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LA SELVA ED IL PARADISO.

Appiè del monte venne una donna e disse: l' son Lucia. Lasciatemi pigliar costui che dorme (1); e porta il Poeta sin presso all'entrata, e si dilegua ella e il sonno insieme. Ciò rammenta quel della Genesi (2): Tulit... hominem, et posuit (3) eum in paradiso vo'upratis; e rammenta il sonno fra il quale Eva nasce. Sulla cima del monte appare altra donna, con ancor più amore dipinta, per apparecchiare ad apparizione più gentile ancora e più alta, dico a Beatrice; dacchè della bellezza vera, così come della virtù, può ripetersi quello de' Salmi: Ascensiones in corde suo disposuit, in valle lacrymarum, in loco quem posuit... ibunt de virtute in virtutem: videbitur Deus deorum in Sion (4).

Dante per la divina foresta si fa tanto innanzi che, dice, non potea rivedere ond' i' m' entrassi (5); it che rimanda all'entrata dell' oscura e selvaggia selva: I' non so ben ridir com' io v' entrat (6). Quando gli tolse andar più innanzi un ruscello piccolo e bello, al contrario della fiera che nell'altra selva del bel monte il corto andar gli tolse (7): e di là dal ruscello una donna soletta che cammina sui fiori (8), e coglie fiori ; e va come donna che balli (9); preludio delle danze che in cielo vedremo lucenti e armoniose. Questa ima⚫ gine gli rammenta Proserpina, tradizione italiana di quelle che collegano la civiltà italiana alla greca, e le dimostrano, anziché l'una figlia all' altra, gemelle.

Anco in Virgilio le anime pie stanno e vann osene inter odoratum lauri nemus (10); e dentro alla selva par ch'egli veda un altro boschetto più raccolto: Seclusum nemus et virgulta sonantia sylvis; Lethaeumque, domos placidas qui praengiát, amnem (41); come sotterra, laddove è l'origine di tutte le acque vive, Aristeo vede ammirando lucos... sonantes (42): e Orazio

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nella visione poetica: Audire, et videor pios Errare per lucos, amoenae Quos et aquae subeúnt et aurae (1).

L

Agostino pone il giardino che fu primo soggiorno dell'uomo, fructuosis nemoribus opacatum (2; quoniam in nemoribus deliciosa quies hominum esse solet (3), — Avito: Quâ nerhibent terram confinia jungere coelo, Lu• cus inaccessa cunctis mortalibus arce. — Luogo risplendente di temperato e purissimo e sottilissimo aere, di piante sempre fiorenti chiomato (4). Alessandro d'Alessandro dice, « il Paradiso essere in aere quieto e tranquillo che è sopra a questo nostro inquieto e turbato; ed essere il luogo del Paradiso laddove è il termine delle esalazioni e de' vapori » (5). — In tale sommità non sono nuvole nè piogge nè aria grossa (6) - Alberto Magno: « Lo spazio concavo del cielo lunare dividesi in tre regioni: l'infima è calda ed umida pe vapori levati dall' acqua, che sono caldi ed umidi per il riflesso del sole; la media fredda ed umida, per le stelle frigide; la più alta calda e serca, che è più prossima al cielo, e quasi per moto divino si muove: e anche per la vicinanza-del fuoco. »

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Il primo mobile, secondo il Poeta, sospinge d'oriente a occidente con uguale soave moto tutta l'aria della foresta, dacché venti non ci possono a turbare con contrarii avvolgimenti; e l'aria commossa fa suonare la selva nelle spesse sue fronde (7). Quel moto trasporta nel vano i semi delle piante che ivi sono di tutte generazioni; e così spiegasi come nella terra soitoposta pare talvolta che piante nascano senza seme. Ma il vero si è che Planta et animal ex semine (8) Siccome (dice Agostino) le madri sono pregne del feto, così il mondo è pregno delle cagioni che fanno nascere gli enti (9). In tutte le cose che corporalmente e visibilmente nascono, ascondonsi certi semi in questi corporei elementi mondiali (40). Esso Agostino dice (44) che il terzo dì furon prodotte le piante non in atto ma in cerle ragioni o potenze, di seme; e dopo il sesto di, in atto: la quale sentenza potrebbe non essere un semplice imaginamento, e adombrare che in una delle grandi epoche della creazione si posassero i germi a covare, e che quindi nuovi mutamenti dell' ambiente e della massa terrestre ne promuovessero lo svolgimento graduato Così forse sarå negli svolgimenti avvenire del globo; cosi certamente è nel germe delle idee e delle civili istituzioni; la quale analogia conchiude anche per il mondo corporeo.

