La Divina Commedia ...1878 |
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9 aprile Adamo Alichino Allor anima ascetica di miglia assai avea Barbariccia Beatrice Bolgia Calvario Canto ch'è ch'io Chè che'l Chiesa ciascun cielo Circonf colla colpa colui convien cotali credo Cristo dannati Dante demoni dice dimanda dinanzi discesa ascetica dissi Divina Commedia dolor duca Epoca equatore eran Esercizio eterno facea fece fiamma fiera Flegetonta Flegias gente Gerione GIRONE gran grido guarda inferno l'altro l'anima l'un loco Lucifero Lunigiana luogo e peccato Luogo fittizio Luogo reale Maestro Malacoda medio evo mondo monte morte niaca occhi omai papa Paradiso parea parlar parole passo paura peccato più reo peccatori pena petto piange pianto piè poco poeta Poscia punto PURGATIVA INCIPIENTE Purgatorio quà Quivi ragione Rispose Sabato santo salute selva sovra Tebe tentazioni od opposizioni tosto Totila trista valle veder Vedi veggio venire VIA PURGATIVA INCIPIENTE viaggio ascetico vidi VIII CERCHIO Virgilio volse
Popular passages
Page 63 - Soli eravamo e senza alcun sospetto. Per più fiate gli occhi ci sospinse Quella lettura, e scolorocci il viso : Ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro, e chi lo scrisse : Quel giorno più non vi leggemmo avante.
Page xxviii - O voi che siete in piccioletta barca, desiderosi d'ascoltar, seguiti dietro al mio legno che cantando varca, tornate a riveder li vostri liti: non vi mettete in pelago, che, forse, perdendo me rimarreste smarriti.
Page 76 - Questi si percotean, non pur con mano, Ma con la testa, e col petto, e co' piedi, Troncandosi co
Page 40 - Dio spiacenti ed a' nemici sui. Questi sciaurati, che mai non fur vivi, Erano ignudi e stimolati molto Da mosconi e da vespe eh' eran ivi. Elle rigavan lor di sangue il volto, Che mischiato di lagrime, a' lor piedi Da fastidiosi vermi era ricolto.
Page 8 - Ahi quanto a dir qual era, è cosa dura , Questa selva selvaggia ed aspra e forte, Che nel pensier rinnova la paura ! Tanto è amara , che poco è più morte ; Ma per trattar del ben, ch' i' vi trovai, Dirò dell' altre cose ch' io v' ho scorte. l' non so ben ridir com' io v' entrai ; Tant' era pien di sonno in su quel punto, Che la verace via abbandonai.
Page 12 - Se vuoi campar d'esto loco selvaggio: Ché questa bestia, per la qual tu gride. Non lascia altrui passar per la sua via, Ma tanto lo impedisce che l' uccide: Ed ha natura sì malvagia e ria Che mai non empie la bramosa voglia, E dopo il pasto ha più fame che pria.
Page 91 - Che giova nelle fata dar di cozzo? Cerbero vostro, se ben vi ricorda, Ne porta ancor pelato il mento e il gozzo. 100. Poi si rivolse per la strada lorda, E non fe' motto a noi : ma fe' sembiante D' uomo, cui altra cura stringa e morda, 103.
Page 19 - E lascia pur grattar dov' è la rogna ; Chè, se la voce tua sarà molesta Nel primo gusto, vital nutrimento Lascerà poi quando sarà digesta. Questo tuo grido farà come vento, Che le più alte cime più percuote; E ciò non fia d'onor poco argomento.
Page 285 - Come un poco di raggio si fu messo Nel doloroso carcere, ed io scorsi Per quattro visi il mio aspetto stesso, Ambo le mani per dolor mi morsi ; E quei, pensando eh...
Page 57 - Vuoisi così colà, dove si puote Ciò che si vuole, e più non dimandare.