15. Da poppa stava il celestial nocchiero, E più di cento spirti entro sediero. Cantavan tutti insieme ad una voce, Con quanto di quel salmo è poi scritto. Lo sol, ch'avea con le saette conte, se ne va l'antica prora Dell' acqua più che non suol con altrui. 45. (L) Parea: gli si leggeva il beato in viso. Sediero: sedevano. (SL) Iscritto. Ov. Met., VI: Sua quemque Deorum Inscribit facies. Sediero. La r per la n; come fier per fieno Purg, VII. Ma si può intendere anco sederono. 16. (F) Egitto. Per mondo. Par., XXV. - Aug. Confess., IX: L'eterna Gerusalemme a cui sospira il popolo pellegrinante. Som.: Celebrare la fase era segno della liberazione d'Egitto (e questa della libertà, dalla servitù della colpa). Psal CXIII 1. Ivi nel versetto 17: Non i morti loderanno le, o Signore, në quanti discendono nell'Inferno Conv.: In quel canto del Profeta che dice che nelP'uscita del popolo d'Israel d'Egitto, la Giudea è falla santa e libera: che avvegna essere vero secondo la lettera, non meno è vero quello che spiritualmente s'intende, cioè che nell' uscita dell'anima dal peccato essa sia falla santa e libera in sua potestade E nella lettera a Cane: Se riguardiamo il senso morale, per l'uscita d'Egitto significasi a noi la conversio ne dell'anima dal tutto e dalla miseria del peccato a stato di grazia; se l'anagogico, significasi l'uscita dell'anima santa dalla servitù di questa corruzione all'eterna libertà della gloria, 47 (L) El: egli. (SL) Croce. Paragonisi il passaggio dell' Angelo a quel di Caroote. 48. (L) Selvaggia: nuova. - Assaggia: comincia a provare. (SL) Assaggia: Arios.: Per assaggiare i Paladin di Francia Davanz, Ann., 11, 4: Assaggiarono la signoria d'una donna. Risponde al πειρα γευσάμενος d' Eunapio. 49. (L) Da tutte parti: non solo d'Oriente: chè il sole era già alto. Conte: chiare. (SL) Saettava. Lucr., 1, 148; II, 59: Lucida tela diei. Ov Met., V: Phoebeos ictus. Boet.: Emical et subito vibratus lumine Phoebus, Mirantes oculos radiis ferit. Conte. Inf., X, terz. 13: Parole... conte. Qui può anco valere: che fa conoscere con la sua luce le cose. (F) Capricorno. Discosto dall'Ariete, dove allora era il sole, un quarto di circolo: ond' e' non può essere cacciate di mezzo il cielo se l'Ariete non sia già montato sull'orizzonte. 21. E Virgilio rispose: Voi credete Forse, che siamo sperti d'esto loco: Per lo spirar, ch'i' era ancora vivo, Per abbracciarmi, con sì grande affetto Perchè l'Ombra sorrise, e si ritrasse; Allor conobbi chi era; e pregai 21. (L) Sperti: esperti. 93. (L) Spirar: respirare. (SL) Spirar Non vedevano il fiato, come il Castelvetro vuole, ma l'atto della gola. Iof, XXIII CE mirabile fra quest'anime, che parlino, cantino, ridano, e non respirino] Smorte. En., VI; Adrasti pallentis imago. 24 (L) Calcar: s'affollano. (SL) Olivo. In S Caterina ulivo è tion sulo il segno di pace ma la pace stessa. Vettori: E quegli che andavano a dimandar pace e cercavano d'esser ricevuti per amici, portavano in mano un ramoscel d'o 30. Risposemi: 31. Così com' io t'amai Nel mortal corpo, così t'amo sciolta: Casella mio, per tornare altra volta Veramente, da tre mesi egli ha tolto 38. L'anima mia, che, con la sua persona, Amor che nella mente mi ragiona, 39. Lo mio maestro, ed io, e quella gente Come a nessun toccasse altro la mente. Alle sue note: ed ecco il veglio onesto Queti, senza mostrar l'usato orgoglio; Lasciare il canto, e gire invêr la costa che prima discernonsene le giubbe e i petti sporgenti; poi, più presso alla proda, gli occhi e le lingue. Ma questo stesso riscontro ci dà animo a notare, nella bellezza della pittura di Dante, una certa, se è lecito dire, Sconvenienza; perchè troppo lungo, nelle molte parole, si fa il tragitto, più non è volo, molto men voló d'Angelo. I suoni però, qua e là cor La lieta e docile maraviglia, o l'umile dubbio, per la novità delle cose, sono altresì molto convenientemente ritratti. Bello il riconoscere alla voce soave l'amico, il cantore; più semplicemente bello che il riConoscere alla voce Forese, trasfigurato dal penale digiuno. Se tolgasi un po' di lunghezza in qualche parlata (le brevi interrogazioni e ri rono con bell'arte leggeri. Ed è ispi-sposte tra Casella e il Poeta ben me razione di sapienza, più ch'arte, la parsimonia ch'egli usa in queste apparizioni degli Angeli per tutta la Cantica, facendoli operare col cenno, parlare poco, e il più, con parolé tolte da' libri'santi. strano come egli sappia il maneggio del dialogo), il Canto ha freschezza di stile, degna dell'arte musicale e dell'amicizia. |