Rime, Volume 1

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Pei Tipi della Minerva, 1826
 

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Page 394 - Chiare, fresche e dolci acque, ove le belle membra pose colei che sola a me par donna; gentil ramo ove piacque (con sospir mi rimembra) a lei di fare al bel fianco colonna; erba e fior che la gonna leggiadra ricoverse co l'angelico seno; aere sacro sereno ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse: date udìenzia insieme a le dolenti mie parole estreme.
Page 495 - Quando un cor tante in sé virtuti accolse? Benché la somma è di mia morte rea ! Per divina bellezza indarno mira chi gli occhi di costei giammai non vide come soavemente ella gli gira. Non sa come Amor sana e come ancide chi non sa come dolce ella sospira, e come dolce parla e dolce ride.
Page 52 - Ove d'altra montagna ombra non tocchi verso '1 maggiore e '1 più espedito giogo, tirar mi suoi un desiderio intenso. Indi i miei danni a misurar con gli occhi comincio, e 'ntanto lagrimando sfogo di dolorosa nebbia il cor condenso, allor eh' i' miro e penso quanta aria dal bel viso mi diparte, che sempre m'è sì presso e sì lontano.
Page cxxiii - Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono di quei sospiri ond'io nudriva '1 core in sul mio primo giovenile errore, quand'era in parte altr'uom da quel ch'i' sono, del vario stile in ch'io piango e ragiono fra le vane speranze e '1 van dolore, ove sia chi per prova intenda amore, spero trovar pietà, non che perdono. Ma ben...
Page 420 - Ahi, lasso, dove se' giunto! et onde se' diviso! — Ma mentre tener fiso posso al primo pensier la mente vaga, e mirar lei...
Page 422 - n più deserto lido, Tanto più bella il mio pensier l'adombra. Poi, quando il vero sgombra Quel dolce error, pur lì medesmo assido Me freddo, pietra morta in pietra viva, In guisa d'uom che pensi e pianga e scriva.
Page 90 - Vero dirò (forse e' parrà menzogna) eh' i' senti' trarrai de la propria imago, ed in un cervo solitario e vago di selva in selva ratto mi trasformo, ed ancor de
Page 403 - ... qual con un vago errore girando parea dir : Qui regna Amore. Quante volte diss'io • allor pien di spavento : costei per fermo nacque in paradiso! Così carco d'oblio il divin portamento e '1 volto e le parole e '1 dolce riso m'aveano, e sì diviso da l'imagine vera, ch'i' dicea sospirando : qui come venn'io, o quando?
Page 258 - Come a forza di venti Stanco nocchier di notte alza la testa A...
Page 122 - ... sì ch'io mi credo ornai che monti e piagge e fiumi e selve sappian di che tempre sia la mia vita, ch'è celata altrui.

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