Vita di Vittorio Alfieri, scritta da esso ...

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Presso A. Garinei, 1848 - 372 pages
 

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Page 185 - Disgrazia mia (ma forse fortuna d'altri) che io in quel tempo non avessi nessunissimo mezzo né possibilità oramai di stendere in versi i miei diversi pensieri ed affetti; che in quelle solitudini e moto continuato avrei versato un diluvio di rime, infinite essendo le riflessioni malinconiche e morali, come anche le imagini e terribili, e liete, e miste, e pazze, che mi si andavano affacciando alla mente.
Page 115 - ... e così fra quelle due immensità abbellite anche molto dai raggi del sole che si tuffava nell'onde, io mi passava un'ora di delizie fantasticando ; e quivi avrei composte molte poesie, se io avessi saputo scrivere o in rima o in prosa in una lingua qual che si fosse.
Page 132 - Volli leggere l'Eloisa 1 di Rousseau ; più volte mi ci provai ; ma benché io fossi di un carattere per natura appassionatissimo, e che mi trovassi allora fortemente innamorato, io trovava in quel libro tanta maniera, tanta ricercatezza, tanta affettazione di sentimento, e si poco sentire, tanto calor comandato di capo, e sì gran freddezza di cuore, che mai non mi venne fatto di poterne terminare il primo volume.
Page 4 - E' ti convien di necessità retrocedere, e per così dir, rimbambire, studiando ex professo da capo la grammatica, e susseguentemente tutto quel che ci vuole per sapere scrivere correttamente e con arte.,, E tanto gridò* questa voce, ch'io finalmente mi persuasi, e chinai il capo e le spalle.
Page 29 - ... e nel tempo stesso mi veniva evidentemente dimostrato che noi Italiani non avendo altro verso che l'endecasillabo per ogni componimento eroico, bisognava creare una giacitura di parole, un rompere sempre variato di suono, un fraseggiare di brevità e di forza, che venissero a distinguere assolutamente il verso sciolto tragico da ogni altro verso sciolto e rimato sì epico che lirico.
Page 206 - In due o tre aspetti mi occorse di rimirare ben in faccia la morte nella mia gioventù; e mi pare di averla ricevuta sempre con lo stesso contegno. Chi sa poi, se quando ella mi si riaffaccerà irremissibile io nello stesso modo la riceverò. Bisogna veramente che l'uomo muoia, perché altri possa appurare, ed ei stesso, il di lui giusto valore 1M.
Page 3 - Un animo risoluto, ostinatissimo, ed indomito; un cuore ripieno ridondante di affetti di ogni specie tra' quali predominavano con bizzarra mistura l'amore e tutte le sue furie, ed una profonda ferocissima rabbia ed abborrimento contra ogni qualsivoglia tirannide.
Page 19 - L'indole, che io andava intanto manifestando in quei primi anni della nascente, ragione., era questa. Taciturno e placido, per lo più; ma alle volte loquacissimo e vivacissimo; e quasi sempre negli estremi contrarj: ostinato e restio contro la forza; pieghevolissimo agli avvisi amorevoli...
Page 122 - ... in queste tante diramazioni della pubblica felicità, provenienti dal miglior governo. Onde, benché io allora non ne studiassi profondamente la costituzione, madre di tanta prosperità, ne seppi però abbastanza osservare e valutare gli effetti divini.
Page 91 - Firenze ad imparare la lingua inglese , nel breve soggiorno di un mese ch' io vi feci, da un maestruccio inglese che vi era capitato; in vece di imparare dal vivo esempio dei beati Toscani a spiegarmi almeno senza barbarie nella loro divina lingua, ch'io balbettante stroppiava, ogni qual volta me ne doveva prevalere.

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