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BRITISH

17 AP 1902

MUSEUM

BRITISH

17 AP 1902

MUSEUM

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36. Euripide v'è nosco, e Anacreonte,
Simonide, Agatone, e altri piúe

Greci, che già di lauro ornâr la fronte.
37. Quivi si veggion, delle genti tue,
Antigone, Deifile, ed Argia;

E Ismene, si trista come fue.
38. Vedesi quella che mostrò Langia:
Evvi la figlia di Tiresia, e Teti;
E, con le suore sue, Deïdamia.
39. Tacevansi amendue già li poeti,

Di nuovo attenti a riguardare intorno,
Liberi dal salire e da' pareti,

40. E già le quattro ancelle eran del giorno
Rimase addietro; e la quinta era al temo,
Drizzando pure in sù l'ardente corno:

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37. (L) Tue: cantate da te. - Antigone figlia d'Edipo e così Ismene sotto i cui occhi s'uccise la madre. — Deifile figlia d'Adrasto, moglie a Tideo, madre di Diomede. - Argia: moglie a Polinice tiglia d'Adrasto.

(SL) Tue. Quasi create da te. L'artefice ama le figlie del suo pensiero e vive in esse. - Antigone. Doveva parere sacra al Poeta e per la pietà del padre e del fratello, e per l'odio in lei di Creonte. - Argia. Stat., II Ismene. Stat Theb, XI. Dante aveva letto anche la tragedia di Seneca, e Pietro la cita Stat.: Stridentem pectore plagam Ismene collapsa super, la crimisque, comisque Siccabat plangens.

38. (L) Quella: Issipile. Mostrò: mostró la fonte agli Argivi assetati. -Teti: madre d'Achille.

(SL) Langia. Stat., IV: Subitum pulchro in moerore tuentur Hypsipy len. Figlia di Toante di Lenno. Da Giasone ha Toante e Euneo: espulsa, presa da' pirati, venduta a Nemeo od a Licurgo. Adrasto e i figli la difendono da Licurgo. Langia, fiume d'Arcadia, dalla selva Nemea per la Sicionia sbocca nel seno di Corinto, poi

DANTE. Purgatorio,

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detto Archemoro dal figliuol di Licurgo re trace. Issipile nutrice di lui lo lasciò sull'erba per mostrare agli Argivi l'acqua; una serpe lo spense. In sua memoria i giuochi Nemei. Figlia. Dafne pastorella, di cui Diodoro Siculo (IV, 6) Un'Istoriade, figlia di Tiresia, nomina Pausania. Non è questa la figlia di Tiresia, Manto, già messa in Inferno. Teli. Personaggio dell'Achilleide. Non la gran Dea dell'onde della quale Virgilio (Georg., 1), ma quella d'Omero. Derdamia. lof., XXVI, t. 24. Stat., Achill., I: Nec jam pulcherrima turbae Deidamia suae tantumque admota superbo. Vincitur Eacide, quantum praemit ipsa sorores.. tantum regina decori Deidamia chori, pulchrisque sororibus obstat... noverat una latentem Deidamia virum... tacitasque putat sentire sorores.

39. (L) Pareti della scala.

(SL) Pareti. Mascolino nell'Ariosto (XII. 40).

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40 (L) Ancelle: ore. governo del carro del dì. punta del timone

Temo: al

Corno •

(SL) Ancelle Par, XXX, t. 3: La chiarissima ancella Del sol. Corno. Virg. Corna delle antenne.

(F) Corno. [Ant ] Giunti in cima alla scala, che metteva alla sesta cornice, ci avvisa del tempo, cioè un'ora prima del mezzogiorno Già fece intendere al XII Canto che le ancelle del di erano le ore, e nel giorno che correva a questo punto, giusta la solita ipotesi, il sole sorgeva alle ore sei e mezzo: dunque se quattro ancelle erano rimaste addietro, e la

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