Vita di Vittorio Alfieri da asti: scritta da essoG. Silvestri, 1823 - 383 pages |
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Popular passages
Page 84 - Oltre il teatro, era anche uno de' miei divertimenti in Marsiglia il bagnarmi quasi ogni sera nel mare. Mi era venuto trovato un luoghetto graziosissimo ad una certa punta di terra posta a man dritta fuori del porto, dove sedendomi su la rena con le spalle addossate a uno scoglio ben...
Page 134 - Ma non possedendo io allora nessuna lingua, e non mi sognando neppure di dovere né poter mai scrivere nessuna cosa né in prosa né in versi, io mi contentava di ruminar fra me stesso, e di piangere alle volte dirottamente senza saper di che, e nello stesso modo di ridere: due cose che, se non sono poi seguitate da scritto nessuno, son tenute per mera pazzia, e lo sono; se partoriscono scritti, si chiamano poesia, e lo sono.
Page 96 - Eloisa di Rousseau; più volte mi ci provai; ma benché io fossi di un carattere per natura appassionatissimo, e che mi trovassi allora fortemente innamorato, io trovava in quel libro tanta maniera, tanta ricercatezza, tanta affettazione di sentimento, e...
Page 196 - Quella lungaggine e fiacchezza di stile, ch' io attribuiva assai più alla penna mia che alla mente mia, persuadendomi finalmente ch'io non potrei mai dir bene italiano finché andava traducendo me stesso dal francese, mi fece finalmente risolvere di andare in Toscana per avvezzarmi a parlare, udire, pensare, e sognare in toscano, e non altrimenti mai più.
Page 44 - ... effetti a quelli che ancora provo tuttavia, quando divezzatomi dal teatro ci ritorno dopo un certo intervallo, ritrovo sempre non vi essere il più potente e indomabile agitatore dell'animo, cuore, ed intelletto mio, di quel che lo siano i suoni tutti, e specialmente le voci di contralto e di donna. Nessuna cosa mi desta più affetti, e più vari, e terribili. E quasi tutte le mie tragedie sono state ideate da me o nell'atto del sentir musica, o poche ore dopo.
Page 193 - Poi mi fecero i miei amici censori capitare alle mani l'Ossian del Cesarotti ; e questi furono i versi sciolti che davvero mi piacquero, mi colpirono, e m'invasarono. Questi mi parvero, con poca modificazione, un eccellente modello pel verso, di dialogo.
Page 183 - Il tutto poi si ravviluppava nell' indurita scorza di una presunzione, o per dir meglio petulanza incredibile, e di un tale impeto di carattere, che non mi lasciava , se non se a stento e di rado e fremendo , conoscere , investigare , ed ascoltare la verità . Capitali, come ben vede il lettore, più adatti assai per estrarne un cattivo e volgare principe , che non un autor luminoso . Ma pure una tale segreta voce mi si facea udire in fondo del cuore, ammonendomi in suono anche più energico che...
Page 106 - ... piuttosto una terra scompaginata e disciolta, che non un volume di acque ; ma il vento essendo, la Dio mercé, tenuissimo, le percosse di quei tavoloni nella mia barca riuscivano piuttosto carezze che urti; tuttavia la loro gran copia e mobilità spesso li facea da parti opposte incontrarsi davanti alla mia prora, e combaciandosi, tosto ne impedivano il solco ; e subito altri ed altri vi concorreano, ed ammontandosi facean cenno di rimandarmi nel continente. Rimedio efficace ed unico, veniva...
Page 109 - Russi e Prussiani, dove tante migliaja dell'uno e dell'altro armento rimasero liberate dal loro giogo lasciandovi l'ossa. Le fosse sepolcrali vastissime, vi erano manifestamente accennate dalla folta e verdissima bellezza del grano, il quale nel rimanente terreno arido per sé stesso ed ingrato vi era cresciuto e misero e rado.
Page 180 - Ma, da quella fatai serata in poi, mi entrò in ogni vena un sì fatto bollore e furore di conseguire un giorno meritamente una vera palma teatrale, che non mai febbre alcuna di amore mi avea con tanta impetuosità assalito. In questa guisa comparvi io al pubblico per la prima volta. E se le mie tante, e pur troppe, composizioni drammatiche in appresso non si sono gran fatto dilungate da quelle due prime, certo alla mia incapacità ho dato principio in un modo assai pazzo e risibile.