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3. Ed io più lieve che per l'altre foci
M' andava, sì che senza alcun labore
Seguiva in su gli Spiriti veloci.
4. Quando Virgilio cominciò: Amore
Acceso da virtù, sempre altro accese,
Pur che la fiamma sua paresse fuore.
5. Onde, dall' ora che tra noi discese
Nel limbo dello 'nferno Giovenale,
Che la tua affezion mi fe' palese,
6. Mia benvoglienza inverso te fu quale
Più strinse mai di non vista persona:
Sì ch'or mi parran corte queste scale.
7. Ma dimmi; e, come amico, mi perdona
Se troppa sicurtà m'allarga il freno;
E, come amico, omai meco ragiona:
8. Come potéo trovar dentro al tuo seno
Luogo avarizia, tra cotanto senno
Di quanto per tua cura fosti pieno?

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fame del giusto. Sitiunt. Intende forse, che qui nell' escire dell' avarizia si canti: Beati qui sitiunt justitiam; senza esuriuni, serbando questa voce a quelli che purgano il vizio di gola: e però forse dice sitiunt senz'altro. E nel Canto XXIV, t. 51: Beati cui alluma Tanto di grazia, che l'amor del gusto Nel petto lor troppo disir non fuma, intendesi de' piaceri del gusto; e Esuriendo sem. pre quant'è giusto, intendesi ivi non della giustizia, ma del volere gli alimenti in giusta misura. Il passo me. desimo, secondo me, ne' due luoghi ha due sensi. Altri intende E quei ch' hanno a giustizia lor disiro delle anime che cantano, non dell'Angelo detto n'avean.. in le sue voci (sue per loro): e forse la locuzione sarebbe meno contorta. A ogni modo ell' è ambigua

3 (L) Foci: seni del Purgatorio. Labore: fatica. Spiriti: Stazio e Virgilio.

(SL) Lieve. Purg., XII, t. 39, Foci. Purg., XII, t. 38 Labore. È in Brunetto (Tesoretto, IV) e in S. Caterina e nel Convivio. Veloci. Purg,

XXI, t. 7: Andate forte.

4. (L) Accese: altro amore. resse: si manifestasse.

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(SL) Altro. Può intendersi accese un altro amore, e accese altri d'amore. Il primo è forma più viva.

(F) Virtù. Cic., de Amic.: Non è cosa più amabile della virtù, nè che più conforti ad affetto; dacchè per la virtù è la bontà noi amiamo anco i mai non veduti.

3. (L) Tua di Stazio.

(SL) Limbo. Som. : Limbo inferni. Giovenale. Lodatore di Stazio (Sat., VII, v. 82). Mori trentadue anni dopo Stazio, nel 128 di Cristo. Conv., IV, 29: Satiro nobile (Giovenale). 6. (L) Corte per il piacere di venire teco.

(SL) Strinse. Inf, V, t. 43: Amor lo strinse.

(F) Benvoglienza Som: Benevo lenza; non è inclinazione impetuosa. - Benevolenza è principio d'amicizia. 7. (L) Allarga à dire schielto.

(SL) Allarga. Semint.: Allargare i freni del cavallo. - Freno. Virgilio, della Sibilla ispirata: Ea fraena furenti Concutit, et stimulos sub peciore vertit Apollo (Æn., VI).

8. (L) Cura: studio e virtù.

(SL) Cura. Senno non solo naturale, ma coltivato da studii onesti.

9. Queste parole Stazio muover fenno
Un poco a riso pria; poscia rispose:

Ogni tuo dir, d'amor m'è caro cenno.
10. Veramente, più volte appaion cose
Che danno a dubitar falsa matéra,

Per le vere cagion' che son nascose.
11. La tua dimanda tuo creder m'avvera
Esser, ch'io fossi avaro in l'altra vita;
Forse per quella cerchia dov' io era.
12. Or sappi che avarizia fu partita

Troppo da me: e questa dismisura
Migliaia di lunari hanno punita.

