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soggiunge: Fungar inani munere, che nell'animo del poeta cristiano non poteva cadere. In una visione del medio evo sono giardini abitati dai giusti innanzi d'ascendere al cielo, e schiere che procedono con cantici e con melodie (4). Ma' qui forse avrà Dante rammentato anco quel della Cantica: Emissiones tuae paradisus malorum punicorum, cum pomorum fructibus. Cypri cum nardo, nardus et crocus, fistula et cinnamomum, cum universis lignis Libani, myrrha et aloe, cum omnibus primis unguentis. Fons hortorum: puteus aquarum viventium quae fluunt impetu de Libano (2).

Il verde manto, il velo bianco, la veste rossa sono imagini delle tre Virtù già dipinte (3), onde in Beatrice figurasi la virtù insieme e la scienza. Sopra il velo bianco è la ghirlanda d'ulivo, segno di scienza e di pace: e così in Zaccaria (4) sono due ulivi da diritta e da manca del mistico candelabro, Il contrapposto de' colori varii è di per sè bellezza pittorica, onde in Virgilio: Aurea purpuream subnectit fibula vestem (5). - Ostro Velet honos laeves humeros; ut fibula crinem Auro internectat (6). - Viscum Fronde virere nova... Et crocaeo fetu teretes circumdare truncos (7). - Aureus ipse: sed in foliis, quae plurima circum Funduntur, violae sublucet purpura nigrae (8). - Tibi lilia plenis Ecce ferunt Nymphae calathis: tibi candida Nais Pallentes violas el summa papavera carpens, Narcissum et florem jungit bene olentis anethi; Tum casia atque aliis intexens suavibus herbis, Mollia luteola pingit vaccinia cultḥa (9) Ove si noti dolce fluidità di suoni che fa la lingua latina in Virgilio e in Tibullo parere alle volte più molle che l'italiano di Dante, e fin del Petrarca. Ma in Dante la bellezza pittorica de' colori è mistica insieme. E perchè ne' grandi scrittori, piucchè in altri, il men bello è scala a misurare la bellezza più vera, ráffrontisi la distinta e regolare composizione del costrutto che comincia: Io vidi già nel cominciar del giorno, e si conpie: Conosco i segni dell'antica fiamma (10), con quell'altro costrutto nel principio del ventesimo ottavo del Purgatorio da Un'aura dolce, senza mutamento a Quand' Eolo Scirocco fuor discioglie 14); dove le imagini sono pur bélle, ma nè cosi lucidamente significate ne con si conveniente armonia.

Ancorché velata, la bellezza di Beatrice lo percuôte nell'anima e anco nei scosi, ed e' lo dice con modi più nobiti e parchi de' virgiliani; Repente Accepit solitam flammam, notusque medullas Intravit calor, et labefacia per ossa cucurrit (42). Egli rammenta il suo primo vederta fanciullo: Quasi dal principio del suo anno nono apparve a me: ed io la vidi quasi al fine del mio. E questo medesimo dice con perifrasi astronomica, come suole nella Divina Commedia. Onde apparisce che i giri scientifici erano in lui vezzo antico. In quel punto (che prima vide Beatrice) lo spirito della vita il qual dimora nella segretissima camera del cuore, cominciò a tremar si fortemente che appariva nelli menomi polsi orribilmente. Mi pareva sentire un mirabile tremore cominciare nel mio pétto dalla sinistra parte, e distendersi si di subito per tutte le parti del mio corpo (13). Le dolcezze de' teneri affetti

(1) Ozanam, p. 342.

(2) Cant. Cantic., IV, 13-15.

(3) Purg., XXIX.

(4) IV,

3.

(5) Æn., IV.

(6) Æn., VII.

(7) En., VI.

(8) Georg., IV.

(9) Buc, II.

(10) Terz. 8-16.

(11) Terz. 3-7.

(12) Eu., Vill.

