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12. Matto è chi spera che nostra ragione Possa trascorrer l'infinita via

Che tiene una Sustanzia in tre Persone. 13. State contenti, umana gente, al quia: Chè, se potuto aveste veder tutto, Mestier non era partorir Maria, 14. E disïar vedeste senza frutto

Tai, che sarebbe lor disio quetato,
Ch' eternalmente è dato lor per lutto.

15. I' dico d'Aristotele e di Plato,

E di molt' altri.

E qui chinò la fronte, E più non disse; e rimase turbato. 16. Noi divenimmo intanto appiè del monte: Quivi trovammo la roccia sì erta,

Che indarno vi sarien le gambe pronte. 17. Tra Lerici e Turbía, la più deserta, La più romita via, è una scala,

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Verso di quella, agevole e aperta.

Or chi sa da qual man la costa cala (Disse il maestro mio, fermando 'l passo), Si che possa salir chi va senz' ala?

(SL) Geli. Inf., III, t. 29: Nelle tenebre eterne, in caldo e ʼn gielo.

(F) Sofferir. Dottrina di Platone accennata da Virgilio (Æn., VI), acceltala da alcuni de' Padri S. Tommaso (Cont. Gent.) dice che la pena corporea non verrà se non dopo risorti i corpi.

12. (F) Via. Is., LV, 8: I pensieri miei non sono i pensieri vostri, në le vie vostre le mie. Arist Phis., III: Infinitum non est pertransibile. Sustanzia. Conv., II: La maestà divina sia in tre persone che hanno, una sostanza.

43. (L) Mestier: nè Adamo avrebbe peccato, nè ci sarebbe limbo.

(SL) State. Stare al quia è nel Lippi, e vive nel linguaggio famigliare.

(F) Quia. Ad Rom, XII, 3: Non plus sapere, quam oportet sapere. Secondo Aristotele, la dimostrazione propter quod è a priori; l'aura quia, è a posteriori [C] Nel XXXII del Paradiso dice che la varia beatitudine de' bambini non è sine causa; perchè Dio le anime a suo piacer di grazia dotá Diversamente:

e qui basti l'effetto. Mestier. Gli uomini sarebbero sicut Dii (Gen., III, 5). Nelle cose teologiche insegna Dante a sottomettere l'intelletto; ma quanto a' morali ragionamenti e' dice che sogliono dare desiderio di vedere l'origine loro.

44 (L) Tai; filosoti antichi.

(SL) Dato Apoc., XVIII, 7: Dale illi tormentum, et luctum.

45 (SL) Plato Se tali ingegni non videro la verità, or, come il volgo? Molti. Intendé anco sè: onde si turba.

16 (L) Divenimmo: venimmo.
47. (L) Verso: a paragope.

(SL) Lerici e Turbia Terre a due capi della riviera di Genova, piena di monti scoscesi; l'una a levante verso Sarzana, l'altra a ponente vicino a Monaco.

(F) Scala Olt.: La penitenza.... è molto disforme alle dilettazioni sensitive

18. (L) Cala: è men ripida.

(SL) Cala. Buc, IX: Qua se subducere colles Incipiunt. Psal. CIII, 8: Ascendunt montes, et descendunt campi.

19. E mentre che, tenendo il viso basso,
Esaminava, del cammin, la mente,

E io mirava suso intorno al sasso;
20. Da man sinistra m'apparì una gente
D'anime, che moviéno i piè vêr noi,
E non parevan; sì venivan lente.

21.

Leva (dissi al maestro) gli occhi, tuoi:
Ecco di qua chi ne darà consiglio,
Se tu da te medesmo aver no puoi.
22. Guardommi allora, e con libero piglio

Rispose: Andiamo in là; ch'ei vengon piano.
E tu ferma la speme, dolce figlio.
23. Ancora era quel popol di lontano

(I' dico, dopo i nostri mille passi),
Quanto un buon gittator trarria con mano;
24. Quando si strinser tutti a' duri massi
Dell'alta ripa, e stetter fermi e stretti,
Come, a guardar chi va, dubbiando stassi.
Oh ben finiti, oh già spiriti eletti
(Virgilio incominciò), per quella pace
Ch'i' credo che per voi tutti s'aspetti,
26. Ditene dove la montagna giace,

25.

