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LA VITA.

Acciocchè meglio risalti la molla dottrina nascosta in questo Canto, converrà che alle parole del Poeta, recate quasi alla lettera, s'accompagnino a passo a passo quelle, de' filosofl da lui presi a guida: e cosi tra le autorità sparse per le note precedenti, e tra le ordinate qui, che non rendono però meno necessaria la lettura del trattato di Aristotele intorno alle generazioni degli animali, si vedrà che le antiche opinioni presentivano alcune scoperte della moderna embriologia, e che forse potrebbero farsi germe a qualch'altra nuova scoperta.

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I. « Sangue perfetto, che non passa a circolare nelle vene, non è attratto da loro quasi come assetate (dacchè l'attrazione vitale onde s'opera la circolazione, è quasi un'imagine del bisogno e del desiderio indotti dalla » setè nell'uomo), e si rimane quasi alimento non consumato, e riposto a usi » e tempi migliori. »

Tra le virtù nutritiva, conservativa e generativa, quest'ultima è la più perfetta; perchè gli è proprio di cosa perfetta il farne altre quale ell'è (4). Alla potenza generativa servono e la nutritiva e l'accrescitiva; e la nutritiva serve all'accrescitiva (2).

Fine dell'alimento ed effetto è la generazione.

Dell'alimento che di fuori entra ne' luoghi che lo ricevono, si fa l'evapo-razione alle vene; e ivi si muta in sangue (3).

Sanguis preparatus ad conceptum est purior et perfectior alio sanguine (4).

Il sangue non è, in alto, ancora parte del corpo, ma è il tutto in po. tenza (5).

Quel che in potenza è il tutto, che a produrre il corpo intero ha virtù derivante dall'anima del generante, egli è quello che si genera dall'alimento innanzi che sia compartito in sostanza delle membra (6).

Non può essere germe di nuovo vivente quel ch'è già convertito in sostanza delle membra per una specie d'analisi; perchè, se quel che ha già preso una forma determinata, e un uffizio speciale, non ritenesse punto della natura del generante, sarebbe quasi in via di corruzione, e non avrebbe virtù di convertire altra materia in natura simile alla sua propria:

(1) Arist., de An., II.

(2) Som., 1, 78.

(3) Arist. de Somn. et Vig.

(4) Som., 3, 31.
(5) Arist. de Gen. an., I.
(6) Som., 1, 99.

se poi ritenesse della natura del corpo a cui appartiene, sarebbe limitato a una parte di quello, e non potrebbe nè rappresentare nè infondere l'intera vita (4).

.

II. Cotesto sangue, che non è propriamente ancor sangue, prende nel » cuore virtù plastica a formare tutte e ciascuno delle membra umane; e ce la prende per questo, che, s'egli andasse nella circolazione non servirebbe che all'incremento della vita di tutte esse membra e di ciascheduno. » Nel seme è un principio formativo del cuore (2).

Per il moto del cuore si conserva la vita (3).

Gli animali ch'hanno sangue hanno tutti cuore; e di qui è il principio del moto e il principal sentimento (4).

Il capo riceve influenza dal cuore (5).

III.

« Colesto sangue, o piuttosto fiore del sangue, digeritò (6) per vasi » suoi proprii, discende verso le parti della generazione; e di lì esce in na»tural vaso (7), sopra il sangue della femmina. »

Il padre då il principio attivo nella generazione, la materia è somministrata dalla madre (8).

Foemina materiam ministrat, quod est sanguis menstruus (9). `

Materia quam foemina subministrat ad generationem, est sanguis, non quicumque, sed perductus ad quandam ampliorem digestionem per virtutem generativam matris (10).

Sanguines ad locum generationis congruum pervenirent (11).

IV. « Quivi s'accolgono il seme fecondante ed il muco: questo passivo, » quella attivo, siccome espresso dal fiore del sangue, e dal cuore, e però » doppiamente perfetto.

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Foemina materiam ministrat; ex parte maris fit principium activum in generatione (12).

Il corpo è composto di potenza ed atto; e però è agenic e paziente: agente in quanto è in alto, e opera su un altro corpo in quanto è in potenza (43).

Tutta la virtù attiva è dalla parte dei maschi, tutta la passiva delle femmine (14).

Nel seme comprendonsi e le virtù attive e le passive (45).

Il principio passivo trasmula la materia, mosso che sia dal principio attivo che alla sua natura conviene (46),

II maschio è più nobile (17).

L'agente è più prestante del paziente (18).

