8. Ed esser mi parea là dove fôro Abbandonati i suoi da Ganimede, Quando fu ratto al sommo concistoro. 9. Fra me pensava: « Forse questa fiede » Pur qui per uso; e forse d'altro loco >> Disdegna di portarne suso in piede. » 10. Poi mi parea che, più rotata un poco, Terribil come folgor discendesse, E me rapisse suso infino al fuoco. 11. Ivi parea ch'ella e io ardesse: E si l'incendio imaginato cosse, Che convenne che 'l sonno si rompesse. Gli occhi svegliati rivolgendo in giro, Trafugò lui, dormendo, in le sue braccia, Mi fuggì 'l sonno; e diventaï smorto, 9. (L) Fiede: arriva. Pur: solo. Altro, che al Purgatorio. — In piede: illesi. (SL) Fiede. Inf., X: Sentier che ad una valle fiede. In piede. Potrebbe anche leggersi, portarne suso il piede, come in Virgilio: Elferre pedem (Æn., II): se si legga in, vale portarci ritti, non solo non ci offendendo cogli artigli, ma non ci turbando dalla dirittura nostra rivolta al cielo Corrisponderebbe al quasi proverbiale, cascare in piedi, cascare ritto. (F) Piede. Indica la disposizione elevata dell'anima che sale a Dio 10. (SL) Rapisse. En., XII: Jovis ales... pedibus rapit. (F) Fuoco. Sfera del foco, so pra quella dell'aria e sotto la luna 11. (L) Cosse: scottò. (SL) Cosse. Inf, XVI, t. 47. Rompesse. Georg, III: Somnos abrumpit cura. (F) Ardesse Arde la luce della grazia nel cuore e lo infiamma. 49. (SL) Achille Stat. Achill., 1: Quum pueri tremefacta quies, oculiqui jacentis Infusum sensere diem; stupet aere primo. Quae loca ? qui fluctus ? ubi Pelion? omnia versa Atque ignota videt, dubitatque agnoscere matrem. Riscosse. Ea., II: Excutior somno. 13. (L) Dormendo: dormente. - (SL) Chirone. Tell al figliuolo rapito per vivere vita molle, lontano dal severo maestro, dice: Nesciet hoc Chiron (Stat. Achill, 1) Dormendo. Arios., XI, 58: Che la lasciò sull' isola dormendo. Rime di Dante: Madonna avvolta in un drappo dormendo. 14. (SL) Diventar. Dieresi che dipinge il pallore e lo stupore. Simili suoni in Virg., XII: Tabentesque genae, et juvenali in corpore pallor. 15. Dallato m' era solo il mio conforto; 16. Non aver tema (disse il mio signore): Vedi là 'l balzo che 'I chiude dintorno; Sopra li fiori onde laggiù è adorno, Gli occhi suoi belli quell' entrata aperta; Poi che la verità gli è discoverta, 23. Mi cambia' io. E come senza cura Videmi il duca mio, su per lo balzo La mia materia: e però, con più arte, Ed un portier, che ancor non facea motto. Tal nella faccia ch'io non lo soffersi. 29. 30. 31. Donna del ciel, di queste cose accorta 23. (L) Senza cura: sicuro. (SL) Cambiai. Hor. Sat., 11, 8: Vertere pallor... faciem. - Cura. Traduce il securus latino, che vale senza timore. 24. (L) Rincalzo: sorreggo. 25. (L) Muro. Caso obliquo. 37. (L) Soprano: superiore. - Soffersi a guardare. 28. (L) Viso per guardarlo. 29. (L) Costinci : di costi. noccia. Nôi: (SL) Nói. Inf., XXIII: Scherniti... con danno e con beffa Si falla, ch'assai credo che lor noi. Bocc., Strale di gravissima pena e noia a sostenere. 30. (L) Accorta: che ne sa. 31. (SL) Bene, [C.] Tob., V, 21: Respondens..., ait: bene ambuletts. 32. (L) Primaio: primo. 