La divina commedia, Volume 1F.A. Brockhaus, 1900 |
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Acheronte alcuna Alichino anime antichi avea Bambgl Barbariccia Barg Benr Benv BLANC bolgia Buti cagione canto Cass cerchio chè chiama cielo città codd colla colui costui Crit dannati Dante demoni detto diavoli dice divina Divina Commedia dolore elli enim erano erat essendo Falso Bocc fece fiamma figlio figliuolo Fior Fiorentini Firenze Flegetonte Flegiàs frate fuit Gelli gente Gerione ghibellini Guelfi Guido idest infernale inferno intendere Iste l'altro l'uno Land Lomb Lucifero luogo maestro Malacoda Malebranche mente messer Michele Zanche mondo monte MOORE morte mostra MURAT NANNUC occhi OVID papa Parad parlare parole passo peccato peccatori pena Petr piè Pisa Poeta pure Purg quae quam quod selva serpente sicut sovente sunt terra traditori Ugolino uomo Vanni Fucci vedere Vell verbo verso Versuch vidi VIRG Virgilio volte vuol dire XXII
Popular passages
Page 122 - Questi si percotean, non pur con mano, Ma con la testa, e col petto, e co' piedi, Troncandosi co
Page 582 - Del capo ch' egli avea diretro guasto. Poi cominciò: 'tu vuoi ch' io rinnovelli 'Disperato dolor che '1 cuor mi preme " Già pur pensando pria ch' io ne favelli. '' Ma se le mie parole esser den seme '' Che frutti infamia al traditor ch' io rodo, " Parlare e lagrimar vedrai insieme.
Page 4 - Ahi quanto a dir qual era, è cosa dura , Questa selva selvaggia ed aspra e forte, Che nel pensier rinnova la paura ! Tanto è amara , che poco è più morte ; Ma per trattar del ben, ch' i' vi trovai, Dirò dell' altre cose ch' io v' ho scorte. l' non so ben ridir com' io v' entrai ; Tant' era pien di sonno in su quel punto, Che la verace via abbandonai.
Page 153 - Suo cimitero da questa parte hanno Con Epicuro tutti i suoi seguaci Che l
Page 51 - Questi non hanno speranza di morte, e la lor cieca vita è tanto bassa, che invidiosi son d
Page 83 - Di qua, di là, di giù, di su gli mena; Nulla speranza gli conforta mai, Non che di posa, ma di minor pena. 45 E come i gru van cantando lor lai, Facendo in aer di sé lunga riga; Così vid* io venir, traendo guai, Ombre portate dalla detta briga: Perch' io dissi : Maestro, chi son quelle 50 Genti, che l'aer nero si gastiga?
Page 178 - Nota non pure in una sola parte, Come Natura lo suo corso prende Dal divino Intelletto e da sua arte : E se tu ben la tua Fisica note, Tu troverai non dopo molte carte, Che 1' arte vostra quella, quanto puote, Segue, come il maestro fa il discente, SI che vostr
Page 20 - mpedisce che l' uccide : Ed ha natura sì malvagia e ria, Che mai non empie la bramosa voglia, E dopo il pasto ha più fame che pria. Molti son gli animali a cui s' ammoglia, E più saranno ancora, infin che il veltro Verrà, che la farà morir di doglia.
Page 84 - Perch' io dissi : Maestro, chi son quelle Genti, che l' aura nera sì gastiga? La prima di color, di cui novelle Tu vuoi saper, mi disse quegli allotta, Fu imperatrice di molte favelle. A vizio di lussuria fu si rotta, Che libito fe' licito in sua legge, Per torre il biasmo, in che era condotta.
Page 478 - Tu non pensavi eh' io loico fossi ! A Minos mi portò : e quegli attorse Otto volte la coda al dosso duro ; E poi che per gran rabbia la si morse, Disse : Questi è de' rei del fuoco furo : Per eh' io là, dove vedi, son perduto ; E si vestito andando mi rancure.