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CANTO XXXI.

ARGOMENTO.

E' confessa i proprii falli: rimproverato di nuovo, confessa più chiaro: umiliazione reiterata, a farsi degno dell'alta visione. Matelda lo passa di là da Lete; lo tuffa nell'acqua: ond' egli oblia il male fatto. Le quattro Virtù naturali, danzando, gli passano _il_braccio sul capo: lo menano di faccia al Grifone e a Beatrice: le tre Virtù cristiane la pregano gli si sveli. Il velo si toglie.

Canto tutto morale; nè a politica lo torceresti senza falsare l'idea del Poeta. È grandezza vera presentare sè confuso e confesso in tanta gioia della terra e del cielo.

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Nota le terzine 1 2, 3, 6, 7, 9, 11, 14, 15, 17, 18, 19, 22, 23, 24, 26, 28; 30 alla 37; 39 alla 42; 45 e 48.

1.

0
tu che se' di là dal fiume sacro
(Volgendo suo parlare a me per punta,
Che pur per taglio m'era parut' acro,
2. Ricominciò seguendo senza cunta),

Di', di' se questo è vero. A tanta accusa
Tua confession conviene esser congiunta.

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3. Era la mia virtù tanto confusa,

Che la voce si mosse e pria si spense

Che dagli organi suoi fosse dischiusa.
4. Poco sofferse; poi disse: Che pense?
Rispondi a me; chè le memorie triste
In te non sono ancor dall'acqua offense.
5. Confusione e paura, insieme miste,

Mi pinsero un tal si fuor della bocca,
A 'l quale intender fu mestier le viste.
6. Come balestro frange, quando scocca,

Da troppa tesa, la sua corda e l'arco,
E con men foga l'asta il segno tocca;
7. Si scoppia' io sott' esso grave carco,
Fuori sgorgando lagrime e sospiri;
E la voce allentò per lo suo varco.
8. Ond'ella a me: Per entro i miei desiri,
Che ti menavano ad amar lo Bene
Di là dal qual non è a che s'aspiri,

3. (L) Virtù: forza.

(SL) Virtù. Petr., Son. 11: Era la mia virtute al cor ristretta. Voce Æn III: Vox faucibus haesit; più schietto

4L) Pense: pensi fallo. Ofense: spente.

Memorie del

(SL) Pense Queste parole Virgilio al Poeta nel V dell'Inferno, quand'egli se ne stava pensoso sopra gli errori dei due amanti e la pena.

5. (L) Pinsero: mossero Viste: a intendere il quale si, bisogno guardare le labbra, che non davano suono.

(SL) Miste. Æn,, X: Mixtus dolor et pudor armat. - XI: Laetitia mixtoque metu.

(F) Confusione. Confusione e li more oppongonsi a fortezza.

6. (L) Frange; si frange. Men: l'arco rotto, la freccia esce men forte.

(SL) Frange. Neutro come Inf., VII, 1. 5: L'alber fiacca. Costrutto non chiaro: forse meglio intendere: Balestro frange la corda e l'arco troppo tesi questo e quella, quand'egli scocca il dardo. Asta Pare, della saelta. Onde dicevasi: Asia della lancia, per meglio distinguere. 7. (L) Allento. Neutro.

(SL) Lagrime. Aug. Confess., IX:

Premevo gli occhi miei, e concorreva nelle mie viscere angoscia grande, e sgorgava in lagrime En, XI: Haeret lacrymansque gemensque; El via vix tandem voci laxata dolore est. Di sospiri angosciosi e di pentimenti parla anco nella Vita Nuova, quando e' ristà dall' amare la donna che gli piacque dopo morta Beatrice.

(F) Carco Som: Ogni cosa nociva, chiusa dentro, più affligge, perchè più si moltiplica l'intenzione dell'anima in quella cosa; ma quando si spande fuori, l'intenzione del l'anima è quasi disgregata, e così il dolore scema.

8. (L) Bene: Dio. A che cosa alla quale.

(SL) Miei. Desiderii che tu avevi di me; come terz. 18 nel suo disio.

(F) Menavano. Chi pecca s'allontana da lui nel quale è la ragione dell'ultimo fine, ma nell' intenzione egli mira tuttavia all' ultimo fine falsamente cercalo in altre cose. Aspiri Il bene perfetto acqueta to. talmente l'appetito; altrimenti, non sarebbe l'ultimo tine, se cosa restasse tuttavia da appetire. Bisogna che l'ultimo fine riempia cosi tutto l'appetito dell' uomo, che nulla rimanga fuor di lui da appetire.

