remote. Nel suo aspetto tal dentro mi fei, Qual si fe' Glauco nel gustar dell' erba, Che il fe' consorto in mar degli altri Dei.
Page 11 - E il Sol montava in su con quelle stelle Ch'eran con lui, quando l'amor divino Mosse da prima quelle cose belle...
Page 23 - Che dalla nuova terra un turbo nacque, E percosse del legno il primo canto. Tre volte il fé girar con tutte l'acque; Alla quarta levar la poppa in suso, E la prora ire in giù, com' altrui piacque, Infin che '1 mar fu sopra noi richiuso.
Page 21 - Quante il villan, ch' al poggio si riposa, Nel tempo che colui che il mondo schiara La faccia sua a noi tien meno ascosa, Come la mosca cede alla zenzara, Vede lucciole giù per la vallea, Forse colà dove vendemmia ed ara : Di tante fiamme tutta risplendea L' ottava bolgia, si com' io m' accorsi, Tosto ch' io fui là 've il fondo parea.

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