Ciò che patisce, è condotto ai termini dell'agente; perchè l'agente assimila a sè quel che patisce, e però è tratto fuori de’termini neʼquali era (49). Alla

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mistione richiedesi l'azione e la passione delle qualità attive e delle passive, e secondo il predominio dell'una o dell'altra, i misti riescono di diversa complessione.

V. « E così congiunto, il principio attivo, incomincia a operare, conden"sando prima quegli elementi che trova nella femmina, e ai quali diede consistenza (4), siccome a materia dov'esso imprimerà la sua forma.

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(Perchè il primo grado nella formazione de' movimenti, anco inanimati, è la condensazione.)

Materia adunata pervenit ad locum generationis (2).

Irritato l'utero per la virtù del principio fecondatore, e per il germe disceso dalle trombe, richiama a sè maggior copia d'umori (3).

È somministrata al germe materia da nutrirsi, e al sacco' ovale che lo avvolge, fluido da rigonfiarsi, e all'utero perspirante, un vapore acqueo da ammollirsi e farsi duttile (4).

Il corpo è per l'anima come la materia per la forma (5).

La virtù attiva si contrappone alla materia (6).

Dice un moderno, la matrice affatto attiva ne' primi momenti della concezione, e che diventa in parte passiva quando il suo prodotto abbia acquistato tanto volume che la sua cavità abbia spazio libero in ogni verso.

Quando la materia somministrata dalla femmina incomincia ad attrarre l'alimento, allora ella stessa opera già in alto (7).

VI. « La virtù attiva del germe si fa a quella materia anima vegetativa, » qual'è nelle piante. Senonchè nelle piante quella è l'ultima perfezione » della vita, e nell'animale n'è il primo grado »— (Cosi si dichiara la legge, dai moderni trovata, della graduata successione dall'uno all'altro regno, dall'una all'altra specie di viventi; di che però non consegue la medesi⚫ mezza delle nature, e quella confusione che taluni travia al panteismo.)

Dall'anima del generante si deriva una virtù attiva al seme dell'animale o della pianta (8).

Nel seme è una virtù attiva maggiore della materia; ed è una sostanza che nella concezione viene Irasmulata (9).

La virtù generaliva apparti»ne all'anima vegetabile (10).

Le potenze nutritive sono prima delle sensitive, e a queste preparano un corpo (44).

Le piante dicesi che vivono in quant' hanno in sè il principio d'aumento e di decremento (42).

Le piante tengono l'ultimo grado della vila (43).

L'anima vegetativa è in tutti i corpi viventi; la sensitiva, in soli gli animali (44).

Le piante hanno la nutrizione solo; gli animali, altresì il sentimento (45).

(4) Quest' è il senso latino di constarc onde Aristotele (Part. anim.; I): Semen genitale quod constiterat...

(2) Som., 3 33.

(3) Un moderno.
(4) Som., 1, 22.
(5) Un moderno.
(6) Som., 3, 33.
Som., 1, 18.

(8) Som., 1, 118.

(9) Sum., 3, 32.

(10) Som.,

1. c.

(11) Sam., 4, 77.
(12) Sum., 1, 1, 18.
(13) Som., 1. c.

(14) Arist., de An., III.
(15) Arist., de An., II.

Gli atti dell'anima vegetativa sono i men nobili, e men soggetti all'impero della ragione (4).

VII " Seguitando la virtù attiva a operare, quella materia animata si muove e sente, ma il suo moto è tuttavia interiore, come sarebbe di conchiglia o corallo E qui cominciano a ordinarsi, secondo i varii organi, le "potenze della vita che sono nel germe contenute, e pur distinte. ".

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Gli animali non solo sono dotati di senso, ma possono eziandio muoversi (2).

Quella virtù attiva ch'è nel seme derivata dall'anima del generante, è quasi un moto impresso dall'anima del generante, nè è anima se non in virtù (3).

Cerli animali hanno il senso, non il moto (4).

La virtù che era nel germe non è, essa, che si fa anima sensitiva; perchè la generazione allora sarebbe simile aila nutrizione ed al crescimento, e il generante e il generato sarebbe un ente solo Ma l'anima sensitiva quando comincia a essere, ella allora, a svolgimento del corpo, opera la nutrizione ed il crescimento (5).

-I viventi meno perfetti si muovono per contrazione e dilatazione; come i crostacei, che di poco eccedono il moto della pianta (6).

Nella natura corporea i più perfetti sono i corpi vivi: onde il nome di natura fu traslato dalle cose viventi a tutte le naturali (7).