13. E, se non fosse ch'io drizzai mia cura
Quand' io intesi là ove tu chiame,
Crucciato quasi all'umana natura:
14. « Per che non reggi tu, o sacra fame
» Dell' oro, l'appetito de' mortali? »;
Voltando, sentirei le giostre grame.
15. Allor m'accorsi che troppo aprir l'ali
Potén le mani a spendere; e pentémi
Così di quel come degli altri mali.
16. Quanti risurgeran co' crini scemi,

Per l'ignoranza che di questa pecca
Toglie il pentér, vivendo, e negli stremi!

9. (SL) Amor. Sentasi la dolcezza di questo colloquio cordiale.

40. (L) Matéra: materia.

Cer

11. (L) Avvera...: mi mostra che il tuo credere sia ch'io fossi... chia degli avari.

(SL) Avvera Da asseverare. Purg., XVIII, t. 12: Alla gente ch'avvera Ciascuno amore, in sè, laudabil cosa. 12. (L) Partita: divisa -Dismisura di prodigo Lunari: il periodo lunare è di 29 di e mezzo circa.

(SL) Partita. Albertano: Partite lo male da voi. Vita di s. Girol: Da loro si parte ogni tristizia della separazione. Arist, Pol., 1, 9: Пomo se. paratus a lege et a justitia.

(F) Migliaia. [Ant.] Nel Canto precedente ha detto essere giaciuto nel quinto girone cinquecent'anni e più or siccome un anno contiene dodici periodi lunari, e oltre un terzo di periodo, ne conseguita che, contando a rivoluzioni di Juna anzi

chè di sole intorno alla terra, il numero di questi giri verrà rappresentato da migliaia, non meno di sei, tralasciando le centinaia.

43. (L) Chiame: gridi.

(F) Chiame. En., III: Quid non mortalia pectora cogis... ? 1 prodighi han fame d' oro per poi vomitarlo.

14. (L) Per... per quali opere non traggi... Sacra: maledetta. - Giostre in Inferno de' prodighi cogli avari.

15. (L) Potên: potevano. Pentémi: mi pentii. Di: della prodigalità.

(SL) Ali. Dà l'ale agli occhi nel Canto X, 1. 9 del Purgatorio. Ma l'ali della mano dilatata, non so se sia modo bello. Mali. Per colpe, in Virgilio.

46. (L) Co': co' dannati. Toglie 1: fa che l'uomo della prodigalità non si penta nè in vita nè in morte. Penter pentimento.

17. E sappi che la colpa che rimbecca
Per dritta opposizione alcun peccato,"

Con esso insieme qui suo verde secca.
18. Però, s'io son tra quella gente stato
Che piange l'avarizia, per purgarmi;
Per lo contrario suo m'è incontrato.

19.

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Or, quando tu cantasti le crude armi
Della doppia tristizia di Giocasta
(Disse il cantor de' buccolici carmi);
20. Per quel che Clio lì con teco tasta,
Non par che ti facesse ancor fedele
La Fè, senza la qual ben far non basta.
21. Se così è; qual sole o quai candele
Ti stenebraron sì che tu drizzasti

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Poscia diretro al Pescator le vele?
22. Ed egli a lui: Tu prima m'inviasti
Verso Parnaso a ber nelle sue grotte,
E prima appresso Dio m'alluminasti.

(SL) Scemi. Inf., VII, t. 19.

(F) Ignoranza colpevole; e di quella che... offende (Inf., VII, t. 24). 17. (L) Rimbecca: s'oppone. I due eccessi sono puniti insieme.

(F) Dritta. Som : Per directam contrarietatem peccati ad aliquam virtutem. Contrarium per directam oppositionem. Secca. Spesso nella Bibbia la pena del peccato è dipinta come l'inaridir della pianta. Luc., XXIII, 34: Si in viridi... quid in arido... ? [C.] Ezech., XX, 47: Comburam in te omne lignum viride, et omne lignum aridum.

18. (1) Contrario: la prodigalità. Incontrato: avvenuto.

(SL) Incontrato. Inf., XXII. t. 44. 19. (L) Doppia; Eteocle e Polinice, dolor della madre. Cantor: Virgilio.