33. Era il secondo, tinto più che perso, Crepata per lo lungo é per traverso. Chiedi L'Angel di Dio, sedendo in su la soglia, 38. Sette P nella fronte mi descrisse Col punton della spada; e: Fa che lavi, 39. Cenere, o terra che secca si cavi, D'un color fôra col suo vestimento: disse. E di sotto da quel trasse due chiavi. 55. (L) Tinto: cupo. - Perso: color quasi buio. Petrina pietra: (SL) Tinto. Inf., III, t. 10: Aria senza tempo tinta. Traverso. Crescenz., 11, 4: Tagliate per lo lungo e per traverso (F) Crepata. Fendersi il cuor di dolore, è in Caterina da Siena ed in altri. Comune: crepacuore. [C.] Un Inno: O Sol salutis... refulge mentibus... vulnera Quae taeta adurat caritas... dum virga poenitentiae Cordis rigorem conterat... in viam Tua reducti dextera. Le fenditure in lungo e in traverso rendono imagine della croce. 34. (L) Ammassiccia: stà massiccio. 35. (L) Semblava: sembrava. (SL) Sembiava. L'ha il Petrarca. Diamante. Matth., XVI, 18: Tu es Petrus, el super hanc petram aedificabo ecclesiam meam, et portae inferi non praevalebunt adversus eam. 36. (L) Voglia mia. Scioglia: apra, (SL) Scioglia. Aug.: Peccata sol vuntur. Dentro: in (SL) Descrisse. En, III: In foliis descripsit carmina. Lo dicono anco i geometri. Lavi. Abbiam qui la contrizione, la confessione e la penitenza necessaria a purgare il peccato. Piaghe. Così chiama i peccati Tommaso (Som., 1, 2, 82, 3). 59. (L) Fôra: sarebbe. (SL) Cenere. Un inno: Cor contritum quasi cinis. E prima: Oro supplex et acclinis, che corrisponde al gettarsi a' santi piedi e chiedere misericordia.-Terra.: secca e appena cavata è simile a cenere. [C] Imagini simili in Joël., II. Giud., VII. Luc., X. 40. (L) Fece apri, (SL) Bianca. La scienza del peccato.- Porta. Chiusa perchè bisogna con preghiera chiedere l'entrata alla Grazia. 41. Quandunque l' una d'este chiavi falla, (Diss' egli a noi), non s'apre questa calla. Perch'ell' è quella che il nodo disgroppa. Dicendo: Entrate. Ma facciovi accorti Che di metallo son, sonanti e førti; (SL) Sacrata. Perchè mette al luogo d'espiazione. Volgendosi di den. tro, pare che accolga più vogliosa lo spirito entrante. (F) Dietro L'evangelico, del non si volgere indietro, neanco con l'occhio, al male o al men bene, ripetesi spesso nelle lettere di Caterina da Siena [C] Gen., XIX, 47: Noli respicere post tergum. Luc., IX, 62: Nemo mittens manum ad aratrum, et respiciens retro, aptus est regno Dei. 45. (L) Regge: porta. (SL) Cardini. Prov., XXVI, 14: Sicut ostium vertitur in cardine suo. En, VI: Tum demum horrisono stridentes cardine sacrae Panduntur portae IX: Portam vi multa converso cardine torquet. Spigoli. Punte di ferro che posano in terra sulle quali si regge l'uscio, e si gira la porta per aprirsi Dice il Landino: le gran porte non si collegano a'gangheri con le bandelle, ma per bandelte hanno certi puntoni, e per gangheri un concavo sul quale detti puntoni entrano, e su questo si bilica la porta in modo che s'apra e si serri.- Regge. Nel Villani e in altri. 46. (L) Acra: resistendo forte. Per che: onde. - Macra d'oro. (SL) Ruggio. Dicevasi d'ogni forte e alto suono. Nel XXVII Par.: Ruggeran |