(13) Vita Nuova

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BRITISH

17 AP 1902

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per lempo incominciavano a Dante: ma, perchè nelle anime profonde la gioia stessa è nutrita dal pianto, quasi fiori da rivo corrente; e perchè nel dolore doveva essere sublimata quell'anima; noi vediamo quanto fosse in quest'amore d'arcana mestizia religiosa Leggasi la Vita Nuova, si per vedere a quanta dignità ed evidenza e franchezza avesse quest'uomo, prima che la poesia, elevata la prosa italiana; sì perchè gli uomini rari son degni d'attenzione quando parlano de' segreti dell'anima propria. E già fin dal trecento l'Italia aveva un esempio di quelle Confessioni e Memorie che al presente c'inondano.

Nel corpo dei Beati non del corpo, ma della virtù la bellezza risplende (1). Della potenza con cui l'anima, attraverso a'sensi, e quasi sorvolandoli, opera opra l'anima, e quindi da lei di rimbalzo sopra i sensi; di questa potenza, che ora chiamasi magnetica, e se ne vorrebbe fare una scienza innanzi d'osservare e di sperimentare, ritrovansi nell'antica filosofia presentimenti assai chiari. La causa della fascinazione è da Avicenna assegnala a questo: che la materia corporale è nata a obbedire più alla spirituale sostanza che ai contrarii agenti in natura; e però quando l'anima sarà forte nel suɔ imaginare, la corporale materia s'immuta a seconda di quella. Ma noi abbiamo dimostrato che la materia corporale non ubbidisce al cenno della sostanza spirituale se non che al Creatore solo: e però meglio è dire, che dal forte imaginare dell'anima s' immutano gli spiriti congiunti al corpo; la quale immutazione degli spiriti si fa massimamente negli occhi, ai quali pervengono gli spiriti più sottili Or gli occhi influiscono nell'aria mano mano fino allo spazio determinato: e a questo modo gli specchi nuovi e puri contraggono certa impurità dall'aspetto di donna che sia ne' suoi mestrui, come Aristotele dice (2) Così quando un'anima è veementemente commossa a malizia, nelle vecchie segnatamente, l'aspetto di queste si rende nocivo specialmente a' bambini che hanno il corpo tenero e facilmente sãscettivo delle impressioni (3). Lasciando stare quel che la scienza d'adesso non ammette o perchè lo crede non vero, o perchè non l'ha nè sperimentato, nè osservato, nè pensatoci (che è ragione comodissima di negare), in questo passo abbiamo inenzione di spiriti che non sono la sostanza spirituale, e non sono la materia corporale; abbiamo un cenno alla potenza magnetica dello sguardo, il qual cenno condurrebbe a cercare se le operazioni magnetiche da chi le facesse a occhi chiusi abbiano lo stesso valore, e se lo stato e degli occhi e degli altri sensi, abituale o attuale, ne varii l'efficacia; abbiamo un cenno all'influenza della luce riflessa dall'occhio umano sulle cose corporee, che è un principio di scienza del magnetico raggiante. 1 rimproveri di Beatrice agli errori di Dante rammentano la visione d'Erma, detto il Pastore: che una fanciulla gli appare, e gli dice d'essere venuta a accusarlo, e soggiunge: C'è de' pensieri che non nascono nel cuore d'un giusto. Quanto più delicata e profonda della pagana questa Psiche cristiana, che non è solo un freddo alito dell'anima incalorito dalla passione, ma è il raggio e ardore dell'intima e dell'altissima coscienza! I passo della Sapienza sopra recato prosegue a proposito: Venni ad un corpo contaminato... Seppi ch'io non posso essere continente se Dio no'l dia: e questo stesso era

(1) Aug., de Civ. Dei, XXII. (2) Lib. de Somn. et Vig.

DANTE. Purgatorio.

(3) Som., 1, 17.

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opera della Sapienza, sapere di chi sia questo dono (1). E quegli angeli che .prima cantano benedicendo Beatrice, e poi compatiscono al dolore vere. condo e pentito di Dante accorato dalle parole di lei, e con quella pietà lo commuovono a sfogare in sospiri e in lagrime il dolore aggroppato dentro, quegli angeli ricordano il detto soave di Cristo, che più grande gaudio si farà dagli angeli di Dio per un peccatore facendo penitenza, che per novanlanove giusti (2). E sublimí a consolazione sono le parole d'agostino: Tolle morbos, tolle vulnera, et nulla est medicinae causa.

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