(SL) Armi. En., I: Arma... cano. -XII: Arma impia. I: Saeva... - Doppia Stat.. XI. Ovid. Heroid., XI: Nate, dolor matris.— Giocasia Stat, II: Infelix Jocasta. Buccolici. Fa contrasto cogli orrori della Tebaide; e accenna forse all'oraziano: Molle atque facetum Virgilio annuerunt gaudentes rure Camoenae (Sat., I, 10). Accenna fors'anco alla maggiore va rietà dell'ingegno virgiliano; varietà 'che è segno insieme di fecondità e verità. Fors'anco egli ha in mente la

quarta Egloga di cui poi. Carmi. Georg., IV: Carmina qui lusi pastorum, audaxque juvenia, Tityre, le... cecini...

20. (L) Tasta nel suon de' tuoi versi. Fe cristiana,

(SL) Clio. Stazio la invoca: Quem prius heroum Clio dabis immodicum irae Tydea? (Theb, X). — Tasta. Ovid. Met., V: Praetentat pollice chordas.

(F) Fe. Ad Hebr., XI, 6: Sine fide... impossibile est placere Deo. August. in Jul., IV, 5; Le virtù non sono vere virtù se non presupposta la fede [C] Ad Gal., II, 46: Non justificatur homo ex operibus legis, nisi per fidem Jesu Christi. La fede però, senza le opere è morta.

21. (L) Sole... qual lume più o men vivo. Pescator: Pietro.

(SL) Pescator. Marc., I, 17; Matth IV, 19: Faciam vos... piscatores hominum. Vele. Ne' poeti sovente il corso del canto è comparato a navigazione; e qui il pescatore richiama l'imagine delle vele.

(F) Candele. Psal., CXVIII, 105: Lucerna a' miei piedi la tua parola, e lume a' miei sentieri. Candele vale men alta illuminazione della mente, La Somma contrappone Il lume del sole a quel di candela. Ma qui non direi che sia bello.

22. (L) Appresso: per seguire Dio.

23. Facesti come quel che va di notte,

Che porta il lume dietro, e sè non giova,
Ma dopo sè fa le persone dotte;
24. Quando dicesti; «Secol si rinnuova;

>> Torna Giustizia, e primo tempo umano;
» E progenie discende dal ciel nuova. »
25. Per te poeta fui, per te cristiano.

Ma, perchè veggi me' ciò ch' io disegno,
A colorar distenderò la mano.

26. Già era il mondo tutto quanto pregno
Della vera credenza, seminata

Per li messaggi dell' eterno regno:
27. E la parola tua sopra toccata

Si consonava a' nuovi predicanti:
Ond' io a visitarli presi usata.
28. Vennermi poi parendo tanti santi,

Che, quando Domizian li perseguette,
Senza mio lagrimar non fur lor pianti.
29. E mentre che di là per me si stette,
Io gli sovvenni: e lor dritti costumi
Fêr dispregiare a me tutt' altre sette.

23. (L) Dotte: accorle.

(SL) Dotte. Da doceo; non vale solo dottrina scientifica. En., VI: Docta comes Hor. Sat., II, 4: Doctus eris vivam musto mersare Falerno.

(F) Lume. Aug. Confess.: Dorsum habebam ad lumen et ad ea quae illuminant faciem: et ipsa facies qua illuminata cernebam non illuminabatur. Un più antico di Dante: Si come quel che porta la lumiera La notte quando passa per la via, Alluma assui più gente, della spera, Che se medesmo. [C] Aug 0 Judaei ad hoc ferentes in manibus lucernam Legis, ut aliis viam demonstrelis, et vobis tenebras ingeretis.

24. (L) Tempo: dell'oro.

(SL) [Rinnuova. Natalis Alexander, Hist Eccl, Dissert. I. Paris, 1679,' vol. I, pag. 466 1

(F) Secol. Buc., IV, 5: Magnus ab integro saeclorum nascitur ordo. Jam redit et Virgo, redeunt Saturnia re. gna. Jam nova progenies coelo demillitur alio.

25. (L) Me': meglio. Colorar: dirò plù chiaro.

(SL) Per. Ripete in un verso migliore i tre della terzina 22. Colo

rar. Teofilatto: Quel che la legge ́antica disegno, la novella ha colorito. 26. (L) Credenza di Gesù Cristo.

