La Frusta letteraria di Aristarco Scannabue, Volume 1

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tip. Governativa della Volpe al Sassi, 1839 - 257 pages
 

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Popular passages

Page 21 - Suoi fìglioletti intiepidir la notte; Poi sul collo recando i sacri arnesi Che prima ritrovar Cerere e Pale, Va, col bue lento innanzi, al campo, e scuote Lungo il picciol sentier da' curvi rami II rugiadoso umor che, quasi gemma, I nascenti del Sol raggi rifrange.
Page 7 - Que' cani, que' gatti e quegli uccelli si moltiplicano con qualche difficoltà, ma que' scimmiotti non si può dire quanto sieno fecondi e prolifici nel nostro clima, grazie alle sue stufe di cui avrà forse un giorno occasione di parlare. Uno solo ne genererebbe cento in pochissimo tempo, se Aristarco lasciasse fare ; ma egli ne annega alcuni de...
Page 21 - Allora il buon villan sorge dal caro letto cui la fedel sposa ei minori suoi figlioletti intiepidir la notte; poi, sul collo recando i sacri arnesi che prima ritrovar Cerere e Pale, va, col bue lento innanzi, al campo, e scuote lungo il picciol sentier da' curvi rami il rugiadoso umor che, quasi gemma, i nascenti del sol raggi rifrange.
Page 22 - O d'Ispani, o di Toschi, o l'Ongarese Bottiglia a cui di verde edera Bacco Concedette corona, e disse: siedi De le mense reina. Alfine il Sonno Ti sprimacciò le morbide coltrici Di propria mano, ove, te accolto, il fido Servo calò le seriche cortine: E a te soavemente i lumi chiuse II gallo che li suole aprire altrui. Dritto è perciò, che a te gli stanchi sensi Non sciolga da...
Page 6 - Canada, alcuni gatti d'Angola e del Malabar, e alcuni uccelli e scimmiotti di varie parti d'America, tutti nati da altri cani, gatti uccelli e scimmiotti recati con sé quando tornò da quelle regioni. Di libri, come vi potete immaginare, Aristarco ne ha una quantità esorbitante, sì degli stampati che de...
Page 120 - E quelle case che son rimaste in piedi o in pendìo, novantanove in cento sono affatto prive de' tetti e de' soffitti, che, o furono sprofondati dalle ripetute scosse, o miseramente consumati dal fuoco. E in quelle lor mura vi sono tanti fessi, tanti buchi, tante smattonature e tante scrostature, che non è...
Page 3 - ... ai tanti goti e vandali, che dal gelato Settentrione dell'ignoranza sono venuti a manomettere, a vituperare ea imbarbarire il nostro bellissimo e gloriosissimo Stivale.
Page 77 - ... accingersi a scrivere, presto vedrebbero che il formarsi uno stile buono non è quella gran montagna da inghiottire che i retori balordi ei grammaticuzzi assicurano, e presto vedrebbero come la natura sa al primo cenno correre in aiuto di chi la chiama, senza farsi chiamare due volte; come corse ad aiutare quel Cellini, che sempre la invocò divotamente, e che, quantunque ignorante e plebeo, pure fu da lei reso il meglio maestro di stile che s'abbia l'Italia.
Page 58 - ... drammi destinati al canto, è duopo si pieghi a tutte queste leggi non meno dure che strane, e che badi ad esse anche più che non alle stesse intrinseche bellezze della poesia. Aggiungiamo a tutte queste leggi anche...
Page 21 - Al suon di mie parole? Ah non è questo, Signore, il tuo mattin. Tu col cadente Sol non sedesti a parca mensa, e al lume Dell' incerto crepuscolo non gisti Jeri a corcarti in male agiate piume Come dannato è a far l'umile vulgo.

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