Apparecchio alle elezioni generali

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Tip. subalpina di Artero e Cotta, 1856
 

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Page 27 - Corona io faceva conoscere, e non •era pur troppo bisogno, le tristi condizioni dello Stato. Io mostrava la necessità di dar tregua ad ogni passione di parte, e risolvere prontamente le vitali questioni che tenevano in forse la cosa pubblica. Le mie parole erano mosse •da profondo amor patrio e da intemerata lealtà. Qual frutto •ottennero? I primi atti della Camera furono ostili alla Corona. La damerà usò d'un suo diritto.
Page 27 - L'onore del paese, la religione del mio giuramento volevano insieme che venisse fedelmente eseguito senza doppiezza o cavilli. I miei ministri ne chiedevano l'assenso alla Camera, che, apponendovi una condizione, rendeva tale assenso inaccettabile, poiché distruggeva la reciproca indipendenza dei tre Poteri, e violava così lo Statuto del Regno.
Page 27 - Camera usò di un suo diritto. Ma se io aveva dimenticato, essa non doveva dimenticare. Taccio della guerra fuor di ragione mossa dall'Opposizione a quella politica che i miei Ministri lealmente seguivano e che era la sola possibile. Taccio degli assalti mossi a detrimento di quella prerogativa che mi accorda la legge dello Stato.
Page 28 - Ho promesso salvar la nazione dalla tirannia dei partiti, qualunque siasi il nome, lo scopo, il grado degli uomini che li compongono. « Queste promesse, questi giuramenti li adempio disciogliendo una Camera divenuta impossibile, li adempio convocandone un'altra immediatamente ; ma se il paese, se gli elettori mi negano il loro concorso, non su me ricadrà oramai la responsabilità del futuro •, e ne' disordini che potrebbero avvenire, non avranno a dolersi di me, ma avranno a dolersi di loro.
Page 13 - ... miei occhi una circostanza gravissima, della quale il Ministero ed il Parlamento devono tenere gran conto. Per altra parte quel partito che prima dello Statuto era soddisfatto dell'antico ordine di cose, e che aveva accettato il nuovo patto fondamentale con rassegnazione soltanto, questo partito vedendo che si poteva vivere sotto il regime costituzionale, senza nulla riformare, rimanendo nello statu qua, giunse a poco a poco a credere che si poteva anche mantenere lo Statuto, e retrocedere un...
Page 26 - Sento ciò non ostante, se non la necessità, il desiderio di volgere a miei popoli parole che sieno nuovo pegno di sicurezza ed espressione al tempo stesso di giustizia e di verità. « Per la dissoluzione della Camera dei deputati , le libertà del paese non corrono rischio veruno. Esse sono tutelate dalla venerata memoria di Re Carlo Alberto mio padre, sono affidate all'onore della Casa di Savoia, sono protette dalla religione de' miei giuramenti : chi oserebbe temere per loro?
Page 26 - Nella gravita delle circostanze presenti, la lealtà che io credo aver dimostrata sinora nelle parole e negli atti dovrebbe forse bastare ad allontanare dagli animi ogni incertezza. Sento ciò non ostante, se non la necessità, il desiderio di volgere ai miei popoli parole che sieno nuovo pegno di sicurezza, ed espressione al tempo stesso di giustizia e di verità.
Page 26 - Savoia; sono protette dalla religione de' miei giuramenti: chi oserebbe temere per loro ? Prima di radunare il Parlamento, volsi alla Nazione, e più agli elettori, franche parole. Nel mio proclama del 3 luglio 1849 io li ammoniva a tener tali modi, che non si rendesse impossibile lo Statuto. Ma soltanto un terzo o poco più di essi concorreva alle elezioni. Il rimanente trascurava quel diritto, che...
Page 27 - Nel mio proclama del 3 luglio 1849, io li ammonivo a tenere tali modi che non si rendesse impossibile lo Statuto. Ma soltanto un terzo, o poco più, di essi concorreva alle elezioni. Il rimanente trascurava quel diritto, che è insieme stretto dovere di ognuno in un libero Stato.

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