Altri animali sentono, ma senza muoversi, come le ostriche; altri hanno molo: altri, di più, intelligenza (8):

È ordine naturale che gli enti gradatamente di potenza si deducano ad atto. E cosi nella generazione quel ch'è da prima imperfetto si viene quindi perfezionando. Or il comune ha relazione al proprio e determinato, come l'imperfetto al perfetto E però vediamo che nella generazione dell'animale generasi prima l'animale che l'uomo o il cavallo: così l'alimento riceve in prima una, virtù comune in rispetto a tutte le parti del corpo, e infine si determina all'una o all'altra parte (9).

VIII. « La virtù del germe, mossa dal cuore del generante, qui si piega e » la si distende, per dare alla materia il crescimento in ampiezza, e il cre"scimento in rilievo, che si conviene a tutto intero il corpo e a ciascun dei » suoi membri; dacchè la natura tutti e ciascuno intende a formare nel (Che se tale virtù formatrice del » cuore siccome principio della vita. tutto e delle parti non fosse un'armonia del germe stesso, non gli si potrebbe poi sopraggiungere per isvolgimento. Abbiamo in questi tre versi tre personificazioni: la virtù che si parte dal cuore, e si spiega e si distende sulla materia sottoposta, per ispiegare e stendere quella; la materia, che è Javorata dal germe, quasi da arlista che imprime in cera o in argilla l'imagine concepita; e la Natura che nel cuore provvede con attenzione amorosa e intensa a ciascuna parte dell'opera sua futura. E perchè la dichiarazione dottrinale sia ancora più viva e più impressa d'affello, Stazio intrammezza, ragionando a Dante, la parola figliuolo, che qui suona efficace del par che elegante.)

(1) Som., 2, 1, 17.
Arist., de Inc. an.

Som., 1, 118.

Arist., de An.,
Som., 1, c,

II.

(6) Som., 1, 1, 118.

(7) Som., 1, 115. Arist. Met., V: Natura è ogni principio del moto. (8) Arist. Eth., IX, 5, (9) Som., 1, 99.

Generazione è passaggio da essere ad essere. Ne' viventi più propria, mente generazione è l'origine d'un vivente da un principio vivente (4).

Il seme che è principio dell'animale generato dal seme, ha prima di sè l'animale o la pianta ond'è tolto (3)

Nel seme è un moto che si parte dall'anima del padre, e che muove la materia alla forma del vivente che sta per essere concepito (3).

Il generante muove, secondo il luogo, i gravi e i leggieri` (4).

I corpi gravi o teggieri soŋ mossi o dal generante che dà la forma, o da un motore che rimuove l'ostacolo (5).

In semine operatur vis formativa ab anima patris derivata (6).
Virtus animae quae est in semine, per spiritum format corpus (7).

Il crescimento si fa per la virtù insita nel corpo che cresce; ma la formazione del corpo si fa per la potenza generativa non del generato ma del generante (8).

Dal supporre che l'anima dell'uomo sia uno svolgersi di quella dell'animale per la virtù stessa del seme, seguirebbe che la generazione fosse un moto continuo procedente a poco a poco dall' imperfetto al perfetto (9). IX. « Ma non è ancora detto come il feto, d'animale ch'egli è, divenga » anima capace di parola, cioè di ragione. › (La moderna embriologia ba dimostrato come nel primo svolgersi della vita nell'embrione, anco degli animali più perfetti, svolgansi per primi quegli elementi ch'eglino hanno comuni coi meno perfetti; e questa è legge universale di tutti gli enti e corporei e ideali e morali-e sociali. La dottrina antica diversifica semplice. mente nel linguaggio, chiamando anima vegetativa o sensitiva quella che dai moderni dicesi vita, e dicendo che l'anima nello svolgimento del vivente più perfetto, succedendo a quella dell'ente meno perfetto, la assorbe in sè. Ne il linguaggio moderno scansa tutti gli equivoci, nè spiega il mistero più dell'antico; senonchè egti è men figurato, e per ciò stesso altri forse lo potrebbe sospettare men proprio.)

Prima generasi l'animale che l'uomo (10).

Dell'animale primieramente si manifesta la vita, e in esso ultimamente rimane (14).

Gli animali bruti non hanno se non l'anima sensitiva, le cui potenze tutte son atti degli organi corporali (12).

Animale dicesi quel ch' ha natura sensitiva; ragionevole dicesi dalla natura intellettiva. L'intellettivo è al sensitivo come l'atto è alla potenza (13).

Prima vivo, poi animale, poi uomo (44).

Conviene che sia una forma medesima quella per la quale l'ente è animale, e per la quale è uomo (15).

X. Questa difficoltà fece errare taluni che dissero, l'intelletto possibile esser disgiunto dall'anima, perchè non era esso intelletto possibile

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