Storia della poesia in Italia: lezioni, Volume 2Presso S. Starita, 1859 |
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Popular passages
Page 181 - Forse tu fra' plebei tumuli guardi, vagolando, ove dorma il sacro capo del tuo Parini ? A lui non ombre pose tra le sue mura la città, lasciva d'evirati cantori allettatrice, non pietra, non parola; e forse l'ossa col mozzo capo gl'insanguina il ladro che lasciò sul patibolo i delitti.
Page 475 - Tu se' solo colui, da cui io tolsi Lo bello stile, che m
Page 14 - Del bello ovile ov'io dormii agnello Nimico ai lupi che gli danno guerra; Con altra voce ornai, con altro vello Ritornerò poeta, ed in sul fonte Del mio battesmo prenderò il cappello...
Page 158 - Sogni e favole io fingo; e pure in carte Mentre favole e sogni orno e disegno, In lor, folle ch'io son, prendo tal parte, Che del mal che inventai piango e mi sdegno.
Page 11 - Catone, ed altre, sino a quattro e cinque volte le rilessi con un tale trasporto di grida, di pianti, e di furori pur anche, che chi fosse stato a sentirmi nella camera vicina mi avrebbe certamente tenuto per impazzato.
Page 181 - Con lungo amore, e t'appendea corone ; E tu gli ornavi del tuo riso i canti Che il lombardo pungean Sardanapalo, Cui solo è dolce il muggito de' buoi Che dagli antri abduani e dal Ticino Lo fan d'ozi beato e di vivande.
Page 455 - ... avia Pieridum peragro loca nullius ante trita solo, iuvat integros accedere fontis atque haurire, iuvatque novos decerpere flores insignemque meo capiti petere inde coronam unde prius nulli velarint tempora musae...
Page 181 - Pur nuova legge impone oggi i sepolcri fuor de' guardi pietosi, e il nome a' morti contende. E senza tomba giace il tuo sacerdote, o Talia, che a te cantando nel suo povero tetto educò un lauro con lungo amore, e t'appendea corone: e tu gli ornavi del tuo riso i canti che il lombardo pungean Sardanapalo, cui solo è dolce il muggito de' buoi che dagli antri abdiiani e dal Ticino 60 10 fan d'ozi beato e di vivande.
Page 287 - Giovin signore, oa te scenda per lungo di magnanimi lombi ordine il sangue purissimo, celeste, o in te del sangue emendino il difetto i compri onori e le adunate in terra o in mar ricchezze dal genitor frugale in pochi lustri, me precettor d'amabil rito ascolta. Come ingannar questi noiosi e lenti giorni di vita, cui sì lungo tedio e fastidio insoffribile accompagna, or io t'insegnerò.
Page 234 - Era forte collerico e sdegnoso, Della lingua e del cor libero e sciolto ; Non era avaro , non ambizioso , Era fedele ed amorevol molto; Degli amici amator miracoloso; Così anche chi in odio aveva tolto, : .' Odiava a guerra finita e mortale; Ma più pronto era a amar, ch'a voler male. Di persona...