Siccome nella Genesi quattro fiumi escono del luogo destinato a soggiorno

(4) Hōr. Carm. III, 4.
(2) Aug, in Gen., VIII.

(3) Aug, in Gen. Manich., II.
(4) Damasc., de Ort. fid., II. - Isid.,
XIV: Perpetua aeris temperies.

(5) Pereiro, iu Gen, III.

() Aug., de Civ. Dei, XV. Purg., XXI: Non pioggia, non grando, non neve, Non rug ada, non brina, più su cade, Che la scaletta de tre grudi breve. Nuvole spesso non paion nè rade, Nè corruscar... Secco vapor non surge... Dice la Somma (1, 102) che taluni iunalzavano il Paradiso terrestre infino ai limiti del globo lunare; e riprova

l'opinione dalla quale forse avrà Dante tolto l'imagine al volo rapido dal' monte alla Luna (Par.. I).

(7) Arist. Phys., VIII: Aer, quum movetur, moret – movens primum, rei que movetur habita rat one, aer esl.

(8) Arist, Phys. - Sʊm., 1, 4. Qui pare prevista la dottrina confermata dallo Spallanzani, che ogni vivente è da seme, non nasce da se.

(9) Aug, de Trin., 1.
XXVIII, t. 38.
(10) Aug., l. c.
(11) In Gen. lit., V.

Purg.,

degli uomini primi (e questo lungo nulla vieta di stenderlo in regione immensa; e nulla vieta supporre che i grandi sconvolgimenti terrestri mutassero il corso de' fiumi, come i piccoli terremoti vediamo che fanno); cosi nel Paradiso di Dante due fonti escono del principio medesimo quella che spegne la memoria del male; e quella che rende la memoria del bene, Eunoė, buona mente, quasi contrario di Eumenide, e consonante alla buona volontà dell'inno che cantano te anime a ogni volta che una di loro sale libera a' Cieli (4). Le due fonti rammentano le due chiavi aprenti le porte della salute (2); e rammentano, se vuolsi, anco i due strali d'Ovidio, l'uno che då, l'altro che caccia l'amore, che diventano nell'Ariosto due fonti. Nell' Eliso di Virgilio: Lucis habitamus opacis, Riparumque toros et prata recentia rivis Incolimus (3); ma poi anche Plurimus Eridani per sylvas volvitur amnis. L'acqua del piccol fiume si muove bruna bruna sotto l'ombra perpetua (4); ma nulla nasconde del fondo, a significare la limpidezza delle anime giuste, vereconda ma schietta. E anche quassù, così di fuga, gettasi un accenno politico, quando l'ostacolo opposto dall'acqua al desiderio del Poeta gli fa rammentare Leandro rattenuto dalle acque dell' Ellesponto, dove Serse passò, Ancora freno a tutti orgogli umani (5).

Le parole con cui comincia il suo ragionamento la donna (6), così le illustra la scienza: Lo Sommo ben. = Dio è sommo bene (7). Il nome di buono manifesta per eccellenza tutte le perfezioni di Dio (8). Dionigi tra i nomi di Dio pone il Bene prima che l'ente (9).

Che solo esso a sè piace. = Ogni cosa per sè ha operato il Signore (10). A Dio basta la sua propria bontà, e in lei si contenta (14).

Fece l'uom buono. Humanam naturam a Deo bono conditam bonam (12). - L'uomo'nel paradi o rivera fruendo di Dio, dal quale, buono, era buono (13). L'uomo in istato di natura non corrotta, poleva non peccare anco senza l'aiuto della Grazia abituale (44).

Fece.. a bene. = Dio non è causa se non di beni (15) — L'oggetto e il fine della volontà è il bene (46). · L'oggetto della beatitudine è la bontà som

ma (17)

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E questo loco Diede per arra a lui d'eterna pace. = Paradiso fu luogo competente all'abitazione dell'uomo innanzi il peccato (19) Divina regione (20) e degno soggiorno di lui ch'era a imagine di Dio (24). Locus ille reclusus impedimentis montium vel marium, vel alicuius aestuosae regionis (22); e Pier Lombardo lo fa anch'egli diviso dalla terra

(1) Purg.. XX.

(2) Purg.. IX.

(3) Æn., VI.

(13) Aug., de Civ Dei, XIV, 26.

(14) Som, 2, 1, 109.

(15) Soni, 1, 2, 9.

