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qui foedere certo Et premere et laxas sciret dare jussus habenas (4), dove l'imagine delle redini ci rimanda al cavallo e al cavalcatore; e dove Eolo re de' venti è soggetto all'impero di Giove, anch'egli jussus; come Giove stesso è soggetto all'imperio de' Fali. Poi Pietro soggiunge un passo di Boezio, e gli evangelici: Reddite... quae sunt Caesaris Caesari, e quel subditi estote..., passi che Dante conciliava con le franchigie municipali, e lo dice nella Monarchia chiaramente. Siccome il cielo, nota Pietro, è retto da un solo motore, così dev'essere il mondo da un principe: ma tale principato non doveva distruggere, anzi assodare le italiane repubbliche: Non sic intelligendum est ut ab alio prodire possint municipia et leges municipales. Passo notabile senza il quale sono enimma gli scritti e la vita di Dante (2). E le dottrine di lui avevano conferma in quell'autorità della Somma che distingue il principato despotico come è mosso il servo dal padrone, dal principato regale o politico, come i liberi uomini sono retti da chi governa (3); dove per principato intendesi tulla sorte reggimento.

In questo Canto, come nel diciannovesimo dell'Inferno, e nel sesto, undecimo, quindicesimo, sedicesimo, decimosettimo, decimoltavo, diciannovesimo, ventunesimo, vensettesimo e ventinoves mo del Paradiso, abbiamo una forma d'eloquenza poetica, diversa dalla sentenziosità di Lucano e di certi moderni; forse più tirica che certe odi d'Orazio. Paragonisi a questo Canto, non dico l'ode Delicta majorum (4), che è tra le più belle e d'Orazio e d'ogni lingua, ma l'altra Intactis opulentior (5), che è anch'essa una riprensione de' corrotti costumi civili del tempo suo, e nelle parole del Fiorentino si sentirà non pur dolore più sincero e più alto, ma impeto d'ispirazione più vera. E póngasi mente alle messe, e alle intonazioni che nella somiglianza stessa vengono variando il Canto e rafforzando l'affetto: 0 anima lombarda, come ti stavi alterat O Mantovano, io son Sordello della tua terra. - Ahi serva Italian Cerca, misera... Che val... Ahi gente... Guarda com'esta fiera... O Alberto Tedesco... Giusto giudizio dalle stelle caggia. Vieni a veder... — Vien', crudel, vieni e vedi... Vieni a veder la tua Roma. Cesare mio. Vieni a veder, gente quanto s'ama. O sommo Giove... Tu ricca, tu con pace. Quante volte!... Ma nell'impeto è pondo; nè ricercati con ismania rettorica i voli; e ad ogni tratto il dire si posa per rilevarsi più forte come la natura stessa richiede, e come insegna l'arte consumata a' veri maestri (6).

(1) Æn., I.

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Fiorenza mia...

(2) Del municipio tratta nella Monarchia, pag. 17, 19, 21, 22, 23, 24, 28.

(3) So m., 1, 2, 9.

(4) Hor., Carm., III, 6. (5) Ibid., 11, 24.

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(6) Riposi nell'impeto: Quell'anima gentil... - Senz'esso fora la vergogna Se bene intendi... E, se licito m'è.... Mercè del popol tuo che si argomenta. S'io dico ver, l'effetto nol nasconde. E se ben ti ricorda....

ANNOTAZIONE ASTRONOMICA DEL P. G. ANTONELLI.

E vedi omai che il poggio l'ombra getta. » (T. 17.)

Al principio del Canto V era già passato il mezzodi; e ne'colloqui. sin qui tenuti, era scorso tanto tempo, che il sole era ormai occultato dalla costa a destra de' Poeti, i quali salivano nella direzione di prima; si che rimanevano essi nell'ombra, e Dante non faceva quindi rompere col suo corpo i raggi del grand' astro diurno; come ne' versi 56 e 57 è detto più espressamente. A suo luogo vedremo come da questa indicazione si possa dedurre l'ora corrente; ma per quello che ci dice il Poeta al verso 43 del seguente Canto VII, e poi al verso 85 del medesimo, è da credere che fossero passate le tre pomeridiane, tramontando ivi il sole in questo giorno circa le ore cinque e mezzo.

