Maria Vergine e Dante Alighieri

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Tipografia Francesco Vigo, 1890 - 91 pages
 

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Page 83 - Te non ricorre, Sua desianza vuoi volar senz'ali. La tua benignità non pur soccorre A chi dimanda^ ma molte fiate Liberamente al dimandar precorre. In Te misericordia, in Te pietate In Te magnifice'nza, in Te s'aduna Quantunque in creatura è di bontate. Supplica a Te per grazia di virtute Tanto che possa
Page 83 - Poeta: Vergine Madre, figlia del tuo Figlio Umile ed alta più che creatura Termine fisso d'eterno consiglio Tu se' Colei che l'umana natura Nobilitasti sì, che il suo Fattore Non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l'amore, Per lo cui caldo nell'eterna pace Così è germinato questo fiore. Qui se
Page 77 - che letizia Era negli occhi a tutti gli altri Santi. E s'io avessi in dir tanta divizia Quanto ad immaginar, non ardirei Lo minimo tentar di sua delizia. Bernardo, come vide gli occhi miei Nel caldo suo calor fissi ed attenti, Li suoi con tanto affetto volse a Lei Che i miei di rimirar
Page 84 - sommo piacer gli si dispieghi. Ancor ti prego, Regina, che puoi Ciò che tu vuoli, che conservi sani Dopo tanto veder, gli affetti suoi: Vinca Tua guardia i movimenti umani; Vedi Beatrice con quanti Beati Per li miei preghi ti chiudon le mani (i).
Page 64 - Perché la faccia mia sì t'innamora, Che tu non ti rivolgi al bel giardino Che sotto i raggi di Cristo s'infiora? Quivi è la Rosa in che il Verbo Divino Carne si fece, e quivi son gli gigli Al cui odor si prese il buon cammino
Page 61 - e quivi Caddi e rimase la mia carne sola. Io dirò il vero, e tu il ridi' tra i vivi: L'Angel di Dio mi prese e quel d'inferno Gridava: O tu dal ciel, perché mi privi? Tu te ne porti di costui l'eterno Per una lagrimetta che il mi toglie; Ma io farò dell'altro altro governo
Page 73 - 79-90. O Donna, in cui la mia speranza vige, E che soffristi per la mia salute In Inferno lasciar le tue vestige; Di tante cose, quante io ho vedute, Dal tuo podere e dalla tua bontatc Riconosco la grazia e la
Page 67 - ventre Che fu albergo del nostro desiro; E girerommi, Donna del ciel, mentre Che seguirai tuo Figlio e farai dia Più la spera suprema, perché gli entre. Così la circulata melodia Si sigillava, e tutti gli altri lumi Facean sonar lo nome di Maria
Page 67 - l'anima tira, Parrebbe nube che squarciata tuona, Comparata al sonar di quella lira, Onde si coronava il bel zaffiro Del quale il Ciel più chiaro s'inzaffira. Io sono amore angelico, che giro L'alta letizia che spira dal ventre Che fu albergo del nostro desiro; E girerommi, Donna del ciel, mentre Che seguirai tuo Figlio e farai dia Più la spera suprema, perché
Page 61 - Perch'io vo tra costor con bassa fronte. Ed io a lui: Qual forza, o qual ventura Ti traviò sì fuor di Campaldino, Che non si seppe mai tua sepoltura? Oh, rispos'egli, appiè del Casentino Traversa un'acqua che ha nome l'Archiano Che

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