(4) Georg, IV: Qua niger humectal flaventia culta Galesus.

(16) Sum., 2, 2, 4.

(5) Terz. 24.

(6) Terz. 31.

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(17) Som., 2, 2, 2.

(18) Dyon, Div. nom, IV.

(19) Som., 2, 2, 164; 1, 192. – Terz. 26: In questo luogo eletto All'umana natura per suo nido.

(20) La divina foresta (t. 1). La campag a santa (1. 40).

(21) Damasc., de Ort. fid., II.

(22) Som., 1, 102. Purg., 1: In sul lito diserto Che mai non vide navicar

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oggidì abitata, et in alto situm (1). — Ugo da S. Vittore: In parte orientali fertur esse locus eminentissimus, ut non aquae diluvii ibi pertingere potuissent. - S. Tommaso (2) To pone anch'egli nell'Oriente a man destra; perchè la destra è la parte più nobile secondo Aristotele: e oriente è alla destra del Cielo (3).

Aveva Isidoro notato già che Paradiso non altro significa che orto (4); e Agostino, che la narrazione della Genesi devesi intendere in senso e corporeo e spirituale (5); e Tommaso ci avverte che il legno di vita simbolicamente significa il libero arbitrio (6). Pier Lombardo e altri teologi dissero il Paradiso terrestre simbolo della Chiesa: però finge il Poeta che quivi apparisca la Chiesa co' simboli da essa creduti e operati.

Conchiude il Canto con dire che l'età dell'oro "favoleggiata, adombrava lo stato dell'uomo innocente: e il verso Néttare è questo di che ciascun dice (7), non è solamente un accenno onorevole ai due poeti presenti, ma vuole indicare che alle tradizioni cristiane consuonano quelle di tutta l'umanità: onde per questo, forse più che per l'onore ad essi fatto, Virgilio e Stazio sorridono. Aurea prima sala est aetas, quae, vindice nullo, Sponte sua, sine lege, fidem rectumque colebat. Poena metusque aberant... sed erant sine judice tuti (8). Senonchè quelle idee di perfezione erano miste di male, come tutti gl'ideali che gli spiriti corrotti și fanno : Neque mos, neque cultus erat Virgilio, anima più eletta, parlando degli antichi Italiani, assai meglio: Saturni gentem, haud vinclo nec legibus aequam, Sponte sua, veterisque Dei se more tenentem (9): dove nel primo verso è rigettata quella materiale uguaglianza che vincola la libertà, e nella quale non pochi de' moderni la libertà stessa ripongono tirannicamente; e anco quella migliore uguaglianza che è posta seccamente dalle leggi, insufficienti di per sè a costituire società: nel secondo son poste le tre grandi radici della felicità degli Stati; lo spontaneo operare e contenersi, il dettame delle antiche tradizioni religiose, e la potenza delle consuetudini e de' costumi. E la condanna che è nella Genesi all'uomo abusante della sua libertà: Spinas et tribulos germinabit tibi (40), rincontrasi nelle Georgiche: Aspera sylva, Lappeque, tribulique absint (44). - In laboribus comedes (13). Labor omnia vincit Improbus, et duris urgens in rebus egestas (43). E non è forse a caso che Virgilio dicesse l'invenzion del grano avvenuta quando già le ghiande stesse e gli altri frutti spontanei cominciavano a venir meno; e certo è pensatissimo questo: Puter ipse colendi Haud facilem esse viam

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voluit (1). E degne così di poeta, come di pensatore, potente son le parole: Usus meditando extunderet artes... abstrusum excuderet ignem (2). E siccome alla donna è imposto per pena il più severo dominio dell'uomo, e all'uomo la prepotenza delle cose di fuori sopra la sua volontà, e la minore docilità loro a essa così Virgilio: Subigebant arva Exercet tellurem... imperat arvis — Arva insequitur Terram insectabere rastris (3). Virgilio stesso, di quella elå prima: In medium quaerebant (4); e Aristotele (5): Secondo il diritto naturale tutte le cose sono comuni; e Tommaso, nell'atto stesso del notare che, moltiplicati i padroni è necessario che facciasi divisione delle possessioni (6); soggiunge: In istato d'innocenza le volontà degli uomini così sarebbero ordinate, che senza pericolo di discordia vivrebbero in comune secondo che a ciascheduno competesse; dacchè questo osservasi presso molti galantuomini tuttavia (7).

(1) Georg., I.

(2) L. c.

(3) L. c.

(4) L. c.

Eth., V.
(6) Som., 1, 98.
(7) Som., 1. c.

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