(F) Seminata. Metafora nel Van gelo fréquente (Matth., XIII, 24: Luc., VIII, 3). [C.] Ap. 4, Cor.: Spiritualia seminavimus. - Eterno. [C] Petr., I, 2: Eternum regnum Domini. - Regno, Marc. I, 15: Appropinquavit regnum Dei. Matth., XXIV, 44: Praedicabitur... Evangelium regni.

27 (L) Predicanti: gli apostoll, Usata abito.

(SL) Parola.. V. la terzina 24, Consonava som: Videtur haec opinio consonare positioni Platonicorum, Predicanti. Som. Praedicatoribus spiritualia seminantibus. - Usata. Cavalca: Era sua usata di venire. 28. (L) Perseguette: perseguilo. (SL) Domizian. Nerone mori l'anno 68, ne fu persecuzione fino a Domiziano, il quale mori nel 96, anno della morte di Stazio.

(F) Pianti. [C.] Ap. Rom., 12: Flere cum flentibus, 29. (L) Stelle: vissl. - Dritti: retti. - Fer: fecero.

(SL) Per. Inf., I, t. 42: Per me si

vegna.

30. E pria ch' io conducessi i Greci a' fiumi
Di Tebe poetando, ebb' io battesmo;
Ma, per paura, chiuso Cristian fúmi,
31. Lungamente mostrando paganesmo:

E questa tiepidezza il quarto cerchio
Cerchiar mi fe' più che 'l quarto centesmo.
32. Tu dunque, che levato hai il coperchio.
Che m'ascondeva quanto bene io dico;
Mentre che del salire avém soperchio,
33. Dimmi dov'è Terenzio nostro antico,
Cecilio, Plauto, e Varro, se lo sai:
Dimmi se son dannati, ed in qual vico.
Costoro, e Persio, ed io, e altri assai
(Rispose il duca mio), siam, con quel Greco.
Che le Muse lattâr più ch' altro mai,
35. Nel primo cinghio del carcere cieco.
Spesse fiate ragioniam del monte
Ch' ha le nutrici nostre sempre seco.

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34.

50. (L) Pria: prima di far la Tebaide. Chiuso: nascoso. Fúmi: mi fui.

(SL) Conducessi. Il Poela. narrando, fa. Buc., VI: Tum canit Hesperidum miralam mala puellam: Tum Phaetontiadas musco circumdat amarae Corticis, alque solo proceras erigit almos. Fiumi. Ismeno e Asopo (Stat., IX). Purg, XVIII. - Fúmi. Il verso suona timidità. La paura non coraggiosa, l'animo sincero di Dante vuole anco negli spiriti da lui più onorati punila.

31. (L) Cerchio: dell'accidia. più di 400 anni

Più:

(SL) Quarto. Purg., XVII, L. 44. 32. (L) Levato..: m'hai fatto palesare ogni cosa di me. - Bene: chiaro. Avem ci avanzą strada.

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(SL) Dico. E non so che in questo modo che non pare dell'usata evidenza Forse s'ha a leggere nascon deva. Soperchio. Inf., XIX, L. 8: Fuor della bocca a ciascun soperchiava D'un peccator li piedi. Nè questo è de' modi più schielli.

33. (L) Vico: giro.

(SL) Terenzio. Hor. Epist., II, 4: Plauius ad exemplar Siculi properare Epicharmi, Vincere Caecilius gra

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Chiama inferno buia contrada e
città. (Inf., VIII, t. 23 e 34), e il Purga-
torio marca (Purg., XIX, t. 15). Purg.,
VII, t. 7: D Inferno, e di qual chio-
stra. Tob, XIII, 22: Et per vicos ejus
alleluja cantabitur (voce famigliare
alla Bibbia). Hor. Sal.. II, 5: Tusci...
vici, una contrada di Roina.
34. (L) Greco : Omero,

Lal

(SL) Greco. Inf., IV, t. 30. tar. Par., XXIII, t. 49, men bene. Quelle lingue Che Polinnia con le Suore fero Del latte lor dolcissimo più pingue. 35. (L) Carcere: ferno. - Monte: Parnaso. Nutrici: le Muse.

(SL) Primo. Inf., IV, t. 33.- Car. cere dell' Interno. Æn., VI: Carcere caeco. Ha. Buc., X: Qui vos sallus habuere, puellae Najades?

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