CANTO VII.

ARGOMENTO.

Trova in una valle coloro che indugiarono penitenza, perchè li sviò il regno e le dignità della terra. Li pone in luogo fiorente com' uomini di bella fama. Comincia il Canto dal dire che fa Virgilio il suo nome a Sordello. La dichiarazione che dà Virgilio della sua pena nel Limbo, illustra il quarto dell' Inferno ed il terzo del Purgatorio. Il non poter le anime salire al monte mentrechè il sole è sotto, simboleggia il sole della Grazia necessario ad ogni opera buona, e all'espiazione dell'opere ree.

Nota le terzine 1, 4, 5, 6, 9, 12, 14, 16; 18 alla 22; 24 alla 28; 30, 31, 33 sino all'ultima.

1.

Posciachè le accoglienze oneste e liete

Furo iterate tre e quattro volte,

Sordel si trasse, e disse: Voi chi siete?

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Prima ch' a questo monte fosser vôlte
L'anime degne di salire a Dio,

Fur l'ossa mie per Ottavian sepolte.
3. I' son Virgilio. E per null' altro rio
Lo ciel perdei, che per non aver fè.
Così rispose allora il duca mio.

1. (L) Trasse indietro.

(SL) Tre. Ne' Latini sovente: terque quaterque. Georg., 1: Ter gutture voces Aut quater ingeminant....

9. (L) Prima di Cristo Per: da.

(SL) Prima Virgilio mori nell'anno XLII d'Augusto innanzi che Cristo nascesse. Sepolte. Donat.:

Furono per comando d'Augusto le ossa di Virgilio traslate a Napoli. 3. (L) Rio:"reità.

(F) Fe. Maestro delle sentenze, lib. If, dict. 25: Che senza la fede del Mediatore nessun uomo o innanzi o dopo l'avvenimento di Cristo fosse salvo, l'autorità de' Santi unanime allesta.

4. Qual è colui che cosa innanzi a sè

Subita vede, ond' ei si maraviglia,

Che crede e no, dicendo; « Ell'è, non è »;
5. Tal parve quegli e poi chinò le ciglia;
E umilmente ritornò vêr lui,

E abbracciollo ove 'l minor s'appiglia.
6. O gloria de' Latin' (disse), per cui
Mostrò ciò che potea la lingua nostra;
O pregio eterno del luogo ond' io fui;
7. Qual merito o qual grazia mi ti mostra?
S'i' son d'udir le tue parole degno,

8.

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Dimmi se vien' d' Inferno, e di qual chiostra.
Per tutti i cerchi del dolente regno

(Rispose lui) son io di qua venuto:
Virtù del ciel mi mosse; e con lei vegno.
9. Non per far, ma per non fare, ho perduto
Di veder l'alto Sol che tu disiri,

E che fu tardi, per me, conosciuto.
10. Luogo è laggiù, non tristo da martiri,
Ma di tenebre, solo; ove i lamenti
Non suonan come guai, ma son sospiri.
11. Quivi sto io, co' parvoli innocenti,

Da' denti morsi della morte avante

Che fosser dell' umana colpa esenti:

3. (L) Ove: i ginocchi.

(SL) Minor. Purg., XXI, t. 44: Già si chinava ad abbracciar li piedi Al mio dottor. Arios.: E l'abbracciava ove 'I maggior s'abbraccia.