Sì che possibil sia l'andare in suso:
Chè'l perder tempo, a chi più sa, più spiace. —

(F) Or. Nella domanda vedesi l'uomo conturbato tuttavia Рій volle nel Purgatorio Virgilio rimane incerto del cammino; perchè all'espiazione la ragion sola può avviare; non sempre guidare certamente (Purg., XII, XXII, XXVII, XXVIII).

49. (L) Menie: pensava fra se della via.

(SL) Mente. Guinicelli: Deliberar mi pare infra la mente. Arios. XVIII 21: Col pensier discorre Dove.

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veri di Catone sente rimorso della breve negligenza. Bellezze morali tanto più vere quanto son più modeste.

23. (L) Trarria pietra.

(SL) Trarria. Luc, XXII, 44: Quantum jactus est lapidis. Eo., XI: Intra jactum teli progressus ulerque.

25. (L) Finiti: morti. d'ora Per da.

Già: sin

(SL) Pace. Scongiuro degno d'un luogo di speranza beata. In Virgilio, Palinuro: Maria aspera juro (En, VI) Enea a Didone: Per sidera juro, Per Superos, et si qua fides tellure sub ima est (Æn., VI).

26. (L) Giace men erla.

(SL) Giace. Georg., III: Tantum campi jacet Inf,, XIX, t. 12: Quella ripa che più giace.

(F) Tempo. Seneca: Nulla più prezioso del tempo... le altre cose sono non nostre; nostro solo il tempo.

27. Come le pecorelle eseon del chiuso,

Ad una, a due, a tre; e l'altre stanno,
Timidette, atterrando l'occhio e'l muso;
28. E ciò che fa la prima, e l'altre fanno,
Addossandosi a lei s'ella s'arresta,

Semplici e quete, e lo 'mperchè non sanno;
29. Sì vid'io muovere, a venir, la testa

Di quella mandria fortunata, allotta;
Pudica in faccia, e nell' andare onesta.
30. Come color, dinnanzi, vider rotta

La luce in terra dal mio destro canto,
Si che l'ombra era da me alla grotta;
31. Restâro, e trasser sè indietro alquanto:
E tutti gli altri che veniano appresso,
Non sappiendo 'l perchè, fero altrettanto.
Senza vostra dimanda, i' vi confesso
Che questo è corpo uman, che voi vedete;
Per che 'l lume del sole in terra è fesso.
33. Non vi maravigliate; ma eredete.

32.

Che, non senza virtù che dal ciel vegna,
Cerchi di soverchiar questa parete.
34. Così 'l maestro. E quella gente degna:
Tornate, disse; intrate innanzi dunque,
Co' dossi delle man' facendo insegna.

27. (L) Atterrando: abbassando.
28. (L) Mperchè: perchè.

(SL) Fa. Conv. Se una pecora si gillasse da una ripa di mille passi, tutte l'altre le andrebbono dietro: e se una pecora, per alcuna cagione, al passare d'una strada, salia, tulle l'altre saltano, eziandio nulla veggendo da sallare. E i' ne vidi già molle in un pozzo saltare, per una che dentro vi saliò, forse credendo saltare uno muro, non ostante che it pastore piangendo e gridando, colle Braccia e col pello dinnanzi si parava.

29. (L) Si così. Testa i primi. -Allotta allora.

(SL) Testu. Gron. As. Montalcino: Marciando innanzi con una testa di cavalli. Mandria. Olt.: Dio non vuole se non della sua mandria -Pudica. Delicato elogio a Manfredi che della mandria; ma di Juj, vivente, non vero.

30. (L) Ombra: 11 sole gli era a

manca, la rupe a destra: l'ombra adunque verso la rupe.

(SL) Rolla. Poi (lerz. 38): IL lume del sole in terra e fesso. 51. (L) Restaro: si fermarono.

(SL) Sappiendo. G. Villani. Altrettanto. Purg. II, t. 26: Che mosse me a far to simigliante. Que sti modi famigliari sono i terrore degli scrittori piccoli e l'amore de grandi.

32 (L) Confessa: alfermo. dall'ombra.

Fesso

(SL) Confesso: Inf., XXIV. t. 36: Per li gran Sayii si confessa. En., 11: Purens, confessa Deam.

53. (L) Soverchiar: montare - Parele: monte.

(SL) Senza. Æn., V: Haud equidem sine mente, rear, sine numine Divům. Soverchia. En., VI: Hoc superate jugum. Parete. Nei Salmi, muro sta per ostacolo qualunque sia (Psal. XVII, 30).