9. Quai fosse attraversate o quai catene
Trovasti, perchè del passare innanzi
Dovessiti così spogliar la spene?
10. E quali agevolezze o quali avanzi

Nella fronte degli altri si mostraro,
Perchè dovessi lor passeggiare anzi?
11. Dopo la tratta d'un sospiro amaro,
A pena ebbi la voce che rispose,
E le labbra a fatica la formaro.

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Le presenti cose

Col falso lor piacer volser miei passi,
Tosto che 'l vostro viso si nascose.
13. Ed ella: Se tacessi o se negassi

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Ciò che confessi, non fora men nota
La colpa tua: da tal giudice sássi.
14. Ma quando scoppia dalla propria gota
L'accusa del peccato, in nostra corte
Rivolge sè contra 'l taglio la ruota.
15. Tuttavia, perchè me' vergogna porte
Del tuo errore; e perchè altra volta,
Udendo le Sirene, sie più forte;

9. (L) Quai: quali impedimenti.

(SL) Fosse Petr., Son. XXI: E se... Per farvi al bel desio volger le spalle. Trovaste per la via fossati o poggi; Fu per mostrar quant'è spinoso calle... Onde al vero valor convien ch' uom poggi Catene. Sbarra all'entrata delle fortezze e de' ponti e dei porti; e anco di vie Spogliar. Similé modo in Caterina da Siena.

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10. (L) Avanzi: utili. Fronte: primo aspetto. Altri desiderii mondani. Anzi: passare è ripassare dinnanzi a loro.

(SL) Avanzi. Bocc, X, 8: Qua' merili, quali avanzi avrebbon fatto Gisippo non curar di perdere i suoi parenti. Fronte. Senso latino Anzi Come fa innamorato. [C.] Prov, VIII: Observat ad postes ostii mei. (Dice la Sapienza.)

11. (SL) A pena Boet.: Tum ego, collecto in vires animo... Formaro. Casa: Se la Tirannia potesse la sua voce formare Passavanti: In niuna maniera poteva formare la parola. 49. (L) Nascose: moriste.

(F) Dissi. Mostra la necessità del confessare in parola l'opera mala.

43 (L) Nota: sarebbe nota a Dio gludice. Sassi è sapula.

(F) Giudice Psal., VII. 12: Deus judex justus - Sassi. Beda: Il signore non interroga come chi non sa, ma acciocchè, confessato il male, la virtù del curante risplenda più

cara.

44 (L) Gola: bocca del reo. Corte di giustizia Ruota la pena è tolta. Se la pietra da arrolare si volge contro la costola del coltello, l'arrota; se contro il taglio, lo guasta.

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(SL) Scoppia. Esprime to sforzo. Gola Della voce pare strano; ma rammentisi che bocca viene da bucca, che non è nè os nè labia

(F) Accusa. Psal, XXXI, 5: Dissi: confesserò a Dio la mia colpa; e tu rimettesti la mia iniquilà. 15. (L) Me': meglio Porte: tu porti, senta. Sirene: piaceri. Sie: sii.

(F) Sirene Purg., XIX. t. 7. Paulin., Epist XXXVIII: Gli allettamenti de' desiderii ritraggono in verità quella favola delle Sirene. Hor.: Jirenum voces et Circes pocula.

16. Pon giù seme del piangere, ed ascolta:
Si udirai, come in contraria parte
Muover doveati mia carne sepolta.
17. Mai non t'appresentò natura od arte

Piacer, quanto le belle membra in ch'io
Rinchiusa fui, e che son terra, sparte.
18. E se'l sommo piacer si ti fallío

Per la mia morte, qual cosa mortale
Dovea poi trarre te nel suo disío?
19. Ben ti dovevi, per lo primo strale
Delle cose fallaci, levar suso

Diretro a me, che non era più tale:
20. Non ti dovea gravar le penne in giuso,
Ad aspettar più colpi, o pargoletta,
O altra vanità, con sì breve uso.
21. Nuovo augelletto, due o tre, aspetta;
Ma dinnanzi dagli occhi de' pennuti
Rete si spiega indarno o si saetta.
22. Quale i fanciulli, vergognando, muti,
Con gli occhi a terra stannosi, ascoltando,
E sè riconoscendo, e ripentuti;

18. (L) Seme: cagion.. - Contraria: a Dio.

son pargoletta, bella e nuova. Fa migliarmente tuttavia dicesi bambina a donna - Breve. Petr., Sun. 1: Che quanto piace al mondo, è breve soquo L'Ottimo abbonda: Che nè quella

(SL) Pon. En., 11: Lecrymas... pelle. Seme. Psal., CXXV. 5: Seminant in lacrymis En., VI: Semina flammae. Ma nor giù il seme del piangiovine la quale elli nelle sue rime gere, non pare bello.