6. (L) Luogo: Mantova

(SL) Gloria. En.,VĮ: Trojanae glo. ria gentis. Nostra, Del latino, dell'italiano e del provenzale fa tutl'una lingua. - Fui. Notisi la semplicità di questi modi che i maestri d'ad sso fuggirebbero come volga

rità

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(F) Tristo Som. Sup.: I Padri nel limbo innanzi la venuta di Cristo non vedevano Dio. Aug., in Euch. XCIII: Mitissima è la pena de' Padri che con sola la colpa originale morivano Som: Net limbo de Padri era dolore per la dilazione della gloria, non pena sensibile per il peccato. Sup 69: Manca la pace del desiderio.

Tenebre Som Sup. Secondo che in più gravi peccati sono avvolti, i dannati più oscuro luogo e più profondo tengono in inferno: onde i Padri aspettanti, ne' quali era il minimo della colpa, avevano il luogo più alto e men tenebroso.

41. (L) Esenti: baltezzati.

(SL) Denti. Osea, XIII, 44: Ero mors tua, o mors; morsus tuus ero, inferne Petr.: Gli estremi morsi Di quella ch'io, con tutto il mondo, aspetto, Mai non sentii. Più languido.

(F) Parvoli. Som.: Agostino non intende che i parvoli siano sensibilmente cruciali, ma intende, la pena

12. Quivi sto io con quei che le tre sante
Virtù non si vestiro, e senza vizio
Conobber l'altre e seguîr tutte quante.
13. Ma, se tu sai e puoi, alguno indizio

Dà noi, perchè venir possiam più tosto
Là dove il Purgatorio ha dritto inizio. -
14. Rispose: Luogo certo non ci è posto:
Licito m'è andar suso ed intorno.

Per quanto ir posso, a guida mi t'accosto.
15. Ma vedi già come dichina il giorno;
E andar su di notte non si puote:
Però è buon, pensar di bel soggiorno.
16. Anime sono a destra, qua, remote:
Se mi consenti, i̇' ti mërrò ad esse;
E non senza diletto ti fiér note.

17.

Com'è ciò? (fu risposto) Chi volesse
Salir di notte, fora egli impedito
D'altrui? o non sârria ch'e' non potesse?
18. E'l buon Sordello in terra fregò 'I dito,
Vedi! sola questa riga

Dicendo:

Non varcheresti, dopo 'l sol partito.

loro consistere in questo che privati di vedere Dio.... Som. Sup., 67: A' pargoli nel limbo non è speranza di vila beata, com'era a' Padri, onde nella qualità del premio e della pena il limbo de' parvoli differisce da quello de' Padri, ma non nel sito, sebbene la requie de' Padri credesi che fosse in luogo superiore.

42. (L) Tre: Fede, Speranza e Carità.

(SL) Vestiro. Eccli., XVII, 2: Vestivit.... virtute. Luc., XXIV, 49: Vestiti di virtù dall'alto. Vita Nuova: Vestita d'umiltà. Rime: Vestute Di gentilezza, d'amore e di fede. Barl. S. Conc.: Di superbia si vestirà. Frequente nelle lettere di Caterina da Sjena.

(F) Tre. Ad Rom, II, 44: Le genti che non hanno la legge, naturalmente fanno quel che è della legge. La Somma dimostra non potersi avere, nel grado più alto, speranza e carità senza fede. Tuile. Gli è molto dire; ma l'opinione, se non strettamente teologica, dimostra la buona fede di Dante.

13. Noi a noi. Inizio propriamente comincia.

(SL) Noi. Purg., XXXI, t. 46: Fa noi grazia.

(F) Dritto. Brunetto: Drilla madre (per vera) Dino: Dritta porta (vera). S. Anselmo, Dial. della ver., 12: Verità è reltitudine percettibile con la mente (però diritto e vero scambiansi nella lingua).

44. (L) Certo: fisso.

(SL) Accosto. Æn., VI: Æneae sese... addiderat socium. 15. (L) Soggiorno, da passare la notte.

(SL) Pensar. Vita Nuova: Questi peregrini..... pensano forse delli loro amici lontani. Som.: Cogitare de salute.

16. (L) Merrò: menerò. - Fier: sa

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