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34. (L) Tornate con noi.

Inse

35. E un di loro incominciò:

Chiunque

Tu se', così andando, volgi il viso;
Pon mente se di là mi vedesti unque.
36. I' mi volsi vêr lui, e guardai 'l fiso.

Biondo era, e bello, e di gentile aspetto:
Ma l'un de' cigli un colpo avea diviso.
37. Quand' i' mi fui umilmente disdetto
D'averlo visto mai, mi disse:

Or vedi;

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Nipote di Gostanza imperadrice.

Ond'i' ti prego, che quando tu riedi,
39. Vadi a mia bella figlia, genitrice
Dell'onor di Cicilia e d'Aragona;
E dichi a lei il ver, s'altro si dice.
40. Poscia ch'i' ebbi rotta la persona
Di duo punte mortali, i mi rendei,
Piangendo, a Quei che volentier perdona.

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re di Sicilia, mogiie dell' Imperatore Arrigo VI, il padre di Federigo II, a cui Manfredi fu figliuolo illegittimo. E però dice un'antica postilla: E' non nomina l'illegittimo padre, ma si Costanza.

39. (SL) Figlia. Altra Costanza, unico germe di casa sveva, moglie di Pietro re d'Aragona e madre a Federico re Sicilia, e a Jacopo re d'Aragona. Pietro d'Aragona, marito di lei, liberò Sicilia da' Francesi l'anno 1289. Onde l'onor di Cicilia e d'Aragona non sono i due figli de' quali dirà male nel Canto VII, ma la conquista di Pietro marito di lei: ed ella generò quel. l'onore, dandone occasione al marito. S'altri intendesse genitrice in senso proprio, de' due re, converrebbe interpretarla come ironia, che non mi pare abbia Juogo. Dal terzo Canto al settimo non è poi credibile che il Pocta mutasse opinione, come gli accadde altre volte. [Gio. Villani, VI, 47; VII, 9; VIII, 18. Dante, de Vulg. Eloq, 1, 19.3

40. (SL) Rotta. En, IX: Pectora rumpit. Lucan., VI: Ruptas letali vulnere fibras.

(F) Perdona. [C.] Is.. LV: Multus est ad ignoscendum.

41. Orribil' furon li peccati miei;

Ma la Bontà 'nfinita ha sì gran braccia

Che prende ciò che si rivolge a lei.
42. Se'l pastor di Cosenza, che alla caccia
Di me fu messo per Clemente allora,
Avesse in Dio ben letta questa faccia;
43. L'ossa del corpo mio sarieno ancora
In co' del ponte presso a Benevento,
Sotto la guardia della grave mora.
44. Or le bagna la pioggia e muove il vento
Di fuor dal Regno, quasi lungo 'l Verde,
Ove la trasmutò a lume spento.

45. Per lor maladizion sì non si perde,

Che non possa tornar l'eterno Amore,
Mentre che la speranza ha fior del verde.
46. Vero è, che quale in contumacia muore
Di santa Chiesa, ancor ch'al fin si penta,
Star gli convien da questa ripa in fuore,

44. (SL) Orribil'. Fu dissoluto e ambizioso, e dicesi uccidesse Federigo il padre e Corrado fratello (Vill., VI., VII): ma non è ben provato.

(F) Gran. [C] Is, L, 2: Numquid abbreviata et parvula facia est manus mea ut non possim redimere? Prende [C] Ps. XXXI. 40: Multa flagella peccatoris, sperantem autem in Domino misericordia circumdabit. Rivolge. [C.] Eccli., XVII, 28. Quam magna misericordia Domini et propitiatio illius convertentibus ad se

42. (L) Per da. - In: nel libro di Dio.

(SL) Clemente quarto, che ricevè trionfalmente in Roma Carlo d'Angiò, vincitor di Manfredi. Vill., VII, 9: Perchè (Manfredi) era scomunicato, non volle lo re Carlo che fosse recató in luogo sacro, ma appiè del ponte di Benevento fu seppellito, e sopra la sua fossa per ciascuno dell'oste fu gittala una pietra; onde si fece una grande mora di sassi Ma per alcuni si disse che poi, per, mandato del papa, il vescovo di Cosenza il trasse da quella sepoltura e mandollo fuori del regno, perchè era regno della Chiesa e fu seppellito lungo il fiume del Verde a' confini del Regno e di

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