17. (SL) Mai In una canzone, di lei vivente: Che non può mal finir chi le ha parlato In questo verso è il gerTerra. me dell' intera Commedia. Gen., III, 49: Pulvis es. Par., XXV, St. 42 la terra è terra il mio corpo. 18. (L) Fallio: manco.

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SL) Fallio. Inf., XIII, t. 44: Gli fallia la lena.

49. (L) Strate: dopo il primo dolore, sperimentate le mondane fallacie, dovevi levarti a Dio. Tale: bené manchevole.

20 (L) Uso: godimento.

(SL) Pargolella Non la Lucchese ch' e' conobbe dopo il 1300, ma una in genere; come per denotare la puerilità d'affetti leggieri, che non pos. sono durare, e che infermano il senno. Una sua canzone comincia: I' mi

chiamò pargoletia, nè quella Lisetta, ne quell' altra montanina, nè quella ne quell' altra gli dovevano gravare le penne delle ale in giù, tanto ch'elli fosse ferito da uno simile, o quasi simile strale.

21. (L) Nuovo: tencro. Due o tre volte

(F) Pennuti. Prov., I, 47: Frustra... jacitur rete ante oculos pennaforum. Psal., CXVIII. 440: I peccatori mi posero un lacciuolo. Psal, CXXIII, 7: L'anima nostra, come passero, campo dal lacciuolo degli uccellatori. Ecci, Vil, 27: Donna è lacciuolo di cacciatori. Jer. Thr., III, 59: Venatione ceperunt me quasi avem inimici met gratis.

22. (L) Riconoscendo del fallo. Ripentuti:,ripentiti.

23. Tal mi stav'io. Ed ella disse:

Quando,

Per udir, se' dolente; alza la barba:
E prenderai più doglia, riguardando.
24. Con men di resistenza si dibarba

Robusto cerro ovvero a nostral vento,
Ovvero a quel della terra d' Iärba,
25. Ch'io non levai, al suo comando, il mento.
E quando, per la barba, il viso chiese,
Ben conobbi 'I velen dell' argomento.

26. E, come la mia faccia si distese,
Posarsi quelle belle creature

Da loro aspersion, l'occhio comprese.
27. E le mie luci, ancor poco sicure,
Vider Beatrice vôlta in sulla fiera

Ch'è sola una Persona in duo nature.
28. Sotto suo velo, e oltre la riviera

Verde, pareami più sè stessa, antíca,
Vincer, che l' altre qui quand' ella c' era.

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(SL) Nostral. Segneri: Ghiacci nostrali. Jarba. En, IV. La memoria di lui è congiunta con quella di Didone: però la nomina forse. Ma il vero richiamo è la barba, che qui gli importava fare cospicua nella fine del verso.

(F) Vento [Ant ] Nell'altro canto locco de' venti boreali portatori e condensatori di neve, e dei meridionali che la fanno struggere: qui d'altre correnti aeree, dotate d'altre proprietà, specialmente per quel ch'e della terribile lor potenza. I vento nostrale è il tramontano principalmente; quel della terra di Jarba (già re di Numidia, o di Getulia come altri vogliono) è l'Africo, oggi Libeccio, suscitatore di tempeste e di fulmini.

25. (L) Barba...: rimprovera a lui, non più imberbe, le follie puerili.

(SL) Barba. Juv., VIII: Quaedam cum prima resecentur crimina barba,

Buc., I; Libertas: quae sera, tamen respexit inertem, Candidior postquam londenti barba cadebat. La libertà, di cui Catone nel Purg., è anco morale.

Comprese:

26. (L) Distese in alto. vidi gli Angeli cessare dallo spargere fiori.

(SL) Creature. Purg., XII, t. 30, di un Angelo: Creatura bella. - Aspersion. Voce solenne ne' riti sacri. significa il mondare dal peccato. Perche meglio veda le cose che seguono e l'attenzione sua si raccolga, cessano gli angeli da spargere fiori. Comprese. Non evidente.

27. (L) Fiera: Grifone.

(SL) Su. Elf' era sul carro, il Grifone tirava il carro. E confessiamo che l'atto non è degno gran cosa del Cristo liberatore. Fiera. Anco d'animale che non sia beiva. In Fedro e in Virgilio Ferus il cervo,

(F) Volta La Teologia, dice Pietro, dal nuovo Testamento in poi, speculatur divinitatem et humanitatem Christi.

28. (L) Vincer: più bella di quand'era viva Qui in terra.

(SL) Velo Purg,, XXIX, t. 9. — Antica. Men chiaro; ma lo compensa la bella semplicità di quel che segue: quand'ella c'era,

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