Operette politiche

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Dalla Stamperia del Vaglio, 1863
 

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Page 188 - La democrazia fu spesso disonorata dagli eccessi demagogici presso le altre nazioni; e testè guastava i preludii grandiosi della dieta di Francoforte. Se anche in Italia la democrazia trionfante riuscisse alla licenza e minacciasse di trascorrere al terrore ed al sangue, il suo regno sarebbe spento per ogni dove. Le sorti della democrazia europea forse da noi dipendono. Tocca a noi, che siam gli ultimi ad assaggiarla, il far miglior prova, rendendola cara e commendabile col nostro esempio a tutta...
Page 174 - ... quelli che riguardano la pubblica sicurezza, la costituzione del municipio, e il palladio loro, cioè la Guardia nazionale. La democrazia considerata in questi termini non può sbigottire e non dee ingelosire nessuno. Essa è la sola che...
Page 173 - Noi facciamo plauso di cuore al patrio grido, che sorse in varie parti d'Italia, e abbracciamo volenterosi l'insegna della Costituente italiana. Attenderemo premurosamente a concertare con Roma e Toscana il modo più acconcio e pronto per convocare una tale assemblea, che, oltre al dotare l'Italia di unità civile, senza pregiudizio dell'autonomia dei...
Page 188 - Ma se gli stimate veri e dicevoli, porgeteci l'aiuto vostro; chè la forza del governo consiste nel concorso della nazione e di coloro che la rappresentano. Noi abbiam nemici esterni a combattere, molti ed armati; abbiamo nemici interni, pochi sì di numero, ma arrisicati e audacissimi. Si avvicina il giorno in cui dovremo correre alle armi; e quelle ragioni medesime che dianzi il ritardavano ora lo affrettano. Ora, in che modo potremo far fronte ai nemici delle due specie, se non coll'unione? Unione...
Page 179 - Io testé visitandole potei ritrarre dai loro volti e dai loro applausi qual sia il patrio ardore che le infiamma. Tutto ci fa sperare che la mediazione offertaci da due potentati generosi ed amici sia per aver pronto fine. E quando la nostra fiducia fosse delusa, ciò non e' impedirebbe di ripigliare la guerra con ferma speranza della vittoria.
Page 184 - Egli è noto che i più fervidi movitori del disegno sono i partigiani dell'unità assoluta e della repubblica. I quali vedendo che le loro idee son ripulsate dal senno unanime della nazione, sperano di poterle introdurre sotto la maschera della Costituente. E si confidano per tal via di attuare i loro concetti, inducendo colle arti e col timore la futura Assemblea ad acclamar la repubblica italiana, e facendo che un piccolo stuolo di audaci sovrasti, come accade nei tempi di rivoluzione. Niuno dica,...
Page 186 - ... quella Costituente federativa che fu il primo pensiero della nostra politica, ed è il voto più caldo del nostro cuore. Non tralasceremo di fare ogni opera per condurre le cose al bramato fine. Le idee che vi esponiamo, o Signori, le abbiamo espresse più volte a chi può valersene. Abbiamo detto a Firenze ed a Roma, che se la Monarchia costituzionale non è salva, se il Papa non ritorna al supremo suo seggio, l'intervento straniero sarà difficile a...
Page 188 - Laddove se la tranquillità pubblica è interrotta in un principato popolare, i rettori ne vengono infamati; perchè il disordine si attribuisce a vergognosa fiacchezza oa colpevole connivenza di essi. Perciò noi saremo, o signori, tanto più fermi sostenitori dell'ordine, quanto più siamo e ci gloriamo di essere democratici. La democrazia fu spesso disonorata dagli eccessi demagogici presso le altre nazioni; e testè guastava i preludii grandiosi della dieta di Francoforte.
Page 182 - Se l'unità d'Italia ci pare oggi una chimera, la sua unione ci sembra possibilissima; se abbiamo la repubblica per un sogno, stimiamo egualmente che il principato non può durare se non viene informato dal genio del popolo. Quindi è che levammo sin da principio la doppia insegna della Costituente federativa e della democrazia. Da queste avvertenze voi potete raccogliere, o Signori, quali siano le note proprie della nostra amministrazione. Essa si...
Page 187 - ... tempi di rivoluzione i malvagi e gli sconsigliati spesso ai buoni e savi prevalgono. Finchè dunque incerto è l'esito dell'assemblea convocata nell'Italia centrale, noi dobbiamo stare in aspettativa. Nè da questo niuno può equamente inferire che siamo poco solleciti dell'unione italiana, quando ogni nostro procedere argomenta il contrario. Se le pratiche della Dieta federativa, già da noi imprese e bene inviate, sono per ora sospese, di